Aziende e regioni

Liguria: la Regione più in linea anche quella in cui i maschi hanno guadagnato meno giorni di vita per ridotta mortalità per malattie del sistema circolatorio

La Liguria è la Regione più in linea, infatti presenta le percentuali minori in Italia di individui in sovrappeso o obese: gli individui (persone di 18 anni e oltre) in sovrappeso sono il 32,3% della popolazione regionale; il valore medio nazionale è il 35,6%. Gli obesi il 6,9% dei cittadini liguri, a fronte di un valore medio italiano del 10,4%.
Ma la Liguria è la Regione in cui si registra il guadagno minore in termini di giorni di vita aggiunti alla speranza di vita media della popolazione maschile residente da attribuirsi a una riduzione della mortalità per malattie del sistema circolatorio: si tratta di un guadagno di 58 giorni contro un guadagno medio italiano 133 giorni.
Sono alcuni dei dati che emergono dalla undicesima edizione del Rapporto Osservasalute (2013), un'approfondita analisi dello stato di salute della popolazione e della qualità dell'assistenza sanitaria nelle Regioni italiane presentata oggi all'Università Cattolica. Pubblicato dall'Osservatorio Nazionale sulla Salute nelle Regioni Italiane che ha sede presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma e coordinato dal Professor Walter Ricciardi, direttore dell'Osservatorio e del Dipartimento di Sanità Pubblica del Policlinico Universitario "Agostino Gemelli", il Rapporto è frutto del lavoro di 165 esperti di sanità pubblica, clinici, demografi, epidemiologi, matematici, statistici ed economisti distribuiti su tutto il territorio italiano, che operano presso Università e numerose istituzioni pubbliche nazionali, regionali e aziendali (Ministero della Salute, Istat, Istituto Superiore di Sanità, Consiglio Nazionale delle Ricerche, Istituto Nazionale Tumori, Istituto Italiano di Medicina Sociale, Agenzia Italiana del Farmaco, Aziende Ospedaliere e Aziende Sanitarie, Osservatori Epidemiologici Regionali, Agenzie Regionali e Provinciali di Sanità Pubblica, Assessorati Regionali e Provinciali alla Salute).
Quest'anno il Rapporto osserva la struttura della popolazione con alcuni nuovi indicatori per osservare come è composta, quanti anziani ci sono e qual è il rapporto tra popolazione attiva (in età da lavoro) e popolazione dipendente (bambini e anziani).
Di seguito i nuovi indicatori proposti:
L'indice di vecchiaia (IV) che rappresenta un indicatore sintetico del grado di invecchiamento della popolazione e si ottiene rapportando l'ammontare della popolazione "anziana" (65 anni e oltre) e quello dei bambini (0-14 anni). Per questo indicatore la Liguria presenta un valore di 238,4% - valore maggiore in Italia, a fronte di un valore medio nazionale di 148,7%.
L'indice di dipendenza (ID) che rapporta la quota delle persone teoricamente dipendenti da un punto di vista economico (ossia i più giovani e i più anziani) alle persone in età da lavoro, che si presume debbano sostenerle. Per questo indicatore la Liguria presenta un valore di 63,8% - valore maggiore in Italia, a fronte di un valore medio nazionale di 53,5%.
L'Indice di Struttura della popolazione attiva (IS) esprime, invece, il grado di invecchiamento di uno specifico settore della popolazione, ossia la popolazione in età da lavoro. Esso si ottiene rapportando le venticinque generazioni più anziane (cioè il segmento di popolazione 40-64 anni) alle venticinque più giovani (15-39 anni) che si suppone nel tempo si debbano sostituire alle più invecchiate. Per questo indicatore la Liguria presenta un valore di 150,5% - valore maggiore in Italia, a fronte di un valore medio nazionale di 120,7%.
L'Indice di Ricambio, infine, ha al numeratore la quota di popolazione che sta per uscire dalla popolazione attiva (60-64 anni) e al denominatore la parte di popolazione (15-19 anni) che si sta per affacciare al mondo del lavoro. Per questo indicatore la Liguria presenta un valore di 174,9% - valore maggiore in Italia, a fronte di un valore medio nazionale di 130,3%.
