Medicina e ricerca

Covid/Telefono Amico Italia: da inizio pandemia oltre 100mila richieste di aiuto

di Monica Petra*

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24 Esclusivo per Sanità24

Telefono Amico Italia risponde ad un bisogno, quello primario di essere ascoltati, di costruire relazioni significative. In diverse occasioni, ci siamo chiesti se e in che modo questo bisogno esistesse e sopravvivesse in particolari condizioni di emergenza, quando un evento traumatico sconvolge e talvolta frantuma l'intero sistema di riferimento di un gruppo territoriale o sociale. Ci siamo interrogati sul tipo di intervento che, come Telefono Amico Italia, potevamo proporre per essere di aiuto coerentemente con la nostra mission: esserci per chi vive una situazione di crisi e avverte il bisogno di un confronto.
Nell'ultimo anno la stessa domanda ci si è ripresentata con sfumature nuove che forse possono aiutarci a delineare una risposta esplicita. La crisi sanitaria che ha sconvolto il Paese ha messo tutti noi di fronte ad un cambiamento radicale delle abitudini di vita: una contrazione delle relazioni sociali alle quali eravamo abituati e il trasferimento delle attività quotidiane all'interno di spazi ristretti, quasi sempre con il ricorso ad un "medium" che si fa strumento per lo scambio di informazioni lasciando delusa l'aspettativa di calore e familiarità.

Tanta intimità, ma anche tanta solitudine. Il 20% degli under 25 che ci hanno contattati ha detto di sentirsi ansioso, una reazione comune di fronte all'incognita rappresentata da questo modello di relazioni contratte e costrette. Tristezza e angoscia sono state le emozioni più ricorrenti per raccontare uno stato di abbattimento e smarrimento che, declinato diversamente per ciascuno, ha attraversato tanti, tantissimi italiani.

Nell'ultimo anno abbiamo registrato circa 100mila contatti ai nostri servizi di ascolto, persone alla ricerca di uno spazio in cui poter essere in relazione con un altro essere umano simile, vicino, connesso. È in questo che il nostro servizio diventa una risorsa: quelle relazioni significative, la cui principale caratteristica è proprio la capacità di creare spazi in cui aprirsi con autenticità ed essere riconosciuti, sono l'obiettivo verso il quale tende la relazione d'aiuto che proponiamo.

Ci è stato detto di stare a casa senza chiuderci in casa, di stare soli senza isolarci: il contatto attraverso il telefono, la mail o la chat con i nostri volontari, preparati e formati per essere costruttori di dialogo e relazioni d'aiuto, è una strada percorribile per non sentirsi esclusi, emarginati, invisibili. Che si tratti di esprimere il proprio sentimento di solitudine (il 20% dei contatti telefonici) o di descrivere la sofferenza per problemi nelle relazioni (il 23% delle mail) o di ragionare sulle incognite per il futuro o sul senso e la direzione della vita (il 26% delle chat), il dialogo con una persona in grado di offrire ascolto empatico – e, attraverso questo, l'opportunità di far ordine nei pensieri, riconoscere le emozioni, esplorare le risorse – è uno strumento per affrontare la crisi e il disagio e provare ad affrontare il cambiamento.

Sembra possibile ipotizzare che qualcosa rimarrà anche in futuro di questa esperienza e che il modello di relazioni che abbiamo fin qui conosciuto vada modificandosi definitivamente. Dobbiamo, quindi, apprendere – e, talvolta, inventarci – competenze nuove per comunicare, esprimerci, costruire ed essere in relazione con altri. Ciascuno ha la necessità di individuare le proprie esigenze sociali, stabilire priorità e definire quello che è irrinunciabile, necessario alla propria vita emotiva, al proprio benessere. In questa ricerca i volontari di Telefono Amico Italia sono proprio coloro che – non avendo modelli preconfezionati in taglia unica da proporre – possono aiutare chi si rivolge a noi ad attraversare la confusione, la sofferenza, la paura e accompagnare ciascuno verso il proprio modello di socialità.

*Presidente Telefono Amico Italia


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