Aziende e regioni

Assobiomedica: «No a patto capestro con la Calabria»

Prevede la rinuncia a rinuncia a qualsiasi azione legale, a ogni forma di contestazione e a tutti gli interessi maturati per crediti vecchi di cinque anni l'accordo transattivo proposto dalla Regione Calabria alle imprese produttrici di dispositivi medici. Un «accordo capestro» che Stefano Rimondi, presidente di Assobiomedica, definisce «indegno di una istituzione» chiedendo un incontro urgente con il governatore.

Nello specifico, l'atto transattivo presentato dalla Calabria prevede che la Regione paghi gli importi fatturati al 31 dicembre 2008 in un'unica tranche ed entro 60 giorni. Sottoscrivendo l'accordo il fornitore è però obbligato, sia nei confronti delle Asl calabre sia della struttura commissariale (BDE), a rinunciare a giudizi pendenti ed eventuali interessi maturati, condizione inderogabile per il pagamento dei crediti dovuti. «Non è degno di un'istituzione chiedere la rinuncia a qualsiasi azione legale, a ogni forma di contestazione e a tutti gli interessi maturati per i crediti di cinque anni fa vantati dalle imprese di dispositivi medici nei confronti della Regione Calabria. L'atto transattivo presentato dalla Regione alle nostre imprese calpesta le più elementari norme di correttezza nei rapporti fra imprese e pubblica amministrazione», scrive Rimondi in una nota.

"È assurdo che nel 2014 si proponga di transare i debiti più vecchi di 5 anni, imponendo la rinuncia ai diritti di legge, soprattutto quando la Regione ad oggi paga ancora le nostre imprese con 832 giorni di ritardo, non rispettando né il decreto n. 35/2013 né la direttiva europea sui ritardati pagamenti. La Calabria - conclude Rimondi - approfitta delle difficoltà di molte imprese che, per sopravvivere, si vedranno costrette ad accettare questo accordo capestro».