Medicina e Ricerca

Al Gemelli di Roma il primo trapianto nel Lazio di flora batterica intestinale

Trapiantare il microbiota - la flora batterica intestinale - potrebbe rivelarsi la nuova frontiera per combattere molte malattie, tra cui il diabete e l'obesità. A sondare questa possibilità è un gruppo di ricerca del Policlinico Agostino Gemelli di Roma, che ha eseguito con successo il primo innesto di questo tipo nel Lazio (e il secondo in Italia) da un soggetto sano a un paziente affetto da una forma di diarrea legata a un'infezione da clostridium difficile resistente agli antibiotici.

Il trapianto - effettuato da un'équipe coordinata da Antonio Gasbarrini, responsabile dell'Unità operativa complessa di medicina interna e gastroenterologia del Gemelli - è stato effettuato attraverso una colonscopia eseguita da Giovanni Cammarota della Uoc di gastroenterologia e il microbiota del donatore (un parente) è stato preparato e purificato da Luca Masucci nell'ambito di una collaborazione con l'Istituto di microbiologia dell'Università Cattolica diretto da Maurizio Sanguinetti.

«Tutta la procedura- spiega Gasbarrini - ha seguito le regole di sicurezza e buona pratica clinica approvate dal Comitato etico del gemelli. La flora batterica intestinale si recupera da un campione fecale del ricevente. Una volta purificata con avanzate tecniche di microbiologia, si può trasferire attraverso il sondino per la colonscopia. Il ricevente ha ben tollerato il trapianto ed è ora in buone condizioni cliniche». Altri pazienti con diarrea da clostridium difficile sono ora in attesa di ricevere trapianti nei prossimi giorni. «Le prossime applicazioni del trapianto di flora batterica - precisa
gasbarrini - prevedono l'infusione di microbiota da donatori sani a soggetti con insulino-resistenza (precursore del diabete), diabete e obesità. E un successo in questa area terapeutica avrebbe enormi ripercussioni nella pratica clinica».

La flora batterica intestinale si sviluppa in ognuno di noi nei primi due-tre anni di vita e sostiene i processi digestivi. Spesso, però, accade che si alteri per una diera scorretta o per infezioni batteriche che possono prendere il sopravvento (è il caso, ad esempio, del clostridium difficile, un batterio che produce una tossina e causa colite severa e diarrea profusa).
Il trapianto del microbiota da un donatore sano ha quindi l'obiettivo di ristabilire una flora batterica "sana" anche se - precisa Gasbarrini - «non
sappiamo per quanto tempo questa flora possa colonizzare il ricevente».

«La trasposizione della flora batterica - continua l'esperto - è assolutamente una delle future terapie anti-obesità e diabete resistenza. Numerosi studi condotti negli ultimi anni nel mondo, infatti, hanno dimostrato che gli obesi hanno una flora batterica diversa rispetto a quella dei magri e studi su vari modelli animali hanno dimostrato che il trapianto della flora batterica da un animale obeso a uno magro determina un rapido aumento di peso in quest'ultimo e viceversa».