Il personale in tempi di crisi: la proposta Amref-Fnomceo-Ipasvi contro carenze di addetti e precariato

Una call to action da condividere con categorie e stakeholder per il 2014, in vista delle elezioni europee e del semestre italiano di presidenza Ue. A lanciarla è Amref Italia, che oggi a Roma in collaborazione con Fnomceo e Ipasvi ha fatto il punto su flussi migratori, carenze di personale e "brain drain" in occasione dell'incontro su "Politiche di austerity in sanità: quale impatto sulle carenze di personale sanitario".

Un evento da cui sono scaturite quattro proposte per una possibile "terapia":
- spingere su una diversa cultura della sanità in Italia. Il cambiamento di paradigma da una voce di spesa a una voce di investimento e di ripresa produttiva per il Paese, multidimensionale: a livello economico, sociale, territoriale;
- promuovere una diversa formazione del personale, con un maggiore dialogo con il mondo dell'università che deve aprirsi al cambiamento e al confronto con l'estero;
- favorire una diversa organizzazione del lavoro nella sanità italiana, con una riorganizzazione delle competenze e una qualificazione diversa dei ruoli;
- promuovere, ancora, un diverso approccio alla stessa medicina: meno fisio-biologico, e più paziente-centrico, intorno al quale si organizzano le filiere delle competenze e delle funzioni, a partire dalla prevenzione.

Questi i dati raccolti e sintetizzati da Amref:
In Europa.
Le misure di restrizione della spesa pubblica imposte dalla troika nei Paesi del sud del Mediterraneo stanno causando un crollo delle politiche di prevenzione e della protezione sociale, che è un determinante per la salute. In Paesi come Portogallo e Spagna, ma anche nell'Est Europa, aumentano le malattie da stress, le cardiopatie, i disturbi di salute mentale fino al suicidio. Si registra anche un'impennata nelle infezioni da Hiv che sembrava sotto controllo in tutta Europa. Aumenta il flusso di personale formato in uscita, non solo verso le mete classiche come Stati Uniti e Canada, ma anche verso i Paesi emergenti: il Brasile, ad esempio, impiega i neo-specializzati a 3mila euro di stipendio in entrata. Questo crea un'emorragia di competenze, di investimenti pubblici in formazione e anche di risorse potenziali che ha precedenti nei fenomeni storici di brain drain di personale formato dai Paesi più poveri.
In Italia.
L'Austerity non può essere utilizzata come alibi per un definanziamento del Ssn, una parte rilevante del quale è in corso grazie ai vincoli imposti alla spesa per il personale. Le leggi introdotte negli ultimi anni, come la 135/2012, dettano un fabbisogno di 3,7 posti letto/per abitante, 3 destinati agli acuti, 0,7 alla cronicità. Rispetto a questo rapporto ottimale attualmente ci sarebbero al lavoro 28mila infermieri in più e 18mila medici, dato Fnomceo rispetto al quale, tuttavia, la percezione dei cittadini è del tutto diversa. Al 2011 risultavano al lavoro nelle strutture pubbliche del Ssn 105mila medici e 274mila unità di personale infermieristico, secondi i dati del Ministero della Sanità. Un dato pressoché stabile da anni, ma che mostra una lieve flessione.
Calano, secondi i dati del ministero della Sanità, anche le richieste di decreti di riconoscimento di personale straniero per lavorare in Italia: fino al 2011 se ne registravano circa 1500-1700 l'anno, nel 2012 il dato risulta dimezzato. Ci sono due evidenze emergenti: l'aumento del personale precario; l'aumento dell'impiego di lavoro temporaneo. Manca una visione di insieme nei responsabili politici, anche del settore sanitario, di trasmettere all'interno e all'esterno del complesso del sistema delle cure la consapevolezza dell'importanza del lavoro che fanno.
Soprattutto per i giovani medici e per i medici in formazione, la parola d'ordine è "incertezza". A fronte di una mortalità alla laurea del 9% degli iscritti, nel 2012 ci sono stati 6500 laureati, con una certezza di 5mila borse di specializzazione. Quest'anno su 7300 abbiamo al momento la certezza di 2mila borse, le altre da finanziare con bandi europei. E' l'emblema dell'incertezza del sistema, e della mancanza di considerazione della risorsa del personale come rilevante per un'eventuale ripresa del sistema-Paese.