Aziende e regioni

Sicilia, 97 indagati per le "spese pazze" tra cui Davide Faraone, responsabile welfare del Pd: «Dimostrerò la mia innocenza»

Sono 97 fra deputati e funzionari dell'Assemblea regionale siciliana gli indagati per illecito utilizzo dei rimborsi spettanti ai gruppi parlamentari. La procura di Palermo ha notificato 13 inviti a comparire a ex parlamentari della scorsa legislatura che risponderebbero di peculato.

L'accusa per gli indagati è di uso illecito di fondi destinati ai gruppi parlamentari e tra gli indagati c'è anche Davide Faraone, deputato del Pd e responsabile del Welfare nella segreteria formata da Matteo Renzi che dice: «Benissimo la procura: indaghi. E se c'è qualche ladro deve pagare. Sono certo che emergerà chiaramente se c'è qualcuno che ha rubato e ha utilizzato le risorse per lucro personale - dice il deputato Pd -. Per quel che mi riguarda, non ho ricevuto al momento alcuna comunicazione e sono comunque serenissimo. Anzi, quanto accaduto sarà l'occasione per far conoscere a tutti i modi in cui ognuno di noi utilizza le risorse destinate a fini politici e di rappresentanza». Poi aggiunge: «Se vengo rinviato a giudizio lascio». Faraone, ai microfoni di Sky Tg24, ha spiegato che la cifra che gli viene contestata ammonta a «3.300 euro, che posso spiegare e giustificare con le relative fatture».
Indagati anche l'ex presidente della Regione Raffaele Lombardo e l'ex presidente dell'Ars Francesco Cascio.

Alcuni deputati sono tuttora in carica, altri hanno terminato il mandato. Oltre ai parlamentari sono inquisiti 14 consulenti e dipendenti dei gruppi. L'indagine ha scandagliato la penultima e la terzultima legislatura. La maggior parte degli illeciti contestati sarebbero riferiti alla scorsa legislatura. Tra gli indagati - oltre all'ex presidente della Regione Raffaele Lombardo e all'ex presidente dell'Ars Francesco Cascio - anche i deputati Nino Dina, Salvatore Cordaro, Gaspare Vitrano, Massimo Ferrara, Franco Mineo, Giuseppe Lupo, Bernardo Mattarella, Cateno De Luca, Riccardo Savona, Lino Leanza, Paolo Ruggirello, Salvino Pantuso, Carmelo Curenti e Alessandro Aricò.

L'inchiesta è stata condotta dalla Guardia di Finanza e ha preso il via nel 2012. Le Fiamme Gialle nelle scorse settimane hanno depositato in procura un'informativa con i risultati degli accertamenti.

C'è chi avrebbe comprato l'auto personale con i fondi destinati al proprio gruppo parlamentare e chi invece si sarebbe regalato un gioiello, e c'è poi chi avrebbe pagato il viaggio di lusso per sé e per la famiglia e chi avrebbe fatto shopping sfrenato con l'acquisto anche di borse Louis Vuitton. Ma non è finita perché in quello che ormai passerà alla storia come lo scandalo delle "spese pazze" all'Assemblea regionale Siciliana c'è di tutto: persino chi si sarebbe fatto fare lo scontrino della mancia di un euro lasciata al bar per poter intascare i rimborsi mentre qualche altro si è "limitato", si fa per dire, all'acquisto di cravatte e completini intimi. Ma dall'inchiesta emerge anche che non solo con il denaro dei Gruppi sarebbero state pagate multe prese dai parlamentari, regali fatti a colleghi dell'Ars per la nascita dei figli, o per matrimoni ma che molti dei fondi distratti finivano nelle tasche dei portaborse attraverso pagamenti extra e soldi fuori busta.