In Parlamento

Spending review: assalto al Dl con 1.800 emendamenti

di Roberto Turno (da Il Sole-24 Ore)

L'assalto degli emendamenti dei senatori, la promessa dello sciopero generale di Cgil e Uil a settembre nel pubblico impiego annunciata ieri da Susanna Camusso e Luigi Angeletti. È partita ufficialmente la carica contro l'operazione spending review bis del Governo. Per il Dl 95 l'ora della verità è ormai vicinissima: da lunedì si cominciano a esaminare e a scremare le proposte di modifica in commissione Bilancio per concludere tutto in appena due giorni. Giovedì è in calendario il voto con tanto di fiducia in aula a palazzo Madama e l'invio immediato del testo pressoché blindato alla Camera, che a sua volta, salvi imprevisti, dovrebbe licenziare definitivamente il decreto nella prima settimana di agosto.


Contro il decreto s'è abbattuta ieri in commissione una valanga di almeno 1.800 emendamenti presentati da tutti i gruppi parlamentari, a cominciare dai senatori del Pdl e del Pd che insieme ne hanno presentati almeno il 60 per cento. Mancano però ancora quelli decisivi dei relatori che dovrebbero recepire le indicazioni del Governo (ma non solo) e che arriveranno soltanto tra lunedì e martedì. Segno che la partita è ancora apertissima, non solo tra le forze politiche, ma anche con tutte le categorie colpite dalla revisione della spesa pubblica. Non ultime Regioni ed enti locali alle prese con una complicata trattativa col Governo, che finora s'è detto disposto a concedere ben poco a governatori e sindaci. Anche se già in queste ore per tutte le rappresentanze sociali e istituzionali che chiedono anche profondi cambi di rotta, sarà decisiva la sponda e la mediazione in atto dei partiti che sostengono il Governo.


Sanità, enti locali e Regioni, piante organiche del pubblico impiego, auto blu, acquisti di beni e servizi, ricerca: pressoché tutti gli articoli (24) del decreto spending sono oggetto di richieste di modifica. Senza rinunciare anche a compensazioni anti-tagli: contro il dimagrimento delle spese per la ricerca, ad esempio, 11 senatori del Pd chiedono la riduzione per 2,6 miliardi delle spese destinate all'acquisto dei cacciabombardieri F35 e di altri sistemi di difesa.


Capitolo a sé riguarda i tagli (4,7 miliardi fino al 2014) alla spesa sanitaria, su cui s'è molto speso il Pd. E in effetti sia il Pd che il Pdl hanno dedicato ampio spazio con i loro emendamenti alla sanità. Dal taglio più selettivo e non con le forbici di mini ospedali e posti letto all'ammorbidimento della stangata su farmacisti e industrie (via l'aumento degli sconti in favore del Ssn) fino alla limitazione solo ai nuovi contratti della potatura del 5% delle spese per beni e servizi e all'esclusione dei mezzi di servizio di asl e ospedali dai tagli alle auto blu.