SALUTE E DISABILITÀ DELLE PERSONE ANZIANE
In Liguria (dati XV Censimento – 2011) il 13,1% dei cittadini ha tra 65 e 74 anni - valore maggiore in Italia, a fronte di una media nazionale del 10,5%, mentre le persone tra 75 e 84 anni sono il 10,2% della popolazione regionale - valore maggiore in Italia, a fronte di una media nazionale del 7,5%. Gli anziani di 85 anni o più sono il 4,2% della popolazione regionale, a fronte di una media nazionale del 2,8%.
Per la classe di età 65 e 74 anni la Liguria presenta la maggior percentuale di donne in Italia, il 54,3% del totale degli anziani in questa classe di età.
Quest'anno il Rapporto esamina la percentuale di maschi e femmine di età 65 anni e oltre che vivono soli, in presenza o assenza di gravi limitazioni fisiche che rendono complicate le attività quotidiane anche più semplici come lavarsi o cucinare (Anno 2011): in Liguria il 21,82% della popolazione maschile in questa fascia di età vive sola in presenza di limitazioni, e il 50,9% delle femmine (valori medi nazionali: il 19,93% dei maschi e 45,17% delle femmine); il 28,06% dei maschi in regione vive solo in assenza di limitazioni e il 38,42% delle femmine (valori medi nazionali: 16,02% dei maschi e il 35,39% delle femmine).
SPERANZA DI VITA
In Liguria la speranza di vita alla nascita è per i maschi pari a 79,4 anni (media italiana 79,4). Per le femmine la speranza di vita alla nascita è pari a 84,3 anni (valore medio italiano 84,5). Per i maschi di 0-84 anni in regione si registra un guadagno di 135 giorni per la speranza di vita ottenuto grazie alla riduzione della mortalità per tumori (guadagno medio nazionale è di 116 giorni); un guadagno di 58 giorni per ridotta mortalità per malattie del sistema circolatorio – guadagno minore in Italia (guadagno medio italiano 133 giorni); i maschi hanno invece perso un giorno per aumentata mortalità per disturbi psichici, malattie del sistema nervoso ed organi di senso (guadagno medio italiano 6 giorni). Per le donne in regione la speranza di vita ha beneficiato di un guadagno di 65 giorni ottenuti grazie alla riduzione della mortalità per tumori (guadagno medio nazionale è di 31 giorni); di 98 giorni per ridotta mortalità per malattie del sistema circolatorio (guadagno medio italiano 117 giorni); e una perdita di 12 giorni per aumentata mortalità per disturbi psichici, malattie del sistema nervoso ed organi di senso (perdita medio italiano 11 giorni).
MORTALITÀ
In Liguria la mortalità (dati 2010) è pari a 107,5 per 10.000 abitanti tra i maschi, contro una media nazionale di 105,9 per 10.000, mentre è pari a 67,1 per 10.000 tra le donne (contro una media nazionale di 66,8 per 10.000).
Per quanto riguarda i tassi di mortalità per alcune cause (2010) la Liguria presenta, nella classe di età 19-64 anni, una mortalità per tumori tra i maschi pari a 9,8 per 10.000 (vs un valore medio nazionale di 10,2 per 10.000) e una mortalità per malattie del sistema circolatorio di 4,3 per 10.000 (vs un valore medio nazionale di 5,2 per 10.000). Tra le femmine la mortalità per tumori è pari a 7,4 per 10.000, (vs un valore medio nazionale di 7,7 per 10.000) e la mortalità per malattie del sistema circolatorio di 1,5 per 10.000 (vs un valore medio nazionale di 1,8 per 10.000).
STILI DI VITA
Fumo - La Liguria presenta una quota di fumatori pari al 21,4% (anno 2012) della popolazione regionale di 14 anni e oltre (media nazionale 21,9%). In Liguria vi è una quota di ex-fumatori del 25% (22,6% valore italiano), mentre i non fumatori sono il 52,4% della popolazione regionale di 14 anni e oltre (valore medio nazionale 54,2%).
