Medicina e ricerca

Tumori testa collo, aumenta l'incidenza di una patologia definita ancora "rara"

di Alessandra Ferretti

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Una patologia classificata "rara", ma che, data la crescente incidenza, avrebbe tutti i motivi per venire sdoganata da questa sua attuale definizione. Parliamo dei tumori del distretto testa-collo (Head and Neck Cancer, HNC) ovvero il gruppo di neoplasie che si sviluppano nelle sedi di lingua, bocca, orofaringe, rinofaringe, ipofaringe, faringe Nas (non altrimenti specificato), laringe e che sono accomunate dall'epitelio di tipo squamoso e dalla condivisione di alcuni fattori di rischio oncologico, in primis fumo e alcol (75%), ma anche infezioni virali (Human papilloma virus Hpv e Epstein Barr virus EBV).
Delle innovazioni a livello chirurgico, terapeutico e sociale-comunicativo sul tema si parlerà a Reggio Emilia, il 27 febbraio 2020, dove si terrà il Congresso nazionale "I tumori testa e collo da malattia rara a patologia diffusa: come comunicare le cure e lo stato della ricerca", a cui parteciperanno alcuni dei massimi esperti italiani, col patrocinio di Aiocc, Airo, Aiom, Regione Emilia Romagna e Azienda Usl Reggio Emilia.

«Pur essendo una patologia tumorale che interessa per lo più la fascia di età dopo i 45/50 anni – spiega Angelo Ghidini, direttore della Struttura Complessa di Otorinolaringoiatria dell'Ausl Irccs di Reggio Emilia e responsabile scientifico del Congresso –, abbiamo assistito negli ultimi anni ad un incremento dell'incidenza nella popolazione giovanile (terza e quarta decade di vita). Ciononostante, questi tumori sono ancora classificati "rari" secondo Rarecare, l'ente che raggruppa oltre 15 istituzioni e organizzazioni europee e che è preposto a stimare i principali indicatori epidemiologici dei tumori rari in Europa. Ciò accade anche perché tali tumori non riscontrano la stessa elevata incidenza che caratterizza altre patologie, vedi, ad esempio, la mammella o il polmone. Tuttavia, con l'aumento vertiginoso a cui noi medici stiamo assistendo negli ultimi anni (non solo in Italia) queste neoplasie andrebbero finalmente sdoganate da tale definizione ormai "restrittiva"».

In base agli ultimi dati Aiom-Airtum, nel 2019 in Italia sono stati stimati 9.300 nuovi casi di tumore del testa-collo, di cui 7.000 tra gli uomini e 2.300 tra le donne (il dato identifica le neoplasie delle vie aerodigestive superiori, VADS, che non includono i tumori delle ghiandole salivari, quelli dei seni nasali e paranasali e, ovviamente, la tiroide per la quale, in considerazione della elevata incidenza di neoplasie, vengono utilizzate classificazioni separate, pur facendo essa parte del distretto testa collo).

Tali tumori si confermano più frequenti nei maschi tra i 50 e i 69 anni, con un tasso di mortalità in riduzione, ma ancora elevato. La sopravvivenza a 5 e 10 anni in tali pazienti è, infatti, rispettivamente, del 57% e del 48%.
Se per gli uomini la sopravvivenza a 5 anni non mostra differenze per area geografica, per le donne si evidenziano invece livelli inferiori al Centro (54%) versus il Nord del paese (59%) e il Sud (57%).

«Chi viene colpito da questi tipi di tumore – prosegue Ghidini – deve affrontare, oltre a tutte le difficoltà connesse con la diagnosi di una patologia oncologica, spesso interventi demolitivi al viso, che rendono di conseguenza molto più delicato e complesso il reinserimento sociale e professionale di questi pazienti».
Nei risultati a distanza del trattamento, la diagnosi precoce gioca un ruolo fondamentale. Prosegue Ghidini: «Le neoplasie identificate precocemente e prive di interessamento linfonodale si caratterizzano per tassi di guarigione che vanno dal 75 al 100% dei casi. La diagnosi precoce è teoricamente semplice, laddove il tumore è frequentemente identificabile alla sola visita otorinolaringoiatrica. La presenza dei fattori principali di rischio (fumo e alcol) rendono più semplice l'identificazione delle categorie a rischio e l'indirizzo mirato di campagne di screening. D'altro canto, le difficoltà sono legate alla scarsa recettività della popolazione target e alla relativa "rarità" della malattia».
Le cause che possono intervenire nell'eziologia della malattia neoplastica di questo distretto sono molteplici. Il 75% dei tumori della testa e del collo è causato dal tabacco e dall'alcol (vedi cavo orale, orofaringe, ipofaringe e laringe). La percentuale di rischio è tanto più elevata quanto più parliamo di un'associazione alcol-tabagica.

Le infezioni da Papilloma virus umano (soprattutto il ceppo HPV-16) rappresentano un fattore di rischio in particolare per lo sviluppo dei tumori dell'orofaringe, i quali coinvolgono le tonsille o la base della lingua. Altri fattori eziologici possono riguardare particolari categorie di persone come, ad esempio, i lavoratori del legno, che sono più esposti di altri alle neoplasie dei seni paranasali.


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