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Coronavirus/ Lancet, candidato vaccino Oxford-Irbm ha "forte risposta immunitaria"

di Radiocor Plus

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Un potenziale candidato vaccino contro il Covid-19, sviluppato dalla britannica Oxford University in collaborazione con il gruppo farmaceutico AstraZeneca e i laboratori Irbm di Pomezia, ha prodotto una "forte risposta immunitaria" in test su ampia scala sulle persone, ancora in fase iniziale. E' quanto scrive la rivista medico-scientifica The Lancet a proposito dei risultati preliminari dei test sul vaccino sperimentale ChAdOx1 nCoV-19, che combina materiale genetico del coronavirus con un adenovirus modificato che causa infezioni negli scimpanzé.

La fase uno dei test è stata condotta su oltre mille partecipanti. Secondo i ricercatori il vaccino produce anticorpi e cellule immunitarie T fino per combattere l'infezione. Il vaccino sembrerebbe ben tollerato e non sembrerebber avere significativi effetti collaterali, se non affaticamento, mal di testa, dolori muscolari e brividi. Secondo Adrian Hill, direttore dello Jenner Institute della Oxford University, la forte risposta immunitaria implica che il vaccino può essere in grado di proteggere dal virus, ma per il momento è ancora presto per dare un parere definitivo.

Lancet cita anche un secondo progetto, condotto da ricercatori finanziati da CanSino Biologics a Wuhan, in Cina: anche questo sembra avere dato una buona risposta immunitaria nella maggior parte dei circa 500 partecipanti coinvolti. Questi studi clinici sono ancora in una fase preliminare e la loro efficacia dovrà essere determinata in uno studio di Fase 3, con un numero maggiore di partecipanti, prima che possano essere commercializzati su larga scala.

Secondo il ministro della Salute, Roberto Speranza, i primi risultati incoraggianti su ricerca vaccino devono spingere nuovi investimenti sulla ricerca scientifica per sconfiggere il virus.
"Serve ancora tempo e prudenza - sottolinea - . Ma i primi riscontri scientifici sul vaccino dell'Università di Oxford, il cui vettore virale è fatto a Pomezia e che verrà infialato ad Anagni sono incoraggianti. L'Italia, con Germania, Francia e Olanda, è nel gruppo di testa per questa sperimentazione. Continuiamo ad investire sulla ricerca scientifica come chiave per sconfiggere il virus".


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