In Parlamento

Orario di lavoro e riposi dei medici: Lorenzin chiede un confronto con Affari europei, Lavoro e Funzione pubblica per l'adeguamento alle norme Ue

«Ho provveduto a firmare una nota indirizzata al ministro degli Affari europei in cui ho promosso l'esigenza di avviare un rapido confronto anche con il ministero del Lavoro e delle politiche sociali e con il dipartimento della Funzione pubblica per condividere soluzioni volte a rispristinare anche per il personale medico sanitario la validità delle disposizioni sull'orario massimo di lavoro settimanale e sul diritto di riposo di cui la direttiva 2003/88 per garantire piena corrispondenza a quanto sollevato dalla commissione europea». Ha dichiararlo è la ministra della Salute Betarive Lorenzin, rispondendo a un question time alla Camera sulle iniziative per ripristinare la disciplina sul'orario massimo di lavoro settimanale e sul diritto al riposo per il personale medico e sanitario.


La direttiva 2003/88 della comunità europea contiene norme sull'organizzazione dell'orario di lavoro per tutelare la salute e la sicurezza dei lavoratori. In attuazione, ha spiegato Lorenzin, in Italia é stato emanato il decreto legislativo dell'8 aprile 2003 n. 66 che nel regolamentare l'articolazione dell'orario di lavoro detta principi in materia di r iposo, ferie, lavoro notturno e straordinario. Ma con la legge 24 dicembre 2007 n. 244 (finanziaria 2008) é stata introdotta una prima deroga per i riposi del personale di area dirigenziale del servizio sanitario nazionale, prevedendo la non applicazione della norma, ma delle disposizioni contrattuali in materia di orari di lavoro, nel rispetto dei principi generali della protezione della sicurezza e della salute dei lavoratori. Successivamente la legge 133/2008 oltre alla normativa su riposo é stata derogata anche quella relativa sul limite massimo dell'orario di lavoro settimanale.

La commissione europea - ritenendo che la repubblica italiana sia venuta meno agli obblighi imposti dalla direttiva 2003/88 - ha avviato nei confronti del governo italiano una procedura per chiedere chiarimenti sulla mancata applicazione della stessa e nonostante la risposta della Salute, ha emesso il 30 maggio parere motivato per il mancato recepimento dell'ordimanemto giuridico nazionale della direttiva 2033/88.
Pertanto, ha detto Lorenzin, «la stessa commissione invita l'italia - pena il possibile deferimento alla corte di giustizia europea - ad adottare le misure necessarie per conformarsi alla normativa richiamata entro 2 mesi dal recepimento del suddetto parere motivato».