Medicina e ricerca

Un milione i balbuzienti in Italia: fare chiarezza sul disturbo per mettere in campo interventi efficaci

di Chiara Comastri *

S
24 Esclusivo per Sanità24

L’incidenza mondiale della balbuzie va dal 5% all’8%, fino ad arrivare al 17% se calcolata nei bambini e persiste in circa l’1% della popolazione. In Italia si contano quasi 1 milione di persone che si trovano ad affrontare questo disturbo. Promuovere una maggiore informazione sulla balbuzie e sulle sue conseguenze è ormai diventata un’urgenza, al fine di migliorare la qualità di vita di chi ne soffre e abbattere tutti quegli stereotipi che contribuiscono ad aumentare il senso di frustrazione e a limitare le relazioni sociali e lavorative di milioni di persone in tutto il mondo.
La balbuzie è un disturbo molto più diffuso di quanto si creda, nonostante ciò, rimane un argomento celato sotto un sottile velo di imbarazzo e indeterminatezza. Troppo spesso, parlarne crea disagio sia alla persona che ne soffre che a coloro che si trovano ad affrontare indirettamente questo problema (genitori, familiari, insegnanti, amici). C’è davvero bisogno di liberarsi da questa paura, creando cultura e facendo buona informazione su tale tema. Il timore e il disagio derivano da una mancanza di conoscenza che dobbiamo tutti contribuire a colmare, ecco perché anche quest’anno, il 22 ottobre, Giornata internazionale di consapevolezza sulla balbuzie, è stata per noi di Psicodizione l’occasione per accendere un faro su tale problematica, una luce che vogliamo continui ad ardere durante tutto l’anno, per far comprendere che si può fare molto per aiutare chi balbetta a togliersi tutte le maschere che si è creato intrappolandolo in uno spazio relazionale sempre più stretto, per aprirsi invece al mondo e uscire dalla gabbia della balbuzie.
La balbuzie e le sue conseguenze. Quando si pensa alla balbuzie, spesso, si pensa a un problema di linguaggio, di respirazione o di ansia. Le ricerche ci aiutano a comprendere meglio come, in realtà, questo sia un disturbo multifattoriale il cui manifestarsi dipende dalla combinazione di fattori linguistici, psico-emotivi, ambientali, fisiologici e organici. Si potrebbe immaginare, inoltre, che la balbuzie sia la manifestazione di uno stato di emotività difficile da gestire, mentre il Manuale Diagnostico e Statistico Dsm-5 specifica come l’ansia sia una conseguenza e non la causa della balbuzie stessa. In alcuni casi la parola inceppata viene appena percepita dall’interlocutore, per cui il disturbo rimane quasi celato agli altri che ascoltano. In altri casi, invece, il problema può arrivare perfino a impedire in larga parte la comunicazione verbale. In ogni caso, comunque, la persona che ne soffre si sente costantemente limitata nella sua possibilità di esprimersi, spende una grande quantità di energia nel trovare sinonimi o fare giri di parole per evitare quelle che sente bloccate e, spesso, arriva a sviluppare delle errate considerazioni di sé, che lo portano perfino ad allontanarsi dalla socialità e possano interviene aspetti auto-sabotanti quali paura del giudizio, bassa autostima, timore di esporsi. La balbuzie non è un fatto privato, di cui vergognarsi e a cui doversi rassegnare: è un problema che può essere superato e il primo passo è parlarne, far cadere il velo di impotenza che si crea in famiglia, a scuola o sul lavoro.

* Psicologa ex balbuziente e ideatrice del metodo Psicodizione


© RIPRODUZIONE RISERVATA