Lavoro e Professione

Precari: in vigore da ieri il decreto per la stabilizzazione

Pubblicato nella Gazzetta Uficiale n.204 del 31 agosto e in vigore da ieri il decreto legge n. 101/2013 recante «Disposizioni urgenti per il perseguimento di obiettivi di razionalizzazione nelle pubbliche amministrazioni» che apre tra l'altro la strada alla stabilizzazione di circa 35 mila operatori del settore sanitario ( di cui 10mila medici), tramite concorso pubblico riservato.

Il provvedimento - approvato il 26 agosto dal Consiglio dei ministri - affronta la specificità del settore - che ha caratteristiche diverse dal resto della Pubblica amministrazione - affidando la procedura di intervento selettiva a un decreto del presidente del Consiglio dei ministri, da adottare entro tre mesi, su proposta del ministro della Salute, di concerto con il ministro dell'Economia e delle finanze e con il ministro per la Pubblica amministrazione, di intesa con la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano. Il tavolo Stato-Regioni per il Ssn dovrebbe essere avviato entro fine anno con l'obiettivo di chiudere il precorso entro il 2014.

Sui contenuti del decreto e sull'impegno espresso dal ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, per far ampliare agli operatori del settore sanitario le misure antiprecariato inizialmente destinate agli altri settori della Pubblica amministrazione hanno espresso il proprio apprezzamento tutti i sindacati di categoria. Per il segretario nazionale Anaao Assomed, Costantino Troise, il provvedimento rappresenta «una boccata di ossigeno in una partita che sembrava persa fin dall'inizio. «Ora - ha aggiunto - occorre che ministro e sindacati continuino ad impegnarsi a fondo per evitare il collasso totale del Servizio sanitario nazionale», sottolinea Troise.

Dello stesso avviso Riccardo Cassi, presidente Cimo-Asmd. «Finalmente un segnale positivo. Adesso però vanno create le condizioni perché non si riformi di nuovo un precariato e ci auguriamo che il Dpcm possa risolvere in maniera definitiva la questione senza creare ulteriori danni al Ssn: l'attuale sistema ha mostrato i suoi limiti, se vogliamo salvare il servizio sanitario nazionale e rimotivare chi ci lavora occorre cambiare».

Di una grande boccata di ossigeno per la sanità «che porterà, finalmente, tantissimi colleghi alla conquista, dopo tanti anni, di quel sospirato posto di lavoro», parla anche Biagio Papotto, segretario generale Cisl medici. Mentre resta tiepido il giudizio della Cgil. In una nota congiunta Cecilia Taranto, segretaria nazionale Fp-Cgil, e Massimo Cozza, segretario nazionale Fp-Cgil Medici hanno definito l'intervento previsto col decreto «un primo passo insufficiente». «Il provvedimento - hanno spiegato - rischia di essere difficilmente applicabile in presenza di vincoli di bilancio e di situazioni finanziarie che potrebbero vanificarne gli effetti. Nelle condizioni attuali il Dl non dà alcuna garanzia, ma offre semplicemente al sistema sanitario un'opportunità difficile da cogliere a seguito dei pesanti e persistenti tagli operati negli ultimi anni».