Aziende e Regioni

Programma nazionale esiti: ecco la misura dell'appropriatezza sul territorio

Stripping di vene, tonsillectomia, ipertensione: sono alcuni dei Drg ad alto rischio di inappropriatezza che ormai da anni hanno un'indicazione di assistenza sul territorio, fuori dell'ospedale. Dove il territorio è organizzato si intende. E la verifica dell'organizzazione territoriale e dell'uso appropriato dei ricoveri ospedalieri la fanno gli esiti del Programma nazionale 2013 (v. anche Il Sole-24 Ore Sanità n. 36/2013 ).

Questa volta non analizzando (e comunque non solo) i risultati dell'assistenza delle singole patologie per struttura, ma i tassi di ospedalizzazione nei vari interventi per Asl/Provincia.
Risultato: ancora una volta c'è una forte differenziazione non solo a livello regionale, ma anche all'interno della stessa regione, con effetti negativi anche sulla spesa. E con un'accortezza che lo stesso Pne raccomanda: gli indicatori, danno un minimo e un massimo di utilizzo dei ricoveri per varie tipologie di intervento, ma non riguardano la qualità dell'assistenza erogata, solo l'organizzazione dei servizi. Soprattutto per alcuni ciò che più conta non è la quantità di prestazioni rese, ma il distacco che c'è tra l'indicatore medio in più (sovrautilizzo) o in meno (sottoutilizzo).

I Drg a rischio
L'esempio è sempre quello dello stripping delle vene: non ha indicazioni che possano motivare la diversità del ricorso ai ricoveri, eppure rispetto a un tasso grezzo nazionale (a livello italiano non si può calcolare un tasso aggiustato in quanto non è possibile determinare fattori rischio e altri parametri medi per tutte le strutture) di 0,36, si va da quasi il 2% della Provincia di Trento allo 0,04 del Comune di Venezia. Stesso discorso per la tonsillectomia che con i ricoveri non dovrebbe avere nulla a che fare, mentre rispetto a una media dell'1,82% in Provincia di Biella i ricoveri sono il 5,86% e nel comune di Padova lo 0,04 per cento. Il gap maggiore c'è per la gastroenterite pediatrica, altro intervento su cui si concentrano i Drg a rischio e che va rispetto a una media nazionale dell'1,59 da un rischio aggiustato dell'8,02% nel comune di Palermo a uno dello 0,10% in quello di Taranto.

L'appropriatezza
Gli altri indicatori di ospedalizzazione misurano la risposta del territorio rispetto a determinate patologie. A esempio tutti quelli che riguardano le complicanze del diabete sono conseguenti a una mancata assistenza dei pazienti sul territorio che ha portato a complicanze curabili in ospedale fino a interventi estremi come l'amputazione degli arti inferiori. In questo senso, la variabilità maggiore è proprio legata all'ospedalizzazione per le complicanze del diabete che passa da un rischio dell'1,34% in Provincia di Foggia a uno dello 0,10% in Provincia di Fermo (la media nazionale è 0,51 per cento). Le altre tipologie di indicatori per questa patologia presentano un range minore rispetto alla media, anche se comunque i valori massimi e minimi sono sintomo di una sovra o sottoutilizzo delle strutture di ricovero e/o territoriali.
Altri esempi analoghi riguardano la colecistectomia per calcoli (senza complicazioni): un intervento di elezione, che va da un rischio massimo dell'1,32% in Provincia di Ragusa a uno minimo dello 0,06% in Provincia di Imperia, fermo restando però che la colecistectomia laparascopica (di questa si parla) è un intervento che va incentivato più possibile tra le strutture.

VEDI IL SERVIZIO COMPLETO SU IL SOLE-24 ORE SANITA' N. 38/2013 (per gli abbonati)

VEDI I RISULTATI DEL PROGRAMMA NAZIONALE ESITI PER SINGOLA STRUTTURA DI RICOVERO