Medicina e Ricerca

Lotta all'Aids, resta l'emergenza ma cresce l'accesso ai farmaci e si riduce la mortalià infantile

di Barbara Gobbi

Trentaquattro milioni di sieropositivi. Nuove infezioni che interessano 2,5 milioni di persone. Morti per malattie correlate pari a 1,7 milioni. È sempre un bollettino di guerra quello raccontato dalle cifre di sintesi contenute nel Report Unaids 2011, pubblicato in occasione della Giornata mondiale che si celebrerà domani. Eppure, malgrado il dramma di un'epidemia che si abbatte come un flagello sulle popolazioni più povere e sulle categorie più fragili, il titolo del rapporto - "Results" - la dice lunga sulla parola-chiave che emerge a leggere i dati più recenti. «I progressi che una volta si raggiungevano in dieci anni, oggi sono a portata di mano in appena 24 mesi», spiega il direttore esecutivo di Unaids Michel Sidibé presentando i dati. A mille giorni dalla deadline fissata dai Millennium Goals per il 2015, i passi avanti più significativi si registrano sul terreno più sensibile: quello delle nuove infezioni tra i bambini, che pesano per il 50% sul calo globale di nuove infezioni nel mondo nel 2001. «Un traguardo importantissimo, che dimostra come il target "zero nuove infezioni" tra i bimbi sia raggiungibile. Passiamo così dalla disperazione alla speranza». Commenta ancora Sidibé.
L'altra cifra portante del rapporto è l'apporto cruciale delle terapie antiretrovirali. Negli ultimi due anni l'accesso a questi farmaci è cresciuto globalmente del 63%, raggiungendo nell'Africa sub-Sahariana il dato record di 2,3 milioni di persone che hanno accesso al trattamento. Ma anche la Cina ha aumentato del 50% la percentuale di individui che beneficiano dei farmaci. Il 2011 ha registrato oltre mezzo milione di morti in meno rispetto al 2005, con una diminuzione dei decessi più sensibile dove l'Aids colpisce di più: il Sud Africa calcola 100.000 morti in meno, lo Zimbabwe 90mila, il Kenia 71mila e l'Etiopia 48mila. L'impiego degli antiretrovirali agisce beneficamente sulle malattie Aids-correlate, prima tra tutte la tubercolosi: negli ultimi 24 mesi il calo della Tb è stato pari al 13%, grazie a un'accessibilità ai farmaci per le persone con Hiv/Tb aumentata del 45%. Progressi importanti, anche se il report stimola a fare di più su questo fronte.
In generale - ammonisce infatti Unaids - 6,8 milioni di persone continuano a non avere accesso ai farmaci e si stima che altri 4 milioni di coppie "discordanti" (in cui solo uno dei partner è sieropositivo) avrebbero bisogno di ricevere le terapie per scongiurare il contagio. Ancora, circa la metà dei 34 milioni di persone che vivono con l'Hiv ignora la propria sieropositività e diffonde inconsapevolmente la malattia, senza curarsi. Situazioni su cui occorre intervenire, se si vuole incidere davvero su quei 2,5 milioni di nuove infezioni che il mondo continua, malgrado i progressi, a registrare nel 2011. Serve potenziare in modo drammatico la prevenzione, avverte allora Unaids. Un esempio tra tutti: la circoncisione maschile sarebbe in grado di prevenire entro il 2025 almeno una su cinque nuove infezioni nelle regioni orientali e meridionali dell'Africa. In questo panorama, poi, manca ancora lo sforzo decisivo per raggiungere le categorie più colpite e più neglette dal punto di vista dell'accesso ai servizi e ai farmaci: i "lavoratori del sesso", gli omosessuali e quanti fanno ampio uso di droghe.
Il colpo di reni, insomma, non potrà prescindere da finanziamenti consistenti. A ricordarlo tra gli altri, in Italia, è il senatore Ignazio Marino. «La giornata mondiale che si celebra domani - spiega - testimonia degli enormi progressi fatti negli ultimi anni. C'è ancora molto da fare e i fondi scarseggiano. Le proiezioni mostrano che il punto di svolta, in cui il numero di persone che iniziano il trattamento supera il numero di nuove infezioni, non arriverà entro il 2015 - come fissato dai Millennium Development Goals - ma slitterà almeno al 2022».
Se è vero che i progressi raggiunti sono anche figli di un monte-investimenti che nel complesso ha retto alla crisi - per la prima volta nel 2011 l'investimento interno nei Paesi a basso e medio reddito ha superato le donazioni globali destinate all'Hiv - nell'Africa sub-Sahariana ancora 26 Paesi su 33 dipendono per il 50% dal supporto dei donatori, primi tra tutti gli Stati Uniti. Da qui al 2015 serve raggiungere la quota di investimenti globale di 22-24 miliardi, che significa un 30% in più dei 16,8 miliardi resi disponibili al 2011. E il 2015 è alle porte.

