Medicina e ricerca

Rafforzare i servizi pubblici di salute mentale e promuovere quelli della salute psicologica

di Nicola Artico, Stefano Milano e Antonina Santisi*

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24 Esclusivo per Sanità24

Il recente Post dello stimato dott. Cartabellotta, presidente Fondazione GIMBE (Gruppo Italiano per la Medicina Basata sull’Evidenza) sul rischio che il diritto costituzionale alla Salute sia messo in serio pericolo da un’eccessiva difformità dei sistemi sanitari regionali, ci appare del tutto condivisibile. In realtà, come noto, ci sono differenze di opportunità addirittura tra aziende sanitarie della stessa Regione e, come nel caso di Roma, ad esempio, anche della stessa città. Scelte organizzative diverse, tutte giustificabili, ma i cui effetti impattano pesantemente sull’equità e sul diritto alla salute di molti. Il cittadino di Cosenza ha gli stessi diritti di quello di Ancona e di Torino ma, nei fatti, le opportunità di cura – ed i relativi percorsi disponibili – sono senz’altro diverse. A volte significativamente diverse. Se questa constatazione è tristemente vera nel campo delle malattie organiche – ed il fenomeno dei pazienti migranti da una Regione all’altra la conferma - la questione si fa ancora più seria quando si tratta del diritto alla salute mentale e psicologica, garantito spesso solo parzialmente e a volte negato. Un esempio per tutti: è innegabile che una malattia oncologica devasti, oltre che il corpo, anche l’equilibrio psichico, ma la psico-oncologia è uno strumento disponibile solo in poche Regioni del nostro Paese. Sappiamo bene come la sofferenza mentale associata alla malattia oncologica, o ad altre malattie cosiddette “Long-Term Conditions, ne orienti negativamente il decorso. Ed è vero anche il contrario: la presenza di disturbi psichici non trattati aumenta l’incidenza di malattie organiche, il cui trattamento rappresenta un ingente costo per il Servizio Sanitario. Aggiornati dati di ricerca inglesi (2021) mostrano come circa il 40% delle persone con ansia e depressione sviluppi anche problemi fisici, come malattie cardiovascolari, diabete, broncopneumopatia cronica ostruttiva, ma allo stesso tempo evidenziano come questi decorsi e correlati impegni - sia degli ospedali che dei pronto soccorso - potrebbero essere sensibilmente ridotti se i pazienti fossero assistiti anche con interventi psicologici.

Anche limitandoci ad uno dei più classici disturbi psicologici e mentali, la depressione, ci sono evidenze scientifiche che mostrano con evidenza che ha lo stesso effetto sulle aspettative di vita del tabagismo. Nel 2010 la sanità pubblica inglese ha messo in campo una grande campagna sotto lo slogan “No Health without Mental Health” (non c’è Salute senza Salute Mentale) forte di una convinzione che poggiava su solide basi scientifiche. La più importante ricerca, in tal senso, è stata pubblicata da un gruppo di economisti, non di clinici. Cruciali gli esiti dello studio di un importante ricercatore della London School of Economics, Richard Layard. Ricerca clinica ed economica hanno dimostrato, infatti, che i costi per lo Stato nel non fornire assistenza psicologica e non favorire l’accesso a questo tipo di cure, sono elevatissimi. Le persone che soffrono di ansia e depressione riducono, in Gran Bretagna, il prodotto interno lordo (PIL) del 4%, dunque una enorme quantità di risorse. In sostanza non solo avremmo un motivo etico per garantire accesso in modo omogeneo ed in tempi ragionevoli ai servizi psicologici e di salute mentale, ma sono nette le evidenze scientifiche che legittimano un investimento del genere che si ripagherebbe ampiamente da solo con riduzione di prestazioni per disturbi medici in generale. E, quindi, potenziando i servizi per la salute mentale e psicologica dei cittadini, si otterrebbe un risparmio, non un aumento di spesa. Perché si tratterebbe, nei fatti, di un investimento, non di un mero costo.

Ancora una volta il Coordinamento degli Psicologi Direttori di Struttura Complessa del SSN rinnova con forza l’appello alle Istituzioni per il potenziamento del Servizio Sanitario Pubblico, garantendo ai cittadini di tutte le Regioni, in modo uniforme, il diritto alla Salute previsto dall’articolo 32 della nostra Costituzione. Richiamando l’affermazione che non c’è salute senza salute mentale, l’appello si rivolge in particolare al un rafforzamento dei Servizi Pubblici di Salute Mentale e di quelli per la promozione della Salute Psicologica. Il Coordinamento auspica, in tale prospettiva, il superamento della logica dei “bonus”, a vantaggio e degli investimenti strutturali e di sistema in ambito Pubblico. La sfida per una Sanità universale, equa, accessibile e vicina ai cittadini dovrebbe essere l’impegno primario di una Comunità che si voglia consapevole, competente e solidale.

*Coordinamento Nazionale degli Psicologi Direttori di Struttura Complessa delle Aziende Sanitarie Locali e delle Aziende Ospedaliere


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