Lavoro e Professione

Trasformare i Mmg in dipendenti Ssn: la richiesta del neo-nato movimento MoDiMeG

I medici di famiglia cominciano a pensare che rispetto all'attuale convenzione sia meglio essere dipendenti del Ssn.

E la sfida l'hanno lanciata 28 Mmg di tutta Italia riuniti nel MoDiMeG - che il 18 maggio terranno la prima asemblea del comitato promotore a Pescara - il movimento per il passaggio alla dipendenza dei medici di medicina generale, che ha mandato in rete da pochi giorni il suo sito (www.modimeg.it ).

MoDiMeG, speigano i promotori, persegue l'obiettivo del passaggio dei medici di famiglia, della continuità assistenziale, dei servizi territoriali e dell'emergenza, attualmente nella convenzione della medicina generale, al rapporto di lavoro dipendente della dirigenza medica, con i relativi diritti e doveri, ma anche le garanzie retributive e normative.

«Negli ultimi anni abbiamo assistito all'introduzione ope legis di nuovi compiti ed incombenze burocratiche per i medici dell'area della medicina generale - spiega il manifesto del movimento - dimenticando che essi intrattengono con il Ssn un rapporto di prestazione d'opera di tipo libero-professionale, secondo il quale ad ogni nuova mansione deve corrispondere il relativo emolumento, normato da un accordo di lavoro nazionale o locale».

«Non vogliamo più essere medici del Ssn senza garanzie e senza diritti», si afferma nel manifesto programmatico, che invita i medici ad aderire al Movimento per rendere praticabile la proposta.

«La principale obiezione che il rapporto di lavoro dipendente, con orario e mansioni definite, mal si concili con la flessibilità dell'attività della medicina generale, basata sul rapporto fiduciario e sulla scelta da parte dell'assistito, è fondata su una vecchia e rigida concezione del lavoro dipendente, mentre è ben possibile individuare meccanismi di incentivazione per l'acquisizione delle scelte ed il mantenimento del rapporto fiduciario» si legge ancora nel manifesto.

In previsone di una eventuale trasformazione contrattuale così radicale, il movimento annuncia la volontà di «battersi in tutte le sedi opportune per garantire ai medici diritti contrattuali paragonabili a quelli del rapporto di lavoro dipendente, in primis le ferie retribuite e la 13° mensilità».