Europa e Mondo

Spesa pubblica per la salute in calo dall'inizio della crisi. A Oslo il punto su dati e ricette possibili, ma intanto l'Oms avverte: «La copertura sanitaria universale è un must da rispettare»

di Barbara Gobbi

Una "due giorni" per fare il punto, oggi e domani a Oslo, sull'impatto che la crisi ha avuto sulle scelte di politica sanitaria dei governi europei. A organizzarla, dopo un primo incontro svoltosi proprio nel 2008, è l'ufficio dell'Oms Europa , che ha chiamato attorno a un tavolo ministri della Salute ed esperti, al lavoro su un draft di ingresso che parla chiaro: la spesa per la salute pubblica è diminuita in molti Paesi dall'inizio della crisi.

A confermarlo è il draft d'ingresso su cui lavoreranno oggi e domani gli esperti, uno studio realizzato dall'Osservatorio europeo sui sistemi e le politiche sanitarie in collaborazione con l'Oms Europa: "Salute, sistemi sanitari e crisi economica in Europa: impatto e implicazioni politiche". Al termine delle due giornate gli esperti produrranno un documento finale, ma le indicazioni che arrivano dai vertici delle istituzioni sanitarie europee sono già molto chiare: «In tempi di crisi, è forse ancora più importante proteggere il finanziamento dei sistemi sanitari, dal momento che i bisogni di salute possono crescere rapidamente; assicurare l'accesso ai servizi di salute è un aspetti cruciale di un più ampia rete di sicurezza sociale», spiega il direttore dell'Oms Europa Zsusanna Jakab. «Per questo la raccomandazione che rivolgiamo ai governi europei è la seguente: se dovete tagliare, tagliate con attenzione e non in modo lineare, e proteggete le popolazioni vulnerabili per garantire loro l'accesso universale alle cure. Le evidenze dimostrano che tagli inappropriati possono solo peggiorare i sistemi sanitari. Che, va sottolineato, da parte loro devono fare di tutto per minimizzare gli sprechi e perseguire l'appropriatezza.

Intanto, le evidenze mostrano che la salute mentale è tra gli ambiti di salute più vulnerabili: i suicidi tra gli "under 65", per citare l'aspetto più eclatante, sono in aumento dal 2007, in controtendenza rispetto agli anni passati e per l'effetto combinato tra disoccupazione e ritardo negli interventi. Ma va sottolineato anche l'incremento netto delle malattie infettive in alcuni dei Paesi più vulnerabili, dove i tagli ai budget hanno comportato un arretramento dei programmi di prevenzione e di intervento precoce.

La ricetta sarebbe invece tutt'altra, sottolineano invece dall'Oms Europa. E sta nel potenziare, piuttosto, le politiche e i servizi di prevenzione, la cui domanda aumenta e non decresce durante le crisi economiche.