Consumo di alcol – La Liguria fa registrare i seguenti valori: nel 2011 presenta una quota di non consumatori pari al 33,8% a fronte di un valore medio nazionale del 33,6%. I consumatori sono il 65,7%, a fronte di un valore medio nazionale del 65%.
La prevalenza di consumatori a rischio di 11-18 anni (ovvero quei giovani che praticano almeno uno dei comportamenti a rischio relativamente al consumo di alcol, come l'eccedenza quotidiana o il binge drinking) è pari al 12,3% dei maschi (valore medio italiano 14,1%), all'8,2% per le femmine (valore medio italiano 8,4%), per un totale del 10,4% dei giovani in questa fascia d'età (valore medio italiano 11,4%). La prevalenza di consumatori a rischio di 19-64 anni è pari al 17,1% dei maschi (valore medio italiano 19,8%) e al 4,7% delle femmine (valore medio italiano 5,3%). Il totale dei consumatori a rischio è il 10,8% degli individui in questa fascia d'età (valore medio italiano 12,5%).
DIETA, PESO E SPORT
Obesità e sovrappeso
Adulti - La Liguria presenta una percentuale di individui (persone di 18 anni e oltre) in sovrappeso pari al 32,3% - percentuale minore in Italia; il valore medio nazionale è il 35,6%. E una percentuale di obesi pari al 6,9% dei cittadini - percentuale minore in Italia, a fronte di un valore medio italiano del 10,4%.
Minori – In Liguria il 17,8% dei minori di 6-17 anni è in eccesso di peso (sovrappeso o obesi) contro un valore medio nazionale di 26,9%.
Per quanto riguarda la pratica di sport in Liguria il 24,3% della popolazione dai 3 anni in su pratica sport in modo continuativo (valore medio italiano 21,9%); il 32,2% fa qualche attività fisica (valore medio nazionale 29,2%). In Liguria coloro che non svolgono alcuno sport sono il 35,4% della popolazione (media nazionale 39,2%).
SALUTE MENTALE
In Liguria si registra un consumo di antidepressivi pari a 46,2 dosi definite giornaliere per 1.000 abitanti nel 2012. A livello nazionale il consumo medio è di 36,8 DDD/1.000 ab die.
In Liguria il tasso standardizzato di suicidio è pari al 4,08 per 100.000 – tasso minore in Italia, a fronte di un valore medio nazionale di 7,21 per 100.000 fra i soggetti con 15 anni e oltre.
La Liguria presenta però il maggior tasso di ospedalizzazione per disturbi psichici per entrambi i generi: per i maschi il tasso è (dati 2012) di 63,03 per 10.000 a fronte di un tasso medio italiano di 41,38 per 10.000; per le femmine è di 61,94, per 10.000 a fronte di in tasso medio italiano di 38,03 per 10.000.
SALUTE MATERNO INFANTILE
Gestione dei parti con Taglio Cesareo (TC): la Liguria presenta una quota di TC pari al 33,95% sul totale dei parti nel 2012, contro la media nazionale di 36,62%.
La Liguria presenta il tasso maggiore in Italia di abortività volontaria: 12,72 casi per 1.000 nati vivi, contro un tasso medio italiano di 8,5 per 1.000.
SISTEMA SANITARIO REGIONALE
Passando all'analisi sulla "salute" del Sistema Sanitario Regionale emerge tra le performance economico-finanziarie che nel 2012 in Liguria il rapporto spesa/PIL è pari al 7,27% (valore medio italiano 7,04%).
CONSUMO DI FARMACI
Per quanto riguarda il consumo territoriale di farmaci a carico del SSN (espresso in termini di "DDD/1.000 ab die", cioè come numero medio di dosi di farmaco consumate giornalmente ogni 1.000 abitanti), nel 2012 la Liguria presenta un consumo di 882 DDD/1.000 ab die, a fronte di un valore medio nazionale di 985.
Sempre nel 2012 la spesa pro capite per consumo di farmaci a carico del SSN in Liguria è pari a 166,8 euro (la media nazionale di 193 euro).
