Lavoro e professione

Codice deontologico: i medici Fnom a Terni per varare la seconda bozza

di Barbara Gobbi

L'appuntamento è a Terni, da oggi a sabato, quando sarà messa a punto la seconda bozza del nuovo Codice deontologico Fnomceo . Nella "due giorni" che proprio in queste ore entra nel vivo, spetterà alla Consulta guidata da Roberta Chersevani tenere conto dei tanti input, lessicali e concettuali, arrivati dagli Omceo provinciali. Se sarà possibile, il Comitato centrale di sabato darà il suo avallo alla versione che innova il Codice attuale, varato nel 2006; altrimenti il sì arriverà comunque a stretto giro. In ogni caso, dopo via libera dell'esecutivo della Federazione il testo sarà inviato ad associazioni mediche, società scientifiche e mondo del volontariato e tornerà al vaglio degli Ordini locali, che fino all'ultimo potranno proporre ulteriori modifiche. Nel mese di aprile, il Consiglio nazionale convocato a Torino per l'approvazione definitiva.

Il Codice che verrà innova il concetto di paziente, mira a fortificare la relazione terapeutica in risposta all'invasività dell'Ict e alle sfide poste dalla medicina potenziativa, rilancia il modello bio-psico-sociale valorizzando la qualità della vita e il rapporto con l'ambiente, introduce la new entry assoluta della medicina militare.
Vedrà dunque la luce dopo un confronto serrato, che ha riguardato negli ultimi mesi una serie di innovazioni: prima tra tutte, la proposta di inserire nel testo il termine "persona", come sostitutivo di "paziente". Scelta su cui il dibattito è stato particolarmente acceso, data la differente valenza che, sulla scorta del proprio orientamento etico, filosofico o morale, ciascuno può attribuire a un termine piuttosto che a un altro. «Senz'altro la persona assistita è il malato - ricorda il presidente della Federazione Amedeo Bianco - e in questo senso è "compatibile" usare anche la parola paziente. Per tutti gli aspetti che riguardano la tutela della salute, proporremo invece di impiegare "persona". Una cosa è certa: fino all'ultimo il ragionamento su questo aspetto resterà aperto e solo con il varo finale del Codice, in primavera, la Federazione assumerà una posizione ufficiale».
Altro tema caldo su cui si concentra il nuovo Codice è quello del ruolo che l'Ict viene ad assumere nella relazione medico-paziente. «Poiché non si tratta di meri dati ma delle applicazioni di telemedicina, teleconsulenza e teleconsulto, occorre sventare il rischio che il paziente si riduca a una mail o a un file», sottolinea ancora Bianco. «Spetta al medico potenziare la relazione terapeutica, che non può vedersi surrogata da uno strumento elettronico. Consenso informato ed empowerment sono parimenti, tutte le volte che ci siano le condizioni, frecce all'arco da scoccare per mantenere l'Ict nel giusto ruolo che le compete».
Gli stessi strumenti saranno utili per affrontare il tema della cybermedicina, trattato nell'articolo sulla medicina potenziativa. «Qui ci assiste l'ippocratico "primo non nuocere", pure in un ambito che, portato ai suoi confini più estremi e al momento soltanto futuribili, sconfina dai limiti di scienza e morale propri della medicina. Nel nuovo Codice ci sforziamo di tracciare alcune direttrici che servono da indicazioni di massima, aspettando di capire come e quando questi ambiti evolveranno», continua il presidente.
Anche in questo caso, si può dire che il testo riveduto e corretto rispetto al 2006 si sforza di "gettare il cuore oltre l'ostacolo?" «Più che altro, c'è l'ansia di far sì che il cuore - l'etica - riesca ad andare di pari passo e a non essere superato dalla tecnica. E c'è, ancora, l'esigenza di offrire più risposte possibili sul piano deontologico, capaci di evitare il proliferare di una legislazione invasiva che, negli ultimi anni, non ha certo prodotto buoni frutti. L'idea – conclude Bianco - è di fornire ai professionisti ma anche ai cittadini un elemento di garanzia in un momento di oggettiva difficoltà a orientarsi».