Lavoro e Professione

Legge di stabilità: sindacati in trincea. «Bene l'assenza di tagli ma resta l'accanimento sul pubblico impiego»

«L'assenza di nuovi tagli alla sanità nella legge di stabilità è certo una buona notizia ma si registra il solito accanimento punitivo nei confronti di chi quelle cure è chiamato a erogare». L'Anaao Assomed, il maggior sindacato dei medici ospedalieri, commenta così l'impianto della manovra.

Riconoscendo la cancellazione dei tagli come il frutto dell'impegno della ministra della Salute, del presidente della Conferenza delle Regioni e dei sindacati, il segretario Anaao, Costantino Troise, ricorda che «i colpi inferti al pubblico impiego, senza distinzione della qualità e responsabilità del lavoro svolto, colpiscono in modo plurimo medici e dirigenti sanitari dipendenti del Ssn».

Insomma, per Troise «il Governo Letta-Alfano ha continuato con i tagli lineari, addirittura alla formazione medica, e non fidandosi dei provvedimenti già emanati, ha reiterato il blocco contrattuale per il 2014 e inasprito quello del turn over fino al 2017 tagliando anche in anticipo, sentendosi fornito di doti soprannaturali, il 10% di ciò che per definizione non è prevedibile, cioè lo straordinario dei dipendenti. Senza esimersi - denuncia il segretario Anaao - dal mettere le mani nelle loro tasche dilazionando ancora il pagamento delle liquidazioni e colpendo anche pensioni che d'oro certo non sono».

Ingiusto, secondo l'Anaao, aver escluso dalla stretta sul turnover il personale della difesa e della sicurezza. «Giustamente - dice ironico Troise - a 65 anni non si può andare nelle volanti o nelle trincee, ma evidentemente in sala operatoria e di guardia negli ospedali sì».

Quanto al Patto, cui è rimandata la ridefinizione del sistema sanitario, Troise parla chiaro: «Nessuno si illuda che il tutto possa risolversi in un patto a due Regioni-Ministro che taglia fuori i professionisti in una nuova edizione di un esercizio ragionieristico che esclude i valori di un sistema complesso quale quello sanitario a cominciare dal lavoro professionale.
Aspettando Cottarelli, medici e dirigenti non possono restare fuori dalla porta se vogliamo risultati diversi dal passato».

Dello stesso avviso i camici bianchi della Cimo, che protestano per l'esclusione dei medici dai tavoli del Patto: «Apprezziamo il fatto che il ministro Lorenzin sia riuscita a evitare i tagli al Ssn ma il rinvio al Patto della salute non ci conforta». «Se non si cambiano le norme - afferma il presidente Riccardo Cassi - il Ssn continuerà a sprecare risorse, diminuendo e peggiorando i servizi e le prestazioni erogate ai cittadini.
Occorre una riforma vera che consenta di mantenere un servizio universalistico, limiti l'ingerenza della politica locale e affidi la governance ai professionisti. Se continueremo a far gestire la salute da economisti e statistici, senza l'apporto dei clinici, il fallimento del Ssn sarà inevitabile».

Anche i chirurghi dell'Acoi fanno notare come, scongiurati i tagli, siano rimasti in piedi gli altri problem, a cominciare dagli effetti del blocco dei contratti e del turnoveri. «Il momento di "respiro" concesso alla sanità – dice il presidente Luigi Presenti- non deve far abbassare la guardia. Il successo della ministra Lorenzin, ottenuto anche grazie alle forti prese di posizione dell'opinione pubblica e del mondo sanitario, è un'apertura di credito che non può essere sprecata». Urgenti, per i chirurghi, sono il riordino della rete ospedaliera alle cure primarie, la medicina difensiva, la ridefinizione dei ruoli nella filiera delle responsabilità. «È ora, come da tempo sosteniamo e non da soli, che si recuperi centralità nella gestione del sistema sanitario, che ministero e Agenas dettino le regole per tutti. Solo così si potrà dare al sistema equità, universalità, coerenza, pur in un rigoroso controllo della spesa».

«E se tagli in futuro dovremo ancora affrontare - conclude il presidente Acoi - che siano nella direzione giusta, nella riduzione delle spese dell'ipertrofico apparato burocratico che soffoca l'attività sanitaria e nell'eliminazione di strutture improduttive e clientelari. La salute è un bene troppo prezioso per poter tollerare giochi politici e contrattazioni dell'ultimo minuto. La minestra Lorenzin ha una grande opportunità anche nei confronti delle Regioni: non la sprechi».

«Finalmente una buona notizia che consente di guardare al futuro e di pensare a una riorganizzazione del Ssn e, in particolare, della medicina generale», commenta Giacomo Milillo, segretario della Fimmg, il maggior sindacato dei medici di medicina generale. Che è contento anche del rinvio della contrattazione: «Un passo in avanti fondamentale per il Servizio sanitario nazionale e per la medicina generale che devono procedere a una riorganizzazione complessa e articolata».