I cittadini spendono non poco di tasca propria per acquistare farmaci forniti dal Ssn: infatti se si osserva l'indicatore Spesa farmaceutica pro capite per ticket e compartecipazione, che esprime la spesa che il cittadino deve sostenere per accedere all'assistenza farmaceutica erogata dal servizio sanitario pubblico, si vede che in Liguria ogni cittadino spende di tasca propria il 13,8% della spesa pro capite totale (valore medio italiano 12,2%). Il sistema dei ticket può influire su un accesso equo all'assistenza farmaceutica, potenzialmente penalizzando i soggetti a più basso reddito e quelli con polipatologie croniche.
ASSISTENZA OSPEDALIERA
Gestione dell'assistenza ospedaliera: la Regione presenta un tasso standardizzato di dimissioni ospedaliere in regime ordinario pari a 115,5 per 1.000 (2012), a fronte di un valore medio italiano pari a 120,3 per 1.000. Il tasso standardizzato di dimissioni ospedaliere in regime di Day Hospital è pari a 64 per 1.000, mentre la media nazionale è di 43,2 per 1.000.
Il tasso standardizzato complessivo di dimissioni ospedaliere (ovvero in regime ordinario e in Day Hospital) è pari a 179,5 per 1.000; il valore medio nazionale è pari a 163,5 per 1.000.
Nel 2012 la Liguria presenta una Degenza Media Preoperatoria standardizzata pari a 2,06 giorni, a fronte di una media nazionale di 1,81. Questo parametro è indice di efficienza organizzativa e di appropriato utilizzo dei servizi diagnostici e dei reparti di degenza chirurgici.
Gestione delle fratture del collo del femore - La frattura del collo del femore (evento frequente nella popolazione anziana) è un ottimo modo per valutare la qualità dell'assistenza ospedaliera in quanto, se non trattata a dovere, ed è spesso causa di peggioramento della qualità di vita, di disabilità e/o di mortalità. Infatti, diversi studi hanno dimostrato che lunghe attese per l'intervento per questa frattura corrispondono a un aumento del rischio di mortalità e di disabilità del paziente, aumento delle complicanze legate all'intervento e minore efficacia della fase riabilitativa. Di conseguenza, molte delle Linee Guida più recenti raccomandano che il paziente con frattura del collo del femore venga operato entro 48 o addirittura 24-36 ore dall'ingresso in ospedale. In Liguria il 38,4% (dato 2012) dei pazienti che hanno riportato tale frattura è operato entro 2 giorni (valore medio italiano di 44,7%).
Asl e ospedali, ecco come usano il web per incontrare il cittadino-utente – Quest'anno il Rapporto è andato a indagare quanto le nostre Asl e ospedali si connettono online col cittadino e comunicano attraverso canali web e social. In Liguria il 20% delle Asl utilizza almeno un canale web (Twitter, Youtube, Facebook etc) per comunicare coi cittadini, a fronte di una media nazionale del 34% delle Asl.
In Liguria il 33% delle Aziende Ospedaliere (AO), Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS) e Policlinici Universitari (PU) utilizzano il web 2.0 per la comunicazione con il cittadino (valore medio nazionale 44%).
I "viaggi per la salute" – Il Rapporto analizza la mobilità ospedaliera, ovvero gli spostamenti interregionali dei pazienti per essere sottoposti a cure e interventi chirurgici che richiedono un ricovero. Il fenomeno della mobilità ospedaliera di una regione esprime la capacità di attrarre pazienti che risiedono in altre regioni. In tal caso si parla di mobilità attiva, mentre si parla di mobilità passiva quando la tendenza dei pazienti e di emigrare fuori regione. Per la Liguria questo indicatore mostra che la regione ha una capacità attrattiva per acuti in regime di ricovero ordinario del 9,9%, una percentuale di fuga del 13,9% e un saldo negativo di 4 punti percentuali. Significa che la Liguria attira meno pazienti da altre regioni di quanti residenti in regione escono dai confini regionali per ricevere assistenza sanitaria.