Lavoro e professione

ESCLUSIVA/ L'ospedale del futuro secondo Anaao: medici tra corsia e territorio

Non esiste un modello organizzativo in sanità perfetto, ma ogni modello deve essere implementato nel contesto sociale, economico e culturale in cui si applica. Il primo interrogativo che dobbiamo quindi porci è se sia proprio necessario elaborare un nuovo sistema organizzativo o possiamo semplicemente riorganizzare l'esistente.

Nella realtà sanitaria si percepisce quotidianamente un distacco tra territorio e ospedale con difficoltà concrete nel garantire ai pazienti un corretto percorso assistenziale, sia all'interno che all'esterno dell'ospedale. La riorganizzazione sia degli ambiti ospedalieri che territoriali a oggi non è riuscita a realizzare la continuità di cura, elemento essenziale per una sanità efficiente e competitiva. Basterebbe un semplice "ponte" per permettere a due rive opposte di poter comunicare nell'ottica di una filosofia di cura "patient centred care" e di una filosofia organizzativa a intensità di cura transmurale.

Funzione del medico ospedaliero e del medico territoriale deve pertanto essere quella di integrarsi e di gestire, coordinando tutte le altre figure professionali, casi a varia complessità e intensità nel setting più idoneo, possa essere il territorio o l'ospedale. Non più una modalità di cura per "luoghi" ma una modalità di cura per "caso" (leggi il documento correlato).

La nostra "ricetta" prevede quindi che ogni struttura ospedaliera implementi gli ambulatori della complessità come i "Day service multidisciplinari" per la gestione sia di patologie acute che non necessitano di ricovero sia per la gestione e il monitoraggio di patologie croniche complesse. Tali strutture devono diventare il perno di congiunzione tra ospedale e territorio. Come indicatori di appropriatezza: numero di ricoveri e re-ricoveri sul totale dei pazienti seguiti, tasso di mortalità a 30 giorni e qualità di vita del paziente durante il periodo di presa in carico.

Tali indicatori possono essere intesi sia come indicatori di processo in grado di misurare direttamente l'appropriatezza dell'assistenza ricevuta dal paziente (una presa in carico condivisa tra ospedale e territorio riduce il numero dei ricoveri ospedalieri impropri e migliora la qualità di vita del paziente) sia come indicatori di esito con una prevista modifica degli esiti assistenziali in termini clinici, economici e umanistici.

Bisognerebbe inoltre definire a priori non soltanto l'"intensità" e la "severità" socio-sanitaria del caso clinico ma anche definire un indice prognostico. A tal proposito potrebbe essere d'ausilio l'utilizzo del Multidimensionale prognostic index di Pilotto che oltre a offrire un indice prognostico attendibile potrebbe supportare il processo decisionale per la definizione dei percorsi per i paziente cronici, anziani e fragili.

Per soddisfare la crescente complessità dei pazienti e rendere sostenibile il nostro servizio sanitario, mission dell'ospedale del futuro, sono necessari più posti letto con più alta intensità di cura e maggiore unità infermieristica e medica.

Allo stato attuale l'unica strada percorsa dalla politica è stata la logica dei tagli lineari (riduzione dei posti letto, blocco delle assunzioni, soppressione dei servizi e riduzione delle tariffe di rimborso ospedaliere e ambulatoriali) e non la riduzione degli sprechi con una oculata riorganizzazione dei servizi. L'efficienza di un sistema e la qualità dei servizi non può essere garantita da un personale ridotto ai minimi termini le cui performance in condizioni di lavoro critico sono necessariamente poco produttive.

La realizzazione di un sistema efficiente e produttivo passa inequivocabilmente dal grado di soddisfazione dell'operatore e dalla preservazione delle sue tutele in ambito lavorativo.

Le vere sfide per la sanità del futuro sono pertanto per noi:

- una reinvenzione radicale dell'organizzazione ospedaliera attraverso l'ottimizzazione delle risorse disponibili e l'implementazione di modelli organizzativi per intensità di cura transmurale di integrazione tra ospedale e territorio che consentano ai pazienti di ricevere una diagnosi e un trattamento ospedaliero precoce con una rapida dimissione, una precoce presa in carico da parte del territorio e una gestione multidisciplinare per le patologie complesse;
- l'implementazione di un modello premiante per il raggiungimento dell'eccellenza e dell'efficienza. La ricerca dell'appropriatezza e della produttività deve essere un obiettivo perseguito da tutte le aziende sanitarie. Non è più possibile accettare "l'orizzontalizzazione" nella distribuzione delle risorse che appiattisce il merito e premia il lassismo.

Gli autori dello studio: Paola Gnerre (direttivo nazionale Anaao Giovani), Costantino Troise (segretario nazionale Anaao Assomed), Carlo Palermo (vice segretario nazionale vicario Anaao Assomed), Domenico Montemurro (respons-abile nazionale settore Anaao giovani), Claudia Pozzi (coordinatore macro regione centro Anaao giovani), Chiara Rivetti (componente segreteria regionale Anaao Piemonte), Dario Amati (coordinatore macro regione nord Anaao giovani)