Lavoro e professione

Fimmg a congresso tra tagli e appropriatezza. Intervista a Milillo: «Se non si cambia si va in piazza»

di Lucilla Vazza

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24 Esclusivo per Sanità24

Esclusiva. Prendono il via oggi a Cagliari i lavori del 71° Congresso nazionale Fimmg-Metis, sul tema “Un medico per la persona, la famiglia, la società”. Il Congresso, che chiuderà i battenti il 10 ottobre, si articolerà in tavole rotonde, workshop, seminari e corsi “master”. Tra le novità di quest’anno l’introduzione di seminari blended (che prevedono anche una Fad a distanza per completare il percorso formativo con l'attribuzione di un maggior numero di crediti ECM ) e di corsi “master” (eventi rivolti a mmg che diventeranno degli “esperti” su un argomento e potranno costituire un riferimento per i colleghi delle loro aggregazioni).
E' possibile consultare il programma anche attraverso l'App del Congresso disponibile sia su iTunes che su Google Play per Android. La App permette di impostare un alert per essere avvisati dell'inizio delle relazioni di interesse e si riceveranno inoltre notifiche push
su eventuali cambiamenti di programma o notizie di rilievo.
Ma «il Congresso sarà occasione di incontro tra la Fnomceo e i principali sindacati del mondo medico - spiega il segretario nazionale Giacomo Milillo - per coordinare le prossime azioni comuni nell'ambito della mobilitazione già in atto».

Chiediamo a Giacomo Milillo (Fimmg) come mai i Mmg hanno bocciato con un documento il decreto Lorenzin sul taglio delle prestazioni “inutili”. Tutto da buttare?

Va fatta una considerazione preliminare. La reattività dei medici rispetto a una malgovernance del Ssn che attribuiamo come prima responsabilità al conflitto Stato-Regioni e quindi al Titolo V. Un conflitto su cui noi abbiamo già lanciato l’allarme quando nel Patto per la Salute è stato inserito su indicazione irrevocabile della Conferenza delle Regioni il sanzionamento del medico rispetto all’appropriatezza delle prescrizioni. Noi facemmo una conferenza stampa sulla responsabilità patrimoniale. Il dm Lorenzin arriva imposto, determinato dal Patto per la Salute, ha riacceso quel tipo di polemiche. Innanzitutto non lo consideriamo risolutivo. Nessuno discute lo sforzo massimo e “appropriato” per perseguire l’appropriatezza delle indagini diagnostiche così come della prescrizione farmaceutica. Tutto il mondo medico da anni è impegnato in questa prospettiva, ma non va bene che sia raggiunta con un decreto discutibile perché non ha basi conoscitive, se non molto approssimative. Basi scientifiche sull’appropriatezza non ce ne sono. Lo stesso ministero non ha mai rilevato nelle sue indagini l’appropriatezza. Esiste come voce, ma non ha dati. Ci sono valutazioni molto approssimative dell’Agenas, che individuano il livello della spesa complessiva, ma che sono una stima fatta da società scientifiche. Se questo decreto fosse stata una linea guida, un invito ai medici a perseguire questo tipo di criteri e anzi a verificarli nel tempo, nessuno avrebbe avuto niente da dire. Il fatto che sia collegato al sanzionamento comporta un’offesa, e prima di tutto un rischio per i cittadini. Anche perché già a livello periferico questo strumento viene dato alle Regioni e alle aziende sanitarie che già adesso ne stanno abusando e ancora il decreto dev’essere approvato. E in modo pretestuoso, minacciando i medici e rendendo poco sereno il loro operare.

E quindi conferma lo sciopero per fine novembre?
Allo sciopero non rinunciamo. È l’unica cosa che può dare un segnale forte. Noi siamo già attivati per la mobilitazione di tutta la categoria medica e continueremo con gli Stati generali, che si terranno il 21 ottobre, per approfondire i temi. Ma credo che o si fa qualche modifica oppure ci difenderemo anche con uno sciopero.

