Lavoro e Professione

Rappresentatività 2013-2015: fuga dai sindacati

In quattro anni cinquemila medici, duemila dirigenti non medici e oltre 8.500 operatori non medici hanno perso fiducia nel sindacato. Una fuga che ha ridotto le deleghe delle organizzazioni rappresentative del 6,5% per i medici, del 14,5% per i dirigenti medici e di quasi il 3% per infermieri, tecnici e professioni sanitarie in genere.
E a perdere di più sono stati i grandi sindacati, quelli p che con la riforma Brunetta hanno assorbito altre sigle. I sindacati anche generalisti, che rappresentano più espressioni della stessa professionalità, ma nessuno in particolare, che hanno lasciato sul campo migliaia di iscritti a favore di quelli che finora erano i piccoli sindacati, vere e proprie nicchie di settore che spesso non comparivano neppure nella tabella della rappresentatività.
Per il triennio 2013-2015 (i contratti sono triennali dopo la riforma Brunetta: la rappresentatività precedente era infatti 2008-2009) l'Aran ha appena pubblicato i risultati ufficiali della raccolta delle deleghe sindacali per medici e dirigenti e di deleghe e voti alle Rsu per il personale.
Tra i medici i primi due sindacati perdono iscritti: -1.259 l'Anaao e -366 la Cimo. Pochi voti in meno (-30) per la Cgil e per la Federazione di medici e veterinari Fvm (-60), mentre aumentato, chi più chi meno, tutti gli altri. Con il massimo della federazione di medici del territorio, radiologi, patologi clinici psicologi e farmacisti Fassid (SIMeT, SNR, AIPaC, AUPI e SiNaFO: 951), seguita dai chirurghi, ginecologi, medici di base e di guardia medica Fesmed (Acoi, Aogoi, Sedi e Sumi: 761) e dai primari di Anpo-Ascoti-Fials medici che con 633 deleghe in più rientrano a pieno titolo nella rappresentatività (almeno il 5% di deleghe a livello nazionale) da cui nelle ultime tornate contrattuali erano rimasti ai margini. E con l'aumento della Uil medici che rientra nella rappresentatività dopo essere rimasta esclusa con l'ultimo contratto.
Dal punto di vista della percentuale di rappresentatività invece, vista la diminuzione generale delle deleghe e quindi la diversa incidenza sul totale, l'unico sindacato che mostra una flessione è l'Anaao - che resta tuttavia di gran lunga il sindacato maggiormente rappresentativo - che perde lo 0,32%. Guadagnano tutti gli altri dallo 0,29% della Cimo all'1,71% del Fassid, ma il dato Aran che pubblica per gli anni precedenti solo i risultati dei sindacati che rientrano nei criteri di rappresentatività non permette di quantificare la percentuale di aumento della Uil.
Più evidente la situazione nella dirigenza non medica. Al primo posto c'è il Fassid che comprende nell'area i farmacisti del Sinafo e gli psicologi dell'Aupi. Secondo è l'Anaao che ha assorbito lo Snabi (biologi, chimici e fisici), nella precedente tornata contrattuale primo sindacato della dirigenza non medica. Ma i voti in generale si sono ridotti e l'area ha perso in assoluto il maggior numero di iscritti. Per il resto perdono tutti sindacati tranne Fedir sanità che guadagna 189 voti.
Anche in questo settore l'incidenza delle deleghe sulla rappresentatività sconta la diminuzione degli iscritti ai sindacati. Unica che perde infatti – ma solo lo 0,01% - è la Cisl, mentre chi guadagna di più è Fedir Sanità: +2,23%. Naturalmente non è possibile calcolare l'aumento percentuale di rappresentatività di Anaao e Fassid, assenti dalla precedente tornata contrattuale con queste sigle congiunte.
Infine il comparto. La perdita di deleghe, proporzionata al numero di operatori (circa 600mila), è ben più consistente. Si va infatti dai -9.945 della Cgil ai -526 della Fsi. Guadagna ben 3.893 iscritti la Fials e fanno il loro ingresso per la prima volta due sindacati rappresentativi della più numerosa professione sanitaria: gli infermieri. Arrivano infatti nella tabella della rappresentatività Nursind e Nursing up, sindacati appunto degli infermieri, mai stati rappresentativi in precedenza nella classifica che aveva accolto fino al 2008-2009 solo le confederazioni maggiori.
Situazione analoga rispetto ai voti ottenuti dalle Rsu, dove però a perdere oltre 9.500 voti è stata la Cisl, mentre si nota il risultato dei due nuovi sindacati degli infermieri che entrati per la prima volta in classifica si presentano con ben 17.696 (Nursind) e 14.669 (Nursign up) voti.
Dal punto di vista della rappresentatività, prendendo il valore medio deleghe-Rsu resta il predominio della Cgil, anche se il sindacato perde il 2,12% nelle deleghe e guadagna lo 0,22 nelle Rsu. Perde percentualmente la Cisl in entrambi i settori e nelle Rsu anche la Uil. Percentuale maggiore per la Fials nei due settori e lievissima flessione per la Fsi (-0,02 e -0,07 rispettivamente per deleghe e Rsu).

LEGGI I COMMENTI DEI SINDACATI

L'Anaao: «Restiamo il primo sindacato»

La Cgil medici: «Un campanello d'allarme per tutti»

La Federazione Ipasvi: «I frutti avvelenati della crisi»

La Federazione medici e veterinari (FVM): «Un calo modesto? Il fenomeno è solo rimandato per effetto del blocco delle pensioni»

Nursind: «Il concreto segnale di una categoria che rivendica un ruolo da protagonista»