Lavoro e professione

Anaao: «La formazione dei medici in ospedale non serve a "tappare buchi"»

Anaao Assomed e Anaao Giovani rimandano al mittente le dichiarazioni rilasciate dai due componenti della commissione affari sociali della Camera Raffaele Calabrò e Gian Luigi Gigli, relative alla proposta sulla formazione specialistica dei medici. «Da quanto affermato dai membri della commissione infatti qualche dubbio, che la relazione non sia nemmeno stata letta per sommi capi, viene», si legge in un comunicato del sindacato.

Che aggiunge: «Le tesi sostenute si avvicinano, in un certo qual modo, a quanto già proposto nel 2013 proprio nella XII Commissione affari sociali di cui Calabrò (allora esponente del PDL) faceva parte e che appunto prevedeva l'inserimento, nel percorso formativo del medico, anche di esperienze fatte in strutture ospedaliere e non solo universitarie organizzate in rete. La proposta Anaao si inserisce in questo solco in maniera articolata e ponderata».

Secondo il sindacato la proposta non serve a "tappare i buchi" negli organici con medici in formazione ma a velocizzare e favorire l'accesso al mondo del lavoro in seno al Ssn.

In secondo luogo, aggiunge Anaao, pone il problema dell'aspetto previdenziale che vede il medico, il cui percorso formativo può durare anche 12 anni, in una posizione di svantaggio rispetto ad altri professionisti che accedono decisamente prima al mondo del lavoro.

In ultimo, «il precoce contatto con il mondo ospedaliero, ha la funzione di fornire al giovane medico, oltre che alla formazione puramente teorica spesso somministrata dall'università, anche quel "sapere" pratico che non si può che acquisire in trincea, nelle corsie e nelle sale operatorie ospedaliere, incrementando il proprio case mix».

«E' bizzarro - commenta il comunicato - che accuse al modello proposto da Anaao arrivino dal mondo della politica che proprio in merito alla formazione specialistica, ha recentemente "partorito un topolino", seppur dandone merito al presidente del Consiglio, di concerto con il Miur e la Salute. Infatti l'annuncio che in un arco temporale, nemmeno troppo breve, di due anni i contratti per i medici in formazione ritorneranno a quota 5000, risulta, questo sì, un provvedimento "tappabuchi" rispetto ad una situazione di proporzioni decisamente maggiori. Le stime prevedono che nei prossimi 6 anni il numero tendenziale dei laureati raggiungerà quota oltre 8000. A tale cifra si aggiunge anche quella dei medici che non sono riusciti a ottenere il contratto per ovvie questioni numeriche.
Va da se che, se la situazione rimanesse quella attuale, come pare piacere a Calabrò e Gigli, la "mareggiata" si tramuterà in un vero e proprio tsunami».

«Consigliamo agli onorevoli di leggere non solo i titoli ma anche il contenuto sia delle tesine congressuali che la relazione del segretario - conclude l'Anaao - siamo convinti che se non accecati da possibili trumentalizzazioni, troverebbero molti spunti per la loro attività istituzionale rischiando anche di fare, per una volta, gli interessi dei medici e non solo di altri».