Imprese e Mercato

Il ministro Passera apre il tavolo sulla farmaceutica

di Roberto Turno (da Il Sole-24 Ore)

Innovazione e ricerca, occupazione, attrazione degli investimenti, brevetti, valutazione costo-efficacia dei prodotti, regolazione della spesa ospedaliera. Dopo tre manovre in appena sei mesi, tagli per oltre 11 miliardi in cinque anni e intanto la perdita di 10mila posti di lavoro che potrebbero raddoppiare anche più rapidamente per l'abbandono delle produzioni in Italia, il rilancio della farmaceutica made in Italy torna nell'agenda del Governo. Almeno sulla carta e nei pochi mesi che restano a Mario Monti di qui al cambio della guardia post-elezioni. Convocato (e presieduto) dal ministro per lo Sviluppo, Corrado Passera, s'è insediato ieri il tavolo sulla regolazione del mercato e sulle strategie industriali nel settore farmaceutico. Un tavolo allargato a tutta la filiera, presenti sindacati confederali e Regioni, i ministeri della Salute, dell'Economia e della Ricerca, l'Aifa (Agenzia del farmaco) e l'Agenas.

Un pienone di partecipanti, per un programma di lavoro che si articolerà in più sotto-tavoli verticali. Da Passera sono arrivate al termine dell'incontro parole di grande apprezzamento per il settore, ora da riempire di contenuti.

«La farmaceutica è un driver di sviluppo che incide fortemente sull'economia reale e impiega decine di migliaia di persone. Possiede buona capacità competitiva, basata principalmente sull'innovazione tecnologica e sulla ricerca», ha detto il ministro. Per aggiungere il messaggio politico-operativo:

«È in questa direzione che il Governo intende concentrare il suo impegno per favorire il superamento delle criticità e supportare il rilancio produttivo del settore». I tavoli, che dovrebbero essere convocati già nei prossimi giorni, saranno coordinati dallo Sviluppo di concerto con Salute ed Economia.
Bruciate dalle misure degli ultimi mesi, dalla spending review al recente "decreto Balduzzi", le industrie farmaceutiche reagiscono con cauta soddisfazione all'apertura del Governo, al quale chiedono un «Patto di sostenibilità e di stabilità» con regole certe di almeno 3 anni. «Accogliamo con piacere l'interesse al dialogo da parte del Governo e soprattutto, al di là degli interventi di questi mesi, la volontà di considerare strategica l'industria farmaceutica. Ci auguriamo che alle intenzioni seguano i fatti, in tempi brevi, perché per ora sono solo dichiazioni d'intenti», ha affermato il presidente di Farmindustria, Massimo Scaccabarozzi. Che però rilancia quella che per le farmaceutiche rappresenta un'«emergenza»: la prescrizione per principio attivo, che secondo i dati dell'ultimo mese avrebbe già provocato una perdita di mercato del 10% per i medicinali griffati. «Una penalizzazione ingiusta che non dà alcun vantaggio allo Stato», secondo Scaccabarozzi.

Di qui la richiesta di Farmindustria di spazzar via rapidamente la norma introdotta con la spending review di luglio, su cui però ieri il Governo non ha preso alcun impegno, sempreché mai lo faccia. Mentre dal fronte dei genericisti, che chiedono di non partecipare ai ripiani, il vicepresidente di Assogenerici, Enrique Heusermann, ha ribadito: «L'uso degli equivalenti è un fattore di risparmio e di sviluppo, la norma non si tocca».
Apprezzamento per l'avvio del tavolo anche da parte dei sindacati, che hanno fatto registrare una forte sintonia con le imprese. «Il punto – ha spiegato Paolo Pirani della Uil chimici – è se il Governo vuole scommettere sull'aspetto industriale di un settore vivo che dà lavoro diretto a 65mila lavoratori e indiretto ad altrettanti, o limitarsi a una pura presenza commerciale».