Medicina e ricerca

La riabilitazione post trapianto e lo sport per migliorare la qualità di vita

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Il Centro nazionale trapianti e la Rete trapiantologica italiana considerano la qualità di vita del trapiantato come quadro generale disegnato dai risultati clinici, in primis, ma anche dal reinserimento nella vita sociale e il ritorno ad una vita sana e piena.
Il paziente trapiantato può avere una prospettiva di vita migliore dopo l'intervento se, esclusi casi di complicazioni cliniche, conducono uno stile di vita sano. Infatti, numerose patologie post trapianto insorgono nel paziente a causa della terapia farmacologica e di un atteggiamento preservativo nei confronti dell'organo trapiantato.
In letteratura esistono numerosi studi scientifici sui benefici dell'attività fisica e dello sport per migliorare la qualità di vita e per contrastare gli effetti di patologie metaboliche, cardiovascolari e osteoarticolari.
Pertanto, l'esercizio fisico per tutti i pazienti con patologia cronica va incoraggiato perché ha un ruolo genuino sullo stile di vita, e in particolare per i pazienti trapiantati gioca un ruolo strategico nella ripresa clinica, funzionale e psicologica.
Con questo scopo, già dal 2010, il Centro Nazionale Trapianti, in collaborazione con l'Istituto Superiore di Sanità, l'Università di Bologna e il Centro Studi Isokinetic, ha avviato uno studio clinico dal titolo Trapianto…e adesso sport per verificare gli effetti dell'attività fisica nel paziente con trapianto di organo solido. Questo progetto ha coinvolto una rete di quasi 300 esperti dei Centri di Trapianto e delle Medicine dello Sport del Servizio Sanitario nazionale nella valutazione dei pazienti da reclutare nel protocollo di ricerca e nella prescrizione di un programma di esercizio fisico controllato e misurato.
L'originalità del progetto, infatti, risiede nella personalizzazione dell'esercizio fisico per il paziente trapiantato: dopo attenta valutazione clinica attraverso esami clinici, strumentali ed ematochimici, i centri trapianto reclutano il paziente nello studio clinico e lo sottopongono a test antropometrici, test di misurazione della forza e della resistenza fisica e test al cicloergometro indispensabile per definire il livello di soglia aerobica. Gli esami funzionali vengono eseguiti presso la medicina dello sport collegata al centro trapianti da un medico dello sport che prescriverà il piano terapeutico con esercizio fisico che verrà somministrato al paziente per 12 mesi.
L'esercizio fisico si esegue in palestra, sotto supervisione di personale specializzato, per sessioni da 60 minuti per 3 volte a settimana. I follow up vengono eseguiti a 6 e 12 mesi per valutare i risultati della terapia con esercizio nel gruppo clinico e confrontarlo con quelli del gruppo di controllo.
Ad oggi, sono 198 i pazienti reclutati nello studio Trapianto…e adesso sport suddivisi in gruppo clinico e gruppo di controllo. Di questi, 58 sono stati sottoposti a terapia e hanno raggiunto il traguardo dei 12 mesi dimostrando che l'attività fisica aiuta a diminuire la percentuale di massa grassa, a migliorare la forza muscolare e la resistenza aerobica e i valori della creatinina restano stabili. Mentre, i 38 pazienti reclutati nel gruppo di controllo e che hanno raggiunto i 12 mesi, mostrano un aumento della percentuale di massa grassa, diminuzione del tono muscolare e una percezione fortemente negativa del proprio stato di salute fisica e psicologica.

Il protocollo di ricerca, quindi, dimostra che l'attività fisica migliora la qualità di vita del trapiantato e definisce un modello di assistenza sanitaria post-trapianto applicabile a tutte le Regioni d'Italia. Lo scopo del Centro Nazionale Trapianti è che la prescrizione medico sportiva diventi una cultura e una pratica diffusa sia tra gli esperti del sistema sanitario nazionale che tra i pazienti. Promuovere e motivare il cittadino e il paziente, a praticare attività fisica o sport in palestra o all'aperto, per migliorare il proprio stile di vita per prevenire o contrastare l'insorgere di patologie croniche.
Questo approccio scientifico e metodologico ha, inoltre, un grande potenziale sul piano della riduzione della spesa pubblica nazionale e sull'impatto che può avere a livello anche internazionale una terapia a basso costo, personalizzata per genere, patologia e stato di salute complessivo.
A livello internazionale, lo studio clinico Trapianto…e adesso sport è stato approvato dal Comitato Trapianti del Consiglio d'Europa (CDPTO) e lo scorso luglio 2015 Vienna ha ospitato il primo incontro scientifico internazionale sul tema «trapianto e attività fisica» in cui gli esperti italiani hanno relazionato su i risultati del Protocollo di ricerca nazionale.


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