Lavoro e professione

Patto della salute, Intersindacale: «Rafforzare la prevenzione»

La prevenzione non può essere la «cenerentola» del Patto della salute. A lanciare l'allarme è l'Intersindacale, che in una lettera rivolta al ministro della Salute e alle Regioni esprime la propria apprensione sugli articoli 16 e 18 del provvedimento chiedendo al ministro di espungerli per impegnarsi a una più adeguata e completa trattazione del vasto ambito della prevenzione.

Il Dipartimento di Prevenzione, si legge nella lettera, rappresenta «il nodo strategico e il fulcro attorno al quale ruotano tutte le strutture e gli enti, interni e esterni alla sanità, impegnati nella tutela e nella promozione della salute della collettività e conseguentemente nello sviluppo sociale ed economico del paese».

Per questo, sottolinea l'intersindacale, «Riteniamo quindi doveroso che un documento programmatorio di così alto profilo per le politiche sanitarie del paese debba necessariamente evidenziare la rilevanza istituzionale e strategica del Dipartimento di Prevenzione ai fini della tutela della salute dei cittadini. Non si può purtroppo non rilevare come gli articoli 16 e 18 del Patto della Salute appaiano tristemente inadeguati, settoriali e fuorvianti rispetto alla cruciali finalità di prevenzione primarie e promozione della salute».

Il rischio è quello di un appiattimento organizzativo con un conseguente e pericoloso depotenziamento. «In più occasioni abbiamo con rammarico rappresentato al Sig. Ministro - continua la alettera - la nostra fortissima preoccupazione per le decisioni già assunte da alcune Regioni, e per analoghi orientamenti espressi da altre Regioni, che prevedono la disgregazione delle funzioni e dei compiti che la normativa nazionale assegna distintamente a ciascuno dei Servizi dei Dipartimenti di Prevenzione, il loro irrazionale e illecito accorpamento e la mortificazione della competenza professionale e dell'autonomia professionale di medici, veterinari e sanitari di sanità pubblica, contribuendo alla loro marginalizzazione e appiattimento».

Expo 2015, una realtà agroalimentare che genera il secondo comparto economico del Paese, obesità, sovrappeso e diabete che assumono il carattere di una vera epidemia. Di fronte a queste priorità, rimarca l'intersindacale, «Non è certo con l'indebolimento della prevenzione che si possono ottenere risparmi e favorire la sostenibilità del Ssr. Semmai è vero il contrario, la prevenzione rappresenta una chiave di volta essenziale nel promuovere la salute e il benessere della popolazione. La prevenzione necessita di un adeguato rilancio, che non può certamente consistere in riduzioni lineari degli elementi costituivi e fondamentali con l'alienazione di strutture o unità operative, contraria al dettato normativo esistente e ad ogni logica di principio, di governance e di strategia regionale, nazionale ed internazionale. Si chiede pertanto il ritiro degli articoli in questione e l'impegno ad una più adeguata e completa trattazione del vasto ambito della prevenzione».