Lavoro e Professione

Atto di indirizzo sulle convenzioni, Snami: «C'è puzza di bruciato»

«C'è puzza di bruciato» sulla bozza di atto di indirizzo messo a punto dal comitato di settore Regioni-Sanità per il rinnovo degli accordi nazionali secondo Angelo Testa, presidente nazionale dello Snami.

«Vogliono - spiega - con il pretesto di aggiornare le convenzioni secondo la legge Balduzzi, sconvolgere la medicina generale aggregando forzatamente i medici e addirittura sequestrarli in strutture poliambulatoriali di tipo sovietico. Folle progetto di una legge deleteria nella sostanza, perché non ci sono soldi e perché ai cittadini piace la medicina di famiglia così com'è: studi distribuiti in modo capillare nel territorio e rapporto duale con il medico che il paziente ha liberamente scelto; no all'assistenza centralizzata in strutture che sorgono lontano da casa propria, in un altro quartiere, o addirittura in un altro paese. No alle cure prestate a rotazione da medici sempre differenti con reale perdita della continuità della cura. no al falso e alla disonestà intellettuale di far credere ai cittadini che avranno l'assistenza del loro medico di famiglia 24 ore su 24, anche la notte, ininterrottamente. Ci vorrebbe un ipotetico medico bionico robotizzato con il dono dell'ubiquità».

Secondo Testa l'assistenza sanitaria temporalmente continuativa durante il giorno e la notte esiste già oggi fornita dall'assistenza primaria e dalla continuità assistenziale più il 118 per le emergenze mediche. E aggiunge: «Paradossale: la legge predica le 24 ore su 24 e da qualche parte le 24 ore ne perdono 8 per la strada!».

Lo Snami si accinge ora a organizzare a breve un comitato centrale, un consiglio nazionale e un convegno nazionale per dibattere su queste tematiche con i propri quadri sindacali dirigenziali. «Quanto produrremo nelle due giornate romane di approfondimento e non escludo di prese di posizione forti - conclude Testa - lo invieremo come pacco regalo di Natale al ministro della salute Beatrice Lorenzin per invitarla a riflettere sui danni inestimabili che potrebbe produrre l'eliminazione del preciso punto di riferimento con rapporto interpersonale di tipo uno a uno, che il Medico di Famiglia rappresenta per la cittadinanza sempre più anziana e sempre più bisognosa di cure».