Europa e mondo

Dall'Oms tolleranza zero verso la tubercolosi

Un nuovo programma d'azione per eradicare in due step la tubercolosi nei paesi dove l'incidenza è già basso. Lo ha presentato oggi a Roma l'Organizzazione mondiale della sanità insieme alla Società europea di respirazione, ipotizzando una fase di pre-eliminazione da qui al 2035, quando il target sarà meno di 100 casi ogni milione di persone, e una fase finale in cui, al 2050, si ottenga la «piena eliminazione» in corrispondenza dell'obiettivo di meno di un caso per milione di persone.
Sono 33 i paesi interessati, dove per quanto la tbc sia prevenibile e curabile, ancora oggi 155mila persone l'anno si ammalano mentre circa 10mila muoiono. Milioni, ricorda l'Oms, sono poi gli infetti che rischiano di sviluppare la malattia.

Il programma lanciato dall'Oms - e anticipato da Il Sole-24OreSanità n. 25/2014 (v. articolo correlato) - ripropone una serie di approcci che hanno già dimostrato di avere successo: è stato sviluppato da esperti dei Paesi a bassa diffusione e e adattato sulla base della nuova Who global Tb stratgy 2016-2035, approvata nel maggio scorso dall'Assemblea dell'Organizzazione mondiale della sanità.
L'Italia, sede della presentazione della proposta, rientra tra i 21 paesi cui il programma si rivolge. Gli altri sono dislocati in America, nella regione Eastern Mediterranean dell'Oms e nella regione Western Pacific.
Tutti i paesi riconoscono la comune esigenza di potenziare gli sforzi per eliminare la tb dal novero dei problemi di salute pubblica e di mettere in atto meccanismi per scongiurarne il rifiorire.

«I Paesi a bassa diffusione dispongono degli strumenti per ridurre drasticamente i casi di tb al 2035 - spiega Hiroki Nakatani, assistente del direttore generale dell'Oms Margaret Chan -. la copertura sanitaria universale, che assicura a ognuno l'accesso ai servizi sanitari di cui ha bisogno senza che ne risentano le sue risorse finanziarie, è la base di questo approccio. La chiave degli interventi è mirare interventi efficaci sulle fasce di popolazione che ne hanno bisogno».
Key interventions
Otto i punti della nuova strategia Oms: assicurare finanziamenti e tutoraggio per programmare servizi di alta qualità; raggiungere i gruppi più vulnerabili e meno facilmente raggiungibili; intercettare i bisogni speciali dei migranti; tenere conto delle problematiche cross-border; rendere disponibili screening su infezione latente e attiva in gruppi al alto rischio e predisporre trattamenti adeguati; gestire le epidemie; ottimizzare la prevenzione e la cura dei casi di Tb-Mdr; assicurare una sorveglianza continua e programmi di monitoraggio e valutazione; investire in ricerca; supportare il controllo globale della tubercolosi.

Tra i gruppi più vulnerabili, l'Oms cita i senza fissa dimora, i migranti, i membri di minoranze etniche. Ma anche quanti fanno uso di droghe o sono costretti in carcere e le persone con sistema immunitario compromesso.
La maggior parte di questi gruppi hanno a che fare con barriere nell'accesso ai servizi. La migrazione transfrontaliera è uno dei principalinterritori su cui concentrare gli sforzi: c'è il rischio che i trattamenti iniziati, ad esempio, non vengano portati a termine. La globalizzazione e i crescenti movimenti di popolazione consentono alla Tbc di spostarsi tra comunità e paesi. Per questo occorre uno sforzo coordinato, se si vuole raggiungere l'obiettivo di eliminare la tbc nei paesi a bassa incidenza, per potenziare prevenzione e trattamenti anche in quelli ad alta incidenza.