Lavoro e Professione

Blocco dei contratti, Cosmed, Cimo e Cida: «Il Parlamento fermi il provvedimento»

Il ministro D'Alia ha confermato l'intenzione del Governo di bloccare i rinnovi contrattuali del pubblico impiego per il 2014 avvalendosi delle previsioni della legge 122.

«Occorre chiarire che questa legge allo stato attuale non solo ha impedito dal 2009 qualunque aumento contrattuale, ma sono stati manomessi anche gli effetti dei contratti precedenti in materia di progressione di carriera, risorse aggiuntive per la contrattazione integrativa, l'erogazione dell'indennità di vacanza contrattuale e il blocco dei fondi negoziali», ha dichiarato la Cosmed. «In pratica - secondo la confederazione dei dirigenti - non solo in questi anni non sono stati erogati aumenti, ma sono stati intaccati anche i contratti precedentemente sottoscritti. I dipendenti pubblici hanno subito decurtazioni eccezionali motivate da una crisi economica che evidentemente si protrae solo per loro mentre sono stati emanati provvedimenti di defiscalizzazione della produttività solo per il settore privato. Silenzio assoluto poi sul destino del contratto 2013-2015 eroso per 2/3 e senza prospettiva la mancata apertura dei tavoli contrattuali, forse ad intendere che il blocco potrebbe anche prolungarsi».

«Se il Governo intende smantellare il servizio pubblico colpendo i dipendenti pubblici, cancellando i contratti di lavoro, mantenendo la vergognosa condizione di migliaia di precari e bloccando il turn over - conclude la Cosmed - dovrà assumersi le responsabilità pratiche e le reazioni conseguenti. Chiediamo al Parlamento di fermare l'iter del decreto del ministero dell'Economia che passa ora all'esame delle Commissioni, che rappresenterebbe il punto di rottura definitiva tra Governo e dipendenti pubblici del Ssn».

Sullo stesso argomento erano intervenuti nei giorni scorsi anche Cimo e Cida, affermando che è « del tutto inaccettabile questo reiterato blocco: dirigenti, professionisti, quadri delle Pubbliche Amministrazioni hanno già pagato un conto salato sul versante retributivo e su quello di una consistente riduzione delle dotazioni organiche: hanno con ciò già dato il loro contributo per il risanamento economico del Paese. Per le categorie dei dirigenti, professionisti e quadri, rappresentate dalla FP-CIDA e dalla CIMO, i tagli degli organici a parità di volume di attività complessiva si sono tradotti in una crescita esponenziale delle responsabilità individuali, senza corrispondenti riconoscimenti economici. Tale situazione non potrà mancare di produrre in prospettiva effetti negativi sul buon andamento delle amministrazioni e degli enti pubblici. Il blocco quadriennale della contrattazione, ancor più se ulteriormente protratto, impedirebbe inoltre al confronto negoziale di intervenire con le necessarie manovre perequative a favore di categorie fino ad ora ingiustamente penalizzate. La FP-CIDA e la CIMO chiedono pertanto al Governo e al Parlamento, che ha avviato nei giorni scorsi l'esame del provvedimento, la sospensione del decreto e l'avvio urgente di un confronto per una revisione delle politiche nei confronti dei pubblici dipendenti, in particolare dei dirigenti e delle alte professionalità, che ristabilisca un clima di serenità nelle pubbliche amministrazioni, a vantaggio di tutta la collettività, con il ripristino di una regolare attività contrattuale, il superamento dei gravi problemi del precariato, la riapertura di itinerari di reclutamento certi nei tempi e nelle modalità».