IN ITALIA ALLARME TEST TARDIVI
Nel 2011 il 24,8% delle persone con una nuova diagnosi di infezione da Hiv ha eseguito il test per la presenza di sintomi sospetti; il 13% in seguito a un comportamento a rischio non specificato e il 10,3% in seguito a rapporti sessuali non protetti. L'esecuzione del test al momento in fase già avanzata è il dato di maggior rilievo che emerge dalla presentazione dei dati raccolti dal Centro operativo Aids (www.iss.it ). E dà la misura di quanto occorra tenere l'acceleratore premuto sulla prevenzione. Nel 2011, il 56% dei casi segnalati con una nuova diagnosi di Hiv era già in fase avanzata di malattia.
E quasi una persona su tre diagnosticate è di nazionalità straniera.

LA CAMPAGNA DEL MINISTERO DELLA SALUTE
«La trasmissione sarà interrotta il prima possibile. Uniti contro l'Aids si vince». Questo lo slogan della campagna di comunicazione per la lotta all'Aids 2012-2013 che il ministero della Salute lancerà domani in coincidenza con la Giornata mondiale.
Per il ministro Renato Balduzzi «il contrasto all'Aids è una sfida globale davanti alla quale non ci si può tirare indietro. E' importante aumentare la sensibilità di tutti su questo tema e non abbassare la guardia, e per fare questo è necessario continuare e intensificare il lavoro di informazione e prevenzione, e sensibilizzare a un comportamento sessuale responsabile, all'utilizzo del preservativo e al test anti-Hiv. ‘Interrompere la trasmissione il prima possibile si può».


In linea con le indicazioni della Commissione nazionale Aids, la campagna istituzionale vuole rafforzare la percezione del rischio dell'infezione da Hiv e sensibilizzare sulla modalità di trasmissione e sulle misure di prevenzione. La campagna si rivolge alla popolazione generale e in particolare alle categorie con comportamenti ritenuti a maggior rischio: adulti, migranti, MSM (uomini che fanno sesso con uomini), giovani, donne.

Data l'ampiezza del target, il Ministero della Salute ha pianificato una campagna di comunicazione di tipo integrato: è stato realizzato uno spot televisivo, uno spot radiofonico, una creatività stampa e sarà utilizzato il web. Sarà inoltre prodotto e diffuso materiale informativo presso gruppi specifici di popolazione.

Accanto alla campagna di comunicazione, il Ministero della Salute e l'Istituto superiore di sanità garantiscono un servizio personalizzato di informazione e consulenza attraverso il numero verde 800.861.061 dedicato all'Aids e alle infezioni sessualmente trasmesse (Ist), attivo dalle ore 10 alle ore 18. In particolare, in occasione della Giornata mondiale contro l'Aids gli esperti del telefono saranno a disposizione degli utenti per rispondere a quesiti, chiarire dubbi e fornire indicazioni in merito ai centri diagnostico-clinici e alle organizzazioni non governative che si occupano di Hiv, Aids e Ist presenti sul territorio nazionale. Il Telefono verde svolgerà, come di consueto, un'attività di counselling telefonico relativamente alle infezione da Hiv/Aids e alle infezioni sessualmente trasmesse in quattro lingue (italiano, inglese, francese e portoghese). È prevista, inoltre, la consulenza legale nel corso dell'intera giornata.