Lavoro e professione

Congresso Siared: indagine anti-burnout e linee guida sugli interventi a bassa complessità

Un'indagine a tappeto sugli anestesisti rianimatori per individuare le loro principali criticità in ambito lavorativo e promuovere il benessere. E' quanto si propone l'Aaroi-Emac – l'Associazione anestesisti rianimatori ospedalieri italiani emergenza area critica – coinvolgendo gli iscritti. Il progetto prende il via con un questionario sul benessere organizzativo, compilabile sul sito www.aaroiemac.it. L'idea è stata presentata nell'ambito del 10° Congresso della Società italiana anestesia rianimazione emergenza e dolore (Siared)– emanazione scientifica dell'Aaroi-Emac, in corso a Catania.

Tutti i rischi per gli anestesisti rianimatori. "Nelle strutture sanitarie, i rischi psico-sociali stanno assumendo una dimensione complessa – spiega Teresa Matarazzo, vicepresidente Area Nord Aaroi-Emac, referente per il "wellbeing" dell'Associazione -: il personale è esposto a pericoli per la salute che comprendono non solo agenti chimici, fisici e biologici, ma anche la tensione legata alla natura del lavoro stesso e alla sua organizzazione. Uno dei rischi psicosociali più frequenti appare proprio quello legato allo stress lavoro correlato e al burnout. Gli anestesisti rianimatori, nel percorso di cura, sono a contatto con i pazienti critici, molto sofferenti, spesso in situazioni di emergenza, e di conseguenza il problema si amplifica. La promozione del benessere di questa categoria è quindi fondamentale in tutti i contesti lavorativi, ma una volta individuate e analizzate le criticità, bisogna mirarla".


I numeri dello stress. Studi internazionali rivelano che in Europa, l'incidenza dello stress lavorativo sui medici è del 28%. Tra gli Anestesisti Rianimatori la percentuale raggiunge il 50%. Tra i principali fattori di stress sono stati individuati: mancanza di controllo sulla propria giornata lavorativa (83%), difficoltà nella conciliazione lavoro/famiglia (75%), aspetti legati al contenzioso medico legale (66%), problemi di comunicazione (63%) e infine problemi clinici (61%).

Altri studi rivelano che altri fattori di stress possono essere ricondotti a standard di lavoro (58%), alla gestione di pazienti critici (28%), alle responsabilità amministrative (41%), ai conflitti personali (35%), alle ostilità in relazioni professionali (25%) e infine alle difficoltà che s'incontrano al di fuori dell'ambiente di lavoro (23%).

"Come sindacato non possiamo ignorare i dati che emergono dalle indagini internazionali – afferma Alessandro Vergallo, presidente Nazionale Aaroi-Emac -: i medici, e ancora di più i medici anestesisti rianimatori, sono spesso vittime dello stress lavoro correlato con un conseguente peggioramento della qualità della vita. E' quindi nostro preciso dovere riuscire ad avere un quadro quanto più possibile definito di quale sia la situazione attuale in modo da calibrare al meglio l'attività sindacale e portare in sede di contrattazione nazionale e decentrata dati certi su cui ragionare".

Raccomandazioni sulla chirurgia a bassa intensità. Oltre al rischio di burnout, tra carenza di organici e difficoltà organizzative, il pericolo dietro l'angolo è quello di abbassare la guardia in caso di interventi meno invasivi e a bassa compelssità. Per evitare che questo accada, il mondo dell'anestesia rianimazione, rappresentato in Italia da Aaroi-Emac, Siaarti e Siared, ha stilato le "Raccomandazioni per prestazioni anestesiologiche nella chirurgia a bassa complessità e nella Nora (anestesia non in sala Operatoria ndr)" che individuano i criteri imprescindibili a cui i chirurghi e gli anestesisti rianimatori devono attenersi per tutelare il paziente e la propria professionalità. Anche questo documento è stato illustrato nell'ambito del 10° congresso Siared.

«E' fondamentale – affermano gli esperti – che tutti gli interventi, a prescindere dalla durata e dall'invasività, vengano eseguiti in situazioni di totale sicurezza. I progressi tecnologici e scientifici consentono di eseguire con tecnica mini invasiva un numero sempre maggiore di interventi chirurgici cui sottoporre un numero elevato di pazienti. Nella chirurgia a bassa complessità e nella Nora (anestesia non in sala operatoria), esistono standard organizzativi minimi di qualità e sicurezza che, a salvaguardia del paziente e degli operatori, devono essere sempre garantiti, in ambiente sia ospedaliero, sia extra-ospedaliero».

Tra le problematiche più ricorrenti, in particolare nel caso di interventi meno invasivi, gli esperti rilevano l'organizzazione di sedute chirurgiche in complessi operatori con più tavoli e un solo Anestesista Rianimatore. A questo proposito nelle Raccomandazioni viene chiarito che «le prestazioni anestesiologiche contemporanee su più di un paziente non corrispondono a criteri di appropriatezza, né di prudenza, né di diligenza, né di buona pratica».