In Parlamento

Decretone: domattina fiducia alla Camera. Ecco il testo: è quello della commissione Affari sociali "corretto" dalla Bilancio

Si svolgerà domani mattina alla Camera il voto sulla fiducia al decreto Balduzzi. Lo ha annunciato Maurizio Lupi (Pdl) presiedendo l'aula. Alle 8 le dichiarazioni di voto, alle 9,30 la prima chiama e poi, a seguire, gli ordini del giorno. Il voto finale sul provvedimento nel pomeriggio.

La fiducia, ha annunciato il ministro della Salute, Renato Balduzzi, è sul testo riapprovato dalla commissione Affari sociali , acquisendo le condizioni poste dalla Bilancio per il rispetto della copertura finanziaria. La Conferenza dei capigruppo definirà tempi e modi della votazione.

La commissione Affari sociali della Camera ha infatti accolto tutte le richieste di modifica della commissione Bilancio.

Queste in estrema sintesi le richieste della commissione Bilancio:

- il personale dipendente eventualmente utilizzato dalle aziende per le cure primarie deve essere senza oneri e in base alla convenzione nazionale

- nel ruolo unico dei Mmg devono restare fermi i livelli retributivi attuali

- la formazione per Mmg da prevedere nel Patto per la salute non deve avere oneri aggiuntivi

- per i convenzionati si devono rispettare le stesse regole di limitazione della crescita economica dei dipendenti previste nella spending review

- niente fatture dettagliate per l'intramoenia

- i moduli organizzativi per il controllo delle prestazioni in intramoenia non devono generare oneri aggiuntivi

- la commissione che può aggiornare le tariffe dell'intramoenia deve fare proposte nel rispetto degli equilibri di finanza pubblica e non deve ricevre alcun compenso

- niente più copertura assicurativa obbligatoria né possibilità di azione diretta del paziente

- niente Unità di risk management ma analisi a livello aziendale – senza costi extra – delle soluzioni per la gestione dei rischi, la loro prevenzione. Salute e Regioni monitorano i dati

- per i dirigenti che siano confermati in altro incarico di "pari rilievo" dopo verifica positiva (anche secondo le regole della riforma Brunetta) si rispetta la legge 122/2010 che prevede che l'incarico sia di valore economico inferiore ed eventualmente alle condizioni meno di favore

- tempo determinato: la possibilità del 2% dei contratti rispetto agli organici (per tutti) è considerata per difetto se i valori non sono interi

- via l'età pensionabile a 70 anni per i medici e i dirigenti Ssn

- il monitoraggio delle unità assistenziali anche in base al Programma esiti, deve essere senza costi aggiuntivi

- niente prepensionamento per chi avesse raggiunto i requisiti al 31 dicembre 2014

- dalle limitazioni al tempo determinato è escluso il solo personale sanitario

- niente nuovi concorsi o deroga al turn over al 20% nelle Regioni con piani di rientro. In queste ultime semmai la deroga può essere al 15% solo rispetto a necessità di erogazione dell'assistenza e comunque con autorizzazione di Economia, Salute, Affari regionali

- niente più fondo per le ludopatie, ma solo loro inserimento nei Lea

- efficienza energetica negli ospedali sono dopo un'analisi costi-benefici che ne accerti la convenienza

- le regole per l'aggiornamento della normativa antincendio valgono solo per le strutture pubbliche

- negli ospedali non dovranno essere previsti spazi per cure pediatriche e esigenze genitori

- nel blocco dell'accesso al gioco per i minori non c'è più il controllo con "l'uso esclusivo di tessera elettronica, tessera sanitaria o codice fiscale"

- nessun compenso ai componenti dell'Osservatorio per contrastare i giochi nei minori

- niente defibrillatori (né loro finanziamento extra), solo certificazioni obbligatorio di buona salute

- dalle restrizioni per il latte crudo sono escluse le microimprese

- per le bevande a base di frutto le regole del 20% si applicano dopo sei mesi del recepimento della procedura prevista dalla direttiva 98/34/CE

- il tavolo presso l'Aifa per il monitoraggio dei prontuari ospedalieri non percepisce compensi

- i farmaci terapeuticamente superati e quelli con efficacia non sufficientemente dimostrata sono fuori dal prontuario. Quelli che non soddisfano il criterio di economicità ricontrattano il prezzo con l'Aifa e sono fuori prontuario se non c'è accordo entro il 31 dicembre 2013

- la proroga degli organi collegaili che fanno capo al ministero della Salute è fino al 31 dicembre 2012 e non al 30 aprile 2013

Ieri prima il Servizio del bilancio della Camera, poi il ministero dell'Economia, quindi la Ragioneria generale dello Stato: sono arrivate ieri alla commissione Bilancio di Montecitorio tre stroncature consecutive per il "decretone sanitario" (Dl 158) del ministro Renato Balduzzi. Il decreto da oggi corre veloce verso il voto di fiducia, con ogni probabilità con la necessità della messa a punto di un maxi emendamento anche per aggirare i 350 emendamenti presentati in aula.

La commissione Bilancio ha soppesato fino all'ultimo nella serata di ieri i tre pareri (pubblicati su questo sito ) in un vero e proprio braccio di ferro tra centrodestra e centrosinistra. Alla fine, più che gli aspetti tecnici e di copertura delle norme che avrebbero costretto a uno slalom per riscrivere daccapo il decreto, in commissione Bilancio hanno prevalso le scelte politiche e i compromessi tra i partiti. Compromessi che, però, hanno lasciato comunque l'amaro in bocca a tanti.

Reazione immediata dei sindacati. «Un tormentone senza fine tra continui colpi di scena sta portando il decreto sanità al voto di fiducia. Con motivazioni assolutamente speciose e affermazioni non dimostrate, la Commissione Bilancio della Camera ha di nuovo mutilato il testo approvato dalla Commissione Affari Sociali, costretta praticamente a ri-scrivere sotto dettatura» è il commento del segreatrio nazionale dell'Anaao Costantino Troise.

Secondo Trise «nel mirino sono finiti aspetti di rilievo per il sistema sanitario e le sue categorie professionali: il tentativo di equiparare l'età di quiescenza della dirigenza medica e sanitaria del Ssn, ma anche dei ricercatori universitari, a quella dei professori ordinari; la volontà di estendere alla sanità quanto già previsto per i dipendenti statali in tema di pensionamento; la creazione di unità di gestione del rischio clinico per frenare l'incremento delle polizze assicurative e lo stesso obbligo per le aziende sanitare a garantire copertura assicurativa ai propri dipendenti; lo sblocco del turnover nelle Regioni in piano di rientro, condannando estese fasce di cittadini a non potere esigere il diritto ai Lea. E infine - aggiunge - ciliegina sulla torta, è tornata la precarietà degli incarichi professionali per i medici, che rischiano di rimanere in balia della invadenza amministrativa e politica. Ci chiediamo quale interesse possa avere la Commissione Bilancio verso una norma, riesumata da un comma di una leggina dell'ex ministro Brunetta, che nulla ha a che fare con aumento di costi per la finanza pubblica».

«La sanità - afferma Troise - i cittadini e i medici non possono essere ostaggio di gruppi di potere e di mistificazioni ragionieristiche che la commissione Affari Sociali della Camera non è riuscita ad arginare, subendo impropri condizionamenti del suo ruolo attraverso una vera e propria invasione di campo. Facciamo appello al ministro della Salute perché voglia recuperare, in un maxiemendamento, almeno alcuni di questi aspetti, ma intanto continuiamo a mobilitare la categoria per portare in piazza a Roma il 27 ottobre anche la nostra rabbia».