Lavoro e Professione

In Italia 10mila falsi dentisti: studio Eures-Cao FnomCeO

In Italia circolano 10mila falsi dentisti. Che non causano soltanto danni alla nostra salute. Ammonta infatti a settantacinque milioni di euro la perdita per le casse dello Stato. E parliamo esclusivamente dei mancati incassi Irpef.

Sono questi alcuni dati che emergono dallo Studio svolto dall'Eures – l'Istituto di Ricerche Economiche e Sociali – in collaborazione con la Commissione Albo Odontoiatri e con l'egida di tutto il Comitato Centrale della Fnomceo che, per la prima, volta ha dato "numeri certi" sull'abusivismo medico e odontoiatrico nel nostro paese e a livello europeo.

I risultati completi saranno illustrati alla stampa domani, 24 maggio, alle 12, presso la Sede della Fnomceo (Piazza Cola Di Rienzo 80 A) dal Presidente dell'Eures, Fabio Piacenti, e dal presidente nazionale della Cao, Giuseppe Renzo.

«Sono cifre da punto esclamativo – commenta Renzo –, che gridano ancor più vendetta in un contesto di crisi che pare senza fine e nel quale lo Stato annaspa nella ricerca di nuove entrate, per rispondere a bisogni sociali non più dilazionabili».

Crisi economica che non lascia immuni gli Odontoiatri, soprattutto i giovani. «La situazione sta diventando drammatica - conferma Renzo -. Siamo abituati a pensare a quella odontoiatrica come a una professione subito remunerativa e con sbocchi sicuri. In realtà, il tasso di disoccupazione è almeno del 20%. I giovani non trovano lavoro se non dopo tre anni (per aprire un proprio studio ne occorrono da sei a dieci), finendo facile preda di strutture di dubbia certificazione che li sottopagano e li sottopongono a ritmi di lavoro massacranti».

«Secondo la nostra indagine – aggiunge Fabio Piacenti - proprio queste strutture, nelle quali è più difficile per il paziente riconoscere la figura professionale addetta alla cura odontoiatrica, costituirebbero le nuove incubatrici di abusivismo e prestanomismo, andando gradualmente a sostituire gli studi, più o meno nascosti, gestiti da falsi dentisti che si spacciano per laureati».

Tra le altre cause di abusivismo, il traffico di lauree false o il riconoscimento di titoli conseguiti all'estero, pur in assenza di garanzie sulla qualità formativa, accanto a un atteggiamento scarsamente collaborativo dei cittadini nel denunciare gli abusivi e soprattutto a un quadro sanzionatorio del tutto inadeguato a disincentivare i comportamenti illegali.

L'abusivo esercizio di una professione, infatti, disciplinato dall'articolo 348 del Codice Penale, è oggi punito con una multa irrisoria che va da 103 a 516 euro o con la reclusione sino a sei mesi.

«Ci auguriamo che questa ricerca possa sensibilizzare i cittadini a smascherare i casi di abusivismo – auspica Renzo – anche perché le prime vittime sono i pazienti stessi. L'abusivismo, infatti, porta con sé il pericolo di danni importanti al cavo orale e a tutto l'organismo, oltre a favorire la diffusione di agenti patogeni anche gravi, quali il virus dell'epatite B e C e dell'Hiv».