Medicina e ricerca

Amcli: microrganismi in agguato, la sfida One Health per la filiera della sanità italiana

di Paolo Castiglia

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“E’ una sfida di filiera. E per la sanità italiana - impegnata nella lotta per non perdere la qualità nella risposta ai virus di origine animale sempre in agguato nel post-covid - occorre davvero dare seguito concreto al dialogo tra le varie componenti della filiera, attraverso un processo rapido di attuazione concreta dell’approccio One Health”.
A parlare cosi è Pierangelo Clerici, presidente dell’Amcli, che associa i Microbiologi Clinici Italiani, “associazione – spiega Clerici - che è sempre a fianco dei professionisti microbiologi che operano su tutto il territorio nazionale ma che mai come adesso collabora e vuole collaborare sempre più strettamente con le altre società scientifiche che sono impegnate in questa battaglia, a partire da tutti coloro che operano nella zooprofilassi”.
Va detto, spiega Clerici, “che oggi, grazie all’innovazione scientifica ed alle nuove tecnologie è possibile identificare i nuovi patogeni emergenti e per questi possiamo trovare soluzioni terapeutiche in maniera più rapida che in passato”.
“Ma per fare questo - aggiunge - è necessario passare attraverso percorsi e flussi di lavoro standardizzati e possibilmente uniformi e per questo è quanto mai prioritario definire procedure e metodologie condivise tra i vari protagonisti della filiera sanitaria, partendo dagli animali per arrivare alla tutela degli esseri umani e dell’ambiente”.
“Il tutto - approfondisce - con una valutazione di impatto integrato, con il consolidamento dei sistemi di analisi e sorveglianza epidemiologica dei rischi ambientali anche attraverso le reti regionali e nazionali e grazie anche alle iniziative di digitalizzazione previste nell’ambito del Piano Nazionale di Contrasto all’Antibiotico-Resistenza (PNCAR) 2022-2025”.
L’approccio One Health è quindi più che mai necessario, secondo il presidente Amcli, “perché il problema va affrontato a 360 gradi, tenendo conto, come accennato, non solo dell’ambito umano, ma anche di quello veterinario e dell’ambiente”.
Ma sul One Health siamo ancora indietro. Secondo il presidente dei microbiologi italiani è allora necessario costituire rapidamente reti collaborative che guardino all’interconnessione di salute umana ed animale e ambientale secondo l’Action Plan 2020 che è però ancora lontano dalla sua attuazione.
“L’adozione di un approccio One Health - spiega in proposito Clerici - è di fatto decisiva per realizzare tutti insieme interventi mirati e contemporanei nei diversi ambiti, anche a livello istituzionale, per creare reti di sorveglianza che possano monitorare la situazione poichè senza i numeri non si possono mettere in campo le strategie adeguate. E qui sorge proprio il problema della resistenza agli antibiotici: “Il 50% degli antibiotici utilizzati globalmente - definisce Clerici - sono destinati infatti agli animali, non solo a scopo curativo ma anche per salvaguardare la produzione zootecnica. Dagli animali i microrganismi possono trasferirsi all’uomo sia per contatto diretto, per via alimentare o contaminazione ambientale. Purtroppo la lentezza con cui vengono ricercati e prodotti nuovi antibiotici è un limite oggettivo alla lotta alle Resistenze ma sappiamo che come farmaco l’antibiotico non è remunerativo, rispetto all’investimento in ricerca e sviluppo, per le aziende produttrici”.
Per il presidente Amcli “è però impensabile che oggi si facciano sforzi immani per salvare pazienti fragili, immunodepressi, trapiantati etc. e poi perderli per colpa di microrganismi resistenti agli antibiotici: serve invece accelerare e agire contemporaneamente su più fronti perché ognuno possa fare la propria parte in sinergia con le altre componenti scientifiche e istituzionali del circuito della salute”.


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