Lavoro e Professione

Sit-in dei giovani medici domani a piazza Montecitorio: «Cambiare il Paese per non cambiare Paese»

«Cambiare il Paese, per non cambiare Paese: riscopriamo in Italia l'orgoglio di essere medici!»: con questo slogan domani scende in piazza Montecitorio a Roma l'Associazione italiana giovani medici (Sigm), insieme con il Comitato pro concorso nazionale, un network di 7.000 tra studenti in medicina e medici aspiranti specializzandi nato sul web per chiedere la riforma delle modalità di selezione per l'accesso alle scuole di specializzazione di medicina.

Il "Giovani medici Day " - un sit in che partirà alle 10 - punta a richiamare l'attenzione del nuovo Governo e del Parlamento sulle piaghe che affliggono i giovani camici bianchi, denunciate da tempo e ancora in gran parte irrisolte.

«La recente riduzione dei 500 contratti ministeriali ha toccato un nervo scoperto – spiega Andrea Silenzi, vicepresidente Sigm – perché conseguenza della mancata assunzione di responsabilità da parte della politica e di quanti sono al governo della professione medica. Vogliamo aiutare la politica a sintonizzarsi sui problemi dei giovani e a fare quelle riforme che ci rimettano al passo con l'Europa nella convinzione che altrimenti il fenomeno della "marea blanca" non sarà noto solo per le proteste in piazza dei medici spagnoli, ma anche per il numero sempre maggiore di giovani medici italiani che scelgono di tentare fortuna all'estero».

Già nel 2009, sono circa mille i giovani medici che hanno chiesto al ministero della Salute il certificato di congruità per esercitare all'estero. E il trend - assicura l'associazione - è in ascesa.

«Da anni rappresentiamo l'urgenza di una complessiva rivisitazione del sistema formativo pre e post lauream di medicina in Italia», aggiunge Andrea Ziglio, Coordinatore nazionale Dipartimento specializzandi del Sigm. Per i giovani medici, è necessario adottare un corso di laurea in medicina più professionalizzante e permeabile alle best practice europee, passando per la laurea abilitante e un concorso di accesso alle scuole di specializzazione oggettivo e meritocratico, che sia in linea con un'adeguata programmazione del fabbisogno di professionalità mediche per rispondere alle esigenze del nostro Ssn. «Se ogni anno fanno il loro ingresso a medicina circa 10.000 matricole e poi, nel post lauream, l'accesso alla formazione dei neolaureati è possibile soltanto per 4.500 specializzandi e circa 800 corsisti di medicina generale, allora i conti non tornano. Ancora meno se si considera che in questo modo stiamo investendo denaro "a fondo perduto" nella formazione di professionalità quanto mai necessarie per la nostra sanità ma che, allo stato attuale, nel nostro Ssn non troveranno mai spazio».

Sono cinque, in sintesi, i punti da affrontare per ridare dignità e futuro alla professione medica in Italia secondo il Sigm:
1. Rilancio della formazione medica post lauream attraverso l'adeguamento del capitolo di spesa della formazione medica specialistica e l'adozione di un contratto di formazione specifica in medicina generale.
2. Riforma immediata del concorso di accesso alle scuole di specializzazione, nel segno del merito e della trasparenza (qui la petizione ).
3. Corretta programmazione (quantitativa e qualitativa) del fabbisogno di professionalità mediche da formare e adozione di politiche di sostegno all'accesso dei giovani medici al mondo del lavoro in modi (superamento del precariato) e tempi che siano in linea con l'Europa (riconoscimenti per ridurre il divario tra neoassunti e fasce apicali).
4. Riconfigurazione del trattamento previdenziale dei medici (con particolare riferimento ai giovani professionisti ed al duplice iniquo inquadramento Inps/Enpam dei medici in formazione specialistica) e individuazione dei vertici previdenziali a suffragio universale.
5. Sostenere l'accesso alla ricerca, vero volano di sviluppo per la sanità e per il Paese, dei giovani medici al pari di quanto avviene nell'Ue.

«Vogliamo rilanciare il ruolo sociale del medico. Ma per fare ciò è indispensabile sostenere l'accesso dei giovani medici in tempi ottimali al mondo del lavoro e alla ricerca», sostiene Walter Mazzucco, presidente nazionale del Sigm. «Bisogna ridare speranza alle giovani generazioni di medici, attraverso il superamento del precariato e la riduzione del divario tra neoassunti e fasce apicali. Ma per fare ciò, occorre investire nell'assistenza territoriale. La nostra ambizione è far riscoprire ai colleghi l'orgoglio di essere medici in Italia e la passione di svolgere la professione più bella del mondo in corsia, negli ambulatori e nei laboratori, negli angoli più disagiati della propria città o nelle parti più povere del mondo».