Medicina e ricerca

Bronchiolite: primo Protocollo di gestione delle terapie intensive neonatali

di Paolo Castiglia

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La bronchiolite è un’infezione respiratoria che colpisce bambini molto piccoli e neonati e nei casi più gravi può essere letale. Solitamente provocata dall’RSV - Virus Respiratorio Sinciziale - è una patologia stagionale estremamente infettiva che, soprattutto a causa del freddo e del rischio contagiosità negli asili nido, determina un alto numero di ricoveri nei reparti pediatrici e neonatali di terapia intensiva sia in Europa, sia in Nord America.
In risposta, è stato realizzato il primo Protocollo a livello internazionale per la gestione dei neonati affetti da bronchiolite e ricoverati nei reparti di terapia intensiva.
Lo studio, pubblicato su “The Lancet e Clinical Medicine”, è frutto del lavoro promosso da Daniele De Luca, professore ordinario di Neonatologia all’Università Paris Saclay, insieme ad altri ricercatori ed esperti di varie università italiane e francesi. Nella squadra Maria Rosaria Gualano, di UniCamillus, professoressa associata di Igiene presso l’Università Medica Internazionale, coordinator e seniorship organizzativa ed esecutiva del progetto.
“Il protocollo proposto dal nostro studio - spiega Gualano - diventa cruciale per la gestione dei piccoli pazienti che presentano fragilità e diventano casi più severi e complessi da gestire. Coniugando la ricerca basata sui migliori studi di riferimento con i dati della nostra realtà quotidiana, siamo stati in grado di raggiungere questo importante traguardo. A questo punto ci aspettiamo ottimi risultati dalle applicazioni in tutti i contesti di questo tipo, sia dal punto di vista del miglioramento degli outcome clinici, sia da quello economico, visto il buon livello di costo-efficacia di questo approccio”.
“La rilevanza di questo lavoro – approfondisce Gualano - è dovuta al fatto che finalmente sono state messe insieme le evidenze per poter operare una presa in carico più efficace, sicura e costo-efficace di questi piccoli pazienti. Il nostro punto di partenza è stato innanzitutto sottolineare come i posti nelle terapie intensive non siano sufficienti e questo si acuisce nella stagione invernale (l’esperienza del Covid ci ha drammaticamente lasciato un crudo ricordo di questo), addirittura nei Paesi a reddito medio-basso, dove le terapie intensive non sono disponibili, la bronchiolite causata da RSV è responsabile di oltre 120.000 decessi/anno”.
Grazie all’esperienza maturata dal team parigino del presidente della Società europea di terapia intensiva neonatale e pediatrica, Daniele De Luca, è stato possibile nello studio confrontare i suoi dati con quelli della letteratura corrente e proporre un nuovo protocollo che presenta anche importanti impatti sui costi.
“Un giorno di ricovero in terapia intensiva neonatale/pediatrica - conclude Gualano - può arrivare a costare anche 3-5,000 Euro al giorno a seconda dei paesi e della complessità delle cure richieste e la bronchiolite severa ha una degenza media di 8-10 giorni. Ottimizzare l’uso delle terapie intensive con questo protocollo, specie durante la stagione epidemica, può garantire uno scenario di costo efficacia ‘dominante’: ossia l’intervento che proponiamo si traduce in migliori effetti sulla salute e risparmi globali sui costi rispetto ai comparatori”.
Schematicamente gli obiettivi delle linee guida del protocollo sono: preparare i team ospedalieri a riconoscere i casi più seri da veicolare nei reparti di emergenza; individuare i criteri che possano diagnosticare vari livelli di gravità del paziente pediatrico; gestire l’assistito tramite diverse e appropriate modalità di nutrizione, idratazione, supplementazione, nonché terapia farmacologica, cercando di evitare di intubare i piccoli pazienti, ed implementando invece modalità di assistenza respiratoria non-invasiva avanzata; assicurare il miglior controllo della diffusione del virus grazie ad appropriati dispositivi di protezione individuale, forme di isolamento di sicurezza, filtri e tecniche apposite.
Allo studio, oltre all’Università “Paris Saclay” di Parigi e all’Università “UniCamillus” di Roma, hanno partecipato anche le Unità Pediatriche di Terapia Intensiva del “Bambino Gesù” di Roma e dell’Ospedale Universitario di Padova, la Fondazione Policlinico “Gemelli” di Roma e il Centro di Ricerca e Studi sulla Leadership dell’Università “Cattolica del Sacro Cuore” di Roma.


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