C’è un muro con il Governo?
Nessun muro. Se il Governo, come ha dichiarato per bocca del ministro, invece intende ricostruire un rapporto con i medici, noi la disponibilità ce l’abbiamo. Però il Governo si deve far carico di formulare un progetto coerente complessivo del Ssn e non continuare applicando i ricatti della Conferenza delle Regioni. Certamente, non essere stati consultati nella stesura di questo decreto, essere stati esclusi come medicina generale dai comitati tecnici dell’Aifa non ci fa pensare a una volontà di collaborare. Poi, chiariamo, non c’è una guerra dichiarata, non c’è contrapposizione e non c’è matrimonio. Lorenzin continua a dire che ha intenzione di collaborare. E su questo piano ci trova pronti.

La Fimmg si riunisce per il 71° Congresso, qual è il piatto forte?
Il tema caldo è che il Ssn rischia di essere vanificato, con un Governo e le Regioni che lo lasciano morire di asfissia con provvedimenti tampone. Da una parte c’è il taglio delle risorse dall’altra l’incapacità di riorganizzare in modo coerente con una spesa out of pocket elevatissima di 30 mld, di cui conosciamo solo l’emergente, perché c’è tutto un sommerso che non è conosciuto e con un sistema di fondi sanitari integrativi non sufficientemente regolamentato che rischia di diventare un sistema di fondi sanitari sostitutivi, pronti a raccogliere il posto di un sistema sanitario che boccheggia.

I fondi sanitari integrativi sono un tabù?
Nell’ambito dell’Enpam abbiamo costituito un fondo sanitario integrativo dei medici che nasce per studiare il problema e fare i primi passi per costruire un progetto che ci veda protagonisti in un progetto che vuole vedere i fondi veramente “integrativi” e non “alternativi” del Ssn. Questo fondo è stato creato in modo congiunto insieme ad altre sigle importanti. Abbiamo grande attenzione a questo tema.

Siete soddisfatti della nomina dell’assessore lombardo Massimo Garavaglia alla guida del Comitato di settore della Conferenza?
Noi non cerchiamo un rapporto di forza. Quando parliamo di dialogo non è una parola retorica. Ho avuto occasione di incontrare Garavaglia e pur essendo legato ai temi economici di cui è responsabile, non mi è parso abbia assunto degli atteggiamenti pregiudiziali ideologici, ma di reciproca comprensione. Per me è una buona notizia la nomina di Garavaglia, che sarà attento anche ad altri aspetti, aldilà dei suoi compiti istituzionali. E lo aspetto al nostro congresso per un confronto costruttivo.

E sui contratti? Vi aspettate cambiamenti sulle trattative?
Spero che le trattative possano subire un accelerazione, anche perché l’ultima tornata elettorale c’è stato qualche cambiamento che qualche effetto ce l’avrà. quindi possa essere spuntato l'atteggiamento rigidissimo e pregiudiziale che aveva caratterizzato la Conferenza delle Regioni negli ultimi anni. Noi sul pragmatico siamo pronti a confrontarci senza paura di essere convinti delle nostre idee.

Qual è il punto irrinunciabile per i Mmg?
Noi non abbiamo punti rigidi se non quello del profilo giuridico del medico che deve essere un libero professionista convenzionato che ha come norma di riferimento la convenzione nazionale. Per il resto sui modelli organizzativi noi abbiamo sempre puntato a una flessibilità delle regole della Medicina generale in modo da poter essere adattate alle esigenze delle singole Regioni. La rigidità noi la trovavamo nel modello strutturale che la parte pubblica poi nella Sisac ci presentava, per cui le famose Uccp dovevano essere il centro del mondo e muri di queste Uccp dovevano essere i nuovi ospedali del territorio. Una logica che noi consideriamo sbagliata. Mentre per il resto credo che ci possano essere molti punti d’accordo.


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