Lavoro e Professione

I medici Fimmg alle Regioni: «Dov'è finito il rinnovo dell'Accordo collettivo nazionale?»

di Manuela Perrone

Che fine ha fatto il rinnovo degli Accordi collettivi nazionali dei medici di famiglia, dei pediatri e degli specialisti ambulatoriali? La prima legge Balduzzi (n. 189/2012) prevedeva che il rinnovo (a costo zero) delle convenzioni avrebbe dovuto concludersi entro lo scorso 11 maggio. Almeno per recepire le novità introdotte dal Governo Monti, a partire dalle nuove forme organizzative che avrebbero dovuto rilanciare la sanità territoriale. Siamo a settembre e tutto tace. Dal nuovo Esecutivo, cui spetta l'emanazione dell'atto di indirizzo (la prima bozza si era subito arenata ), ma soprattutto dalle Regioni.

A chiedere conto della situazione è oggi la Fimmg, il maggior sindacato dei generalisti. Con una lettera inviata ai governatori e agli assessori, il segretario Giacomo Milillo e i segretari regionali denunciano lo stallo e sollecitano il rappresentante delle Regioni a «esprimerci ufficialmente la Sua posizione circa la volontà di procedere, in maniera condivisa, al rinnovo rifondante dell'Acn della Medicina generale, in costanza di finanziamento della massa salariale, senza ulteriori ritardi».

Nella missiva, la Fimmg ricorda le proposte di «rifondazione» della medicina generale elaborate da anni e sostanzialmente condivise dalle Regioni. Ribadisce la necessità di un percorso condiviso, tanto più in «momento molto critico» come quello che sta vivendo il Paese. Sottolinea come la riforma contenuta nella legge Balduzzi, che ha riscritto l'articolo 8 del Dlgs 502/1992, riprende quanto concordato tra i sindacati e l'ex ministro Ferruccio Fazio nel 2011.

«La Fimmg - attacca il sindacato - con senso di responsabilità si è dichiarata pronta a impegnarsi nel rinnovo convenzionale previsto dalla stessa legge senza rivendicare investimenti, anche se indubbiamente
necessari, ma di fatto non disponibili nella situazione contingente, ottemperando, così, anticipatamente, alle disposizioni regolamentari del CdM 08/08/13, che facendo riferimento a quanto espressamente richiesto dalle commissioni parlamentari, indicano la necessità di aprire le
trattative sulla parte normativa dei contratti, nelle more della scadenza al 31/12/14 del confermato blocco economico».

Chi non ha fatto altrettanto - dice la Fimmg - sono i governatori. Il cui silenzio assume per la categoria «il significato politico di un blocco di qualsiasi prospettiva di innovazione della medicina generale, nonostante sia dichiarata da tutti necessaria e urgente». Netta la conclusione: «Di fatto si sta, senza motivazioni comprensibili o di un qualche interesse per i cittadini, prendendo tempo anziché procedere alla definizione dell'atto di indirizzo e all'apertura delle trattative». E senza coinvolgere i professionisti interessati «per essere parte dei tavoli di studio e di confronto sui temi del Patto per la salute».

Per i medici di base, questo atteggiamento «confermerebbe un disinteresse per la medicina generale, e smentirebbe una vera e sincera ricerca di sostenibilità del Ssn da parte della Conferenza, sostenibilità che non può essere ricercata solo attraverso un maggiore finanziamento, per quanto importante».