Imprese e Mercato

Blocco (e assemblea) del laboratori privati: con il taglio delle tariffe 80% di strutture a rischio

«Chiudere un giorno per non chiudere…per sempre» è lo slogan della protesta delle strutture ambulatoriali e i laboratori sanitari privati accreditati che oggi chiudono i battenti e si riuniscono a Roma nell'Assemblea nazionale delle strutture sanitarie accreditate per difendere la tutela dei livelli occupazionali, il ruolo e la funzione della rete territoriale delle strutture private accreditate, l'equiparazione tra pubblico e privato, i livelli essenziali di assistenza e la giusta remunerazione delle prestazioni. Secondo il comparto, che raggiunge i 5.700 addetti, sono tra 800 e 1.000 le strutture che hanno aderito alla serrata.

La manifestazione è indetta da FederLab Italia (l'associazione di categoria maggiormente rappresentativa dei Laboratori di Analisi Cliniche e dei Centri Poliambulatori), Aiop (Associazione Italiana Ospedalità Privata) e FederAnisap (Federazione delle Associazioni Regionali Istituzioni Sanitarie Ambulatoriali Private).

Con il taglio del 40% delle tariffe, previsto dal decreto Balduzzi (legge 189/2012) «i laboratori privati accreditati sono condannati. Sopravviveranno solo quelli che fanno 500mila prestazioni l'anno, ma la maggior parte non supera 70-80 mila prestazioni in media. Così eliminiamo l'80% delle strutture. Venendo meno la capillare rete sul territorio che consente ogni giorno a milioni di italiani di fare analisi ed esami senza liste d'attesa», ha speigato Vincenzo D'Anna, presidente nazionale di FederLab Italia.

«Noi produciamo a costi del 30% inferiori rispetto alle strutture pubbliche - sottolinea D'Anna (Pdl), componente della Commissione Igiene e sanità del Senato - il decreto Balduzzi colpisce parte del sistema che non produce lista d'attesa e ha costi certi, molto più bassi del pubblico. Sono 15 anni che il ministero della Salute continua ad adottare nomenclatori tariffari senza la preventiva istruttoria tecnica che faccia la corretta rilevazione dei costi di produzione. Il Tar del Lazio - ricorda D'Anna - ha infatti annullato sia il tariffario Bindi per i laboratori e probabilmente il 5 dicembre annullerà anche quello Balduzzi, che decurta del 40% le tariffe».

«Manca anche da tempo l'insediamento dell'apposita commissione - aggiunge - che si occupi dei criteri generali attraverso i quali prima il ministero e poi le Regioni possano deterninare i rimborsi per le prestazioni dei laboratori. Chiediamo quindi che si applichi la legge, è trascorso un anno - conclude - e la commissione si è solo insediata e non ha mai prodotto una riga».

«Vogliono un Ssn che marci insieme all'Ue e una grande riforma che punti a veri investimenti in sanità e non al taglio delle tariffe per le strutture private che lavorano con il Ssn. Ma soprattutto una maggiore trasparenza nei bilanci delle aziende pubbliche perchè hanno bilanci privati, ovvero nessuno li vede. Mentre noi li abbiamo pubblici», denuncia Gabriele Pelissero, presidente dell'Aiop, nel suo intervento all'assemblea di Roma «In Italia - aggiunge Pelissero - la spesa sanitaria è più bassa rispetto ad esempio alla Francia, circa 109 mld da noi contro i 150 investiti dallo Stato francese. E' ora di tornare a investire con tagli selettivi per comparti, ma l'area biomedicale deve essere considerata strategica. Fermiamo - conclude - il disinvestimento in sanità».