Medicina e ricerca

La governance del «patient blood»

Ottimizzare la gestione della risorsa sangue è possibile unicamente mediante un approccio multiprofessionale, multidisciplinare, multimodale, ospedaliero e paziente-centrico per la gestione dell'anemia, l'ottimizzazione dell'emostasi e il risparmio di sangue nel peri-operatorio, l'emostasi chirurgica, e l'impiego degli emocomponenti e dei farmaci plasmaderivati. Il tutto si riassume nella definizione anglosassone di Patient Blood Management (Pbm), focalizzata non su una specifica patologia o procedura, né su una disciplina o settore specifico della medicina, ma sulla buona gestione della risorsa sangue del paziente, spostando l'attenzione dall'emocomponente al paziente.

Questa strategia consente di raggiungere l'outcome ottimale mediante l'uso (combinato e condiviso tra gli specialisti di diverse discipline) di un insieme di tecniche (farmacologiche e non farmacologiche) che possono essere anche personalizzate al singolo paziente.

La strategia del Pbm - caldeggiata dall'Oms fin dal 2010 - va dunque oltre il concetto di uso appropriato degli emocomponenti e dei medicinali plasmaderivati proprio perché ne previene e riduce in modo significativo l'utilizzo, consentendo anche di ridurre i costi.

I suoi tre pilastri sono ll'ottimizzazione dell'eritropoiesi del paziente; la riduzione al minimo del sanguinamento; sfruttare e ottimizzare la riserva fisiologica dell'anemia del singolo paziente. E sono necessari al cambio di paradigma che caratterizza l'approccio paziente-centrico e non più emocomponente-centrico. Ognuno di questi tre punti cardine, infatti, rappresenta, rispettivamente, la risposta strategica a quadri clinici che possono causare outcome avversi e il ricorso alla terapia trasfusionale allogenica, ovvero: a) anemia; b) perdita ematica; c) ipossia.

Il progetto Patient Blood Management Italia
Nel 2010, l'Oms ha rilevato la necessità di adottare il Pbm e, con la risoluzione WHA63.12, ha esortato tutti gli Stati membri delle Nazioni Unite ad attuare una serie di strategie per garantire qualità, sicurezza e sostenibilità della terapia trasfusionale, includendo tra queste anche il Pbm con i suoi tre pilastri.

In Italia, il Cns ha incluso il Pbm tra gli obiettivi del programma nazionale di autosufficienza già dal 2012. Nel primo semestre del 2013 è stato pertanto costituito un gruppo di lavoro multidisciplinare al fine di raggiungere questo traguardo. Il gruppo di lavoro è coordinato dal Cns ed è composto da rappresentanti del Cns stesso, della Simti (Società italiana di medicina trasfusionale), della Siaarti (Società italiana di anestesiologia, analgesia, rianimazione e terapia intensiva) e dell'Anmdo (Associazione nazionale medici delle direzioni ospedaliere), da esperti di chirurgia ortopedica e di emostasi e trombosi.

Obiettivo del gruppo di lavoro, individuare, nell'ambito dei tre pilastri del Pbm, le strategie e le tecniche farmacologiche e non farmacologiche in grado di ridurre il ricorso alla terapia trasfusionale allogenica (e le evidenze scientifiche disponibili che le supportano), per applicarle inizialmente ai pazienti candidati a interventi di chirurgia ortopedica elettiva e, in una fase successiva, ai pazienti afferenti alle altre aree assistenziali chirurgiche.

Il programma operativo del progetto Cns-Simti è articolato in tre fasi:

1. elaborazione di linee guida multidisciplinari e condivise sul Pbm (la stesura delle linee guida teoriche terminerà nel primo semestre del 2014);

2. stesura di un progetto scientifico che dimostri la significatività, la fattibilità e la trasferibilità delle linee guida elaborate con l'obiettivo di implementarle presso strutture ospedaliere individuate mediante criteri e requisiti condivisi;

3. diffusione dei risultati scientifici del progetto e campagna di comunicazione;

4. eventuale disciplina normativa della materia.

Il percorso italiano verso il Pbm ha recentemente assunto connotati europei grazie all'adesione, in agosto, a un progetto d'implementazione del Pbm in Europa che ha condotto alla costituzione del consorzio "Patient Blood Management Europe" (PaBloE), coordinato dall'European Blood Alliance (Eba), un'associazione che rappresenta 23 sistemi sangue nazionali basati sulla donazione di sangue volontaria e non remunerata. Questo consorzio è costituito da sette Stati: Danimarca, Germania, Italia, Malta, Olanda, Regno Unito, Svezia.

LEGGI IL SERVIZIO COMPLETO SU IL SOLE-24 ORE SANITA'