In Parlamento

Scaccabarozzi (Farmindustria): «Evitare sprechi e inefficienze, destinando i risparmi all'innovazione». Audizione al Senato

La ricetta per la sostenibilità della spesa sanitaria passa attravesro la razionalizzazione dell'offerta di tutti i beni e servizi, il completamento dell'iter dei costi standard per evitare sprechi e inefficienze e la destinazione dei risparmi all'accesso all'innovazione. Non ha dubbi il presidente di Farmindustria, Massimo Saccabarozzi, che ha illustrato le proposte nel corso di un'audizione in Commissione Igiene e Sanità del Senato, nell'ambito dell'Indagine conoscitiva sulla sostenibilità del Ssn. Scaccabarozzi. Aggiungendo che bisogna prevedere «meccanismi di compartecipazione equa del cittadino, con esenzioni per patologia e/o livello di reddito, liberando così risorse da investire per le terapie innovative. Sostenere lo sviluppo di Fondi integrativi, per garantire risorse aggiuntive verso le strutture pubbliche».

Il settore farmaceutico non va penalizzato, è una risorsa importante per il Paese, secondo Saccabarozzi. Che ha sottolineato la necessità di «ottimizzare la spesa sanitaria senza penalizzare il farmaco. La spesa farmaceutica - ha ricordato - rappresenta il 14% della spesa sanitaria pubblica ma paga il 30% dei tagli delle manovre 2012-2014 nonostante dal 2006 al 2012 sia diminuita del 3% e sia l'unico settore con tetto vincolante all'interno del Ssn».

«L'ultima Relazione Annuale della Banca d'Italia - ha proseguito - mostra come la farmaceutica sia il settore manifatturiero che ha aumentato di più la produttività negli ultimi 5 anni«, tenendo a precisare che «tra il 2007 e il 2011 le imprese del farmaco hanno contribuito pesantemente al riequilibrio dei conti».

Le criticità: la frammentazione locale e l'accesso ai nuovi farmaci
Scaccabarozzi ha posto l'accento sulle innumerevoli criticità del sistema, a partire dalla «frammentazione di 21 sistemi sanitari diversi, che lede il diritto alle cure e deprime gli investimenti» , per passare alle «forti disomogeneità regionali per tempi di pagamento e di accesso ai nuovi farmaci«, fino a 530 giorni, ma anche la «disomogeneità nell'accesso all'innovazione: i farmaci non sono disponibili in tutte le Regioni», di qui la richiesta di un riequilibrio di competenze fra Stato e Regioni. Anche per porre un freno alle differenze fra regioni nei tempi di pagamento: «dopo l'introduzione della nuova normativa Ue - ha riferito Scaccabarozzi - solo il 10% delle fatture emesse nel 2013 e scadute é stato pagato entro 60 giorni, mentre il 67% o non è stato ancora pagato o é stato pagato dopo 120 giorni.

I tempi di pagamento
Da gennaio 2013 la nuova direttiva prevede che i pagamenti da parte della sanità pubblica avvengano inderogabilmente entro 60 giorni Un'indagine condotta sulle aziende associate a Farmindustria, mostra che: le prime tre Regioni con maggiore criticità sono Campania, Calabria, Molise, analogamente a quanto avveniva prima della nuova direttiva nelle stesse Regioni non risultano ancora pagati i crediti pregressi fino al 2012 (mentre nel 50% dei casi i pagamenti sono stati effettuati). Nonostante i miglioramenti apportati dalle nuove normative, permangono situazioni di criticità, spesso concentrate nelle stesse Regioni».

Innovazione penalizzata
«L'Italia non spende troppo per la Sanità - ha detto il presidente di Farmindustria - ma spende spesso male e penalizza l'innovazione». Per questo é necessario «modificare la governance farmaceutica, portando il finanziamento della spesa farmaceutica in Italia, oggi inferiore del 25% procapite, al livello dei Big Ue, eliminare i tetti di prodotto e di classi terapeutiche e rivedere i meccanismi di ripiano. Prevedere un ruolo attivo del ministero dello Sviluppo Economico all'interno dell'Agenzia Italiana del Farmaco. Assicurare, nel rispetto dell'appropriatezza, la libertà prescrittiva del medico nella scelta terapeutica, senza vincoli di carattere economicistico né discriminazioni verso i prodotti con marchio».

Le proposte per la crescita
E per tornare a crescere, è necessario «agire per la sostenibilità della spesa sanitaria. Razionalizzare l'offerta di tutti i beni e servizi, completando l'iter dei costi standard per evitare sprechi e inefficienze, destinando i risparmi all'accesso all'innovazione. Prevedere meccanismi di compartecipazione equa del cittadino, con esenzioni per patologia e/o livello di reddito, liberando così risorse da investire per le terapie innovative. Sostenere lo sviluppo di Fondi integrativi, per garantire risorse aggiuntive verso le strutture pubbliche».