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Napolitano celebra «I giorni della ricerca» dell'Airc. Appello a sostegno dei giovani scienziati

Al Quirinale l'Associazione per la ricerca contro il cancro celebra per il sedicesimo anno "I giorni della ricerca", e Giorgio Napolitano, chiudendo gli interventi, ricorda di avere presenziato a nove di queste edizioni e si dice certo che «anche i miei successori continueranno ad onorare questo
appuntamento. Perché il senso del coinvolgimento delle istituzioni è non solo dare la massima valorizzazione alla ricerca, ma fare in modo che il problema del cancro coinvolga l'intera società».

Più spazio ai giovani.
Il presidente Napolitano ha fatto un «grandissimo richiamo perché si dedichino risorse sufficienti alla ricerca e all'avanzamento della conoscenza scientifica». E ha sottolineato con forza la necessità di un maggiore sforzo delle istituzioni per il finanziamento della ricerca: «l'Italia è al settimo posto nel mondo come risultati, ma è molto più indietro come numero di ricercatori e - soprattutto - come numero di ricercatori decentemente pagati».
Infine, il capo dello Stato, ha ricordato le eccellenze italiane come il professor Carlo Croce, oggi direttore dell'Istituto di genetica all'Ohio Cancer Center, intervenuto anch'egli alla giornata celebrata in Quirinale, che, dall'America, negli ultimi anni ha rivoluzionato l'oncologia con la ricerca genetica e poi ha ricordato ancora la nuova direttrice del Cern di Ginevra, la fisica Fabiola Gianotti: «era la migliore di tutti, ha
avuto 20 voti a favore e un solo astenuto e il suo esempio, come quello di tutti i ricercatori che lavorano per sconfiggere il cancro, sia da stimolo per dare alla ricerca il sostegno che merita», è l'auspicio del capo dello Stato. «Il lavoro che facciamo - ha infine esortato Napolitano commuovendosi- deve nutrirsi di questi momenti di orgoglio nazionale».

Nuovi orizzonti.
«Ogni anno- ha aggiunto- ci sono eventi nuovi e nuovi punti di vista da esplorare». Quest'anno, il presidente della Repubblica ha posto l'attenzione sull'intervento di Umberto Veronesi, direttore scientifico dell'Istituto europeo di oncologia: «oggi è andato molto al di là parlando del rapporto tra medicina e persona e della medicina olistica. Questo nuovo approccio- sottolinea il presidente della Repubblica- contro il
rischio che l'esasperata specializzazione dimentichi la persona - io lo sento in modo particolare, per la mia età. Non così Veronesi - ha aggiunto sorridendo- che è molto più giovane di me, di cinque mesi».