Aziende e regioni

Veneto: ecco i fabbisogni standard di infermieri e oss

di Rosanna Magnano

Una griglia di valori minimi di riferimento per il personale di assistenza del comparto dedicato alle aree di degenza negli ospedali, ovvero per gli infermieri nelle loro diverse qualifiche. E' il contenuto della delibera approvata dalla Giunta veneta su proposta dell'assessore alla Sanità Luca Coletto, nell'ultima seduta del 30 dicembre 2013 e trasmessa alla Commissione sanità del Consiglio regionale per il previsto parere.

Il documento indica di fatto quanti minuti al giorno (Tema - Tempo di erogazione minuti di assistenza) un infermiere deve essere dedicato a un paziente a seconda del reparto nel quale è ricoverato e quanti operatori sociosanitari devono essere in attività, fatto 100 il parametro degli infermieri professionali.

Per fare qualche esempio, l'area che richiede il maggior minutaggio di assistenza di un infermiere professionale è quella "critica" con 700 minuti /giorno, seguita dall'assistenza neonatale (350 minuti/giorno), da malattie infettive (230 minuti), da pediatria (200 minuti/giorno).
Fatto 100 il parametro dell'infermiere professionale, invece, sarà 70 quello dell'operatore sociosanitario nelle aree di salute mentale e lungodegenza e riabilitazione; 50 in medicina, chirurgia generale, ostetricia e inecologia; 20 nell'area critica (dove è più necessario avere medici e infermieri professionali).

Per favorire l'introduzione di nuovi modelli organizzativi e assistenziali è previsto un periodo transitorio. Quindi le aziende sanitarie e i privati accreditati dovranno dare piena attuazione ai nuovi parametri entro il 31 dicembre 2015. Per verificare il posizionamento delle aziende rispetto ai valori fiossati a livello regionale saranno istituiti osservatori a livello regionale e aziendale con la partecipazione dei sindacati.

Ma niente tagli al personale che dovesse eventualmente risultare in esubero. «Ove dall'applicazione di nuovi modelli organizzativi implementati dalle aziende - si legge nella delibera - a seguito della determinazione dei nuovi dei valori minimi di riferimento dovessero liberarsi delle risorse di personale, queste saranno utilmente impiegate nelle stesse aziende nell'ambito del potenziamento dell'asssitenza territoriale».

"Perché i costi standard non rimangano parole - ha commentatato il governatore del Veneto Luca Zaia - ma si traducano al più presto in realtà il Veneto, una delle tre Regioni benchmark, è già al lavoro e, con questa delibera, dimostra come si fa a non buttare via denaro dei cittadini gestendo male il numero del personale infermieristico, cioè di migliaia di stimati professionisti".


"Questo è un documento storico - aggiunge Zaia - perché la gestione del personale è una delle voci di spesa più elevate, sulle quali andrà posta attenzione totale. Il Veneto da questo punto di vista è già assolutamente virtuoso - precisa il Governatore - e quindi domani nessuno venga a parlare di allarme licenziamenti. Anzi, se alla fine emergerà che sarà necessario assumere altro personale lo faremo senza se e senza ma, perché i parametri che abbiamo definito sono quelli minimi, al di sotto dei quali proprio non si va, e l'unico scopo è quello di assistere a cinque stelle il paziente ricoverato".


Il provvedimento tenta anche di ridurre le attese dei pazienti. "In nessun reparto veneto - spiega Coletto - si dovrà mai più assistere ad attese troppo lunghe da parte del paziente e l'assistenza sarà tutta, ma proprio tutta, quella necessaria. Sulla base dei minuti per giorno assegnati ad ogni singolo infermiere saranno i direttori generali determinare il fabbisogno di personale ideale. Dove ci sarà, bene, dove mancheranno figure professionali, si assumeranno".

Coletto punta l'obiettivo anche sul piano nazionale: "Sino a questa nostra delibera – ricorda – in caso di diatribe giuridiche ci si doveva rifare a un decreto del Ministro Donat Cattin del 1988, che determinava una pessima distribuzione non più coerente oggi con le nuove tecniche organizzative e di cura".

"E non sembri che questo provvedimento possa nuocere alle Regioni in difficoltà, anzi – incalza Coletto – di fatto rafforza le Regioni rispetto all'applicazione della riforma del Titolo V della Costituzione in chiave federalista e fa emergere le difficoltà e le cattive gestioni".

"E' auspicabile, e in questo senso ci stiamo muovendo a Roma – conclude Coletto - che questo metodo di determinazione dei fabbisogni venga recepito all'interno del nuovo Patto per la Salute Nazionale, così sarà legge e nessuno potrà sottrarsi ad applicare tutte le possibili pratiche virtuose".