Aziende e regioni

Toscana, al via il primo master in healthcare management. Lean thinking, modello che fa scuola

di Lucilla Vazza

Insegnare il Lean thinking per le organizzazioni sanitarie si può e si deve. E infatti, l'azienda ospedaliero-universitaria di Siena ha lanciato il primo master in "Lean Healthcare Management", a cui possono partecipare 24 laureati. Il sistema Lean thinking, alla lettera "pensare snello", fare di più con meno, messo a punto dagli ingegneri Toyota in Giappone per superare il modello di produzione di massa dei vecchi stabilimenti Ford. E il sistema, opportunamente adattato, è divenuto negli ultimi anni un fiore all'occhiello della sanità toscana, che per prima lo ha implementato nella Asl 10 di Firenze.
Come spiega l'assessore alla Salute, Luigi Marroni: «Prima a Firenze e poi a Siena, la nostra versione del modello Lean applicato alla sanità si è rivelato estremanente utile, coinvolgendo tutti gli operatori e valorizzando le funzioni di ognuno. È un modello che genera qualità e che si può applicare ovunque e dunque, a maggior ragione, in questi anni di difficoltà economica, dobbiamo applicarlo ai sistemi sanitari». Nell'esperienza fiorentina avviata nel 2007, quando Marroni era direttore generale della Asl, il Progetto Ola, organizzazione lean dell'assistenza, è stato adottato con successo per l'analisi e l'innovazione anche nel settore dei servizi, e in particolare nei sistemi sanitari evoluti.

I punti di forza del metodo sono che l'utente è posto al centro dell'organizzazione e che ogni singolo operatore viene coinvolto nel processo di miglioramento dei servizi. Perché gli ospedali andrebbero riorganizzati per "linee di attività"? «Perché ogni servizio ospedaliero attiva processi complessi a cui partecipano operatori e risorse tecnologiche di più strutture di tipo sanitario, tecnico e amministrativo» spiega l'assessore, «L'organizzazione per linee di attività consente una gestione complessiva di tutti i processi ospedalieri, con una visione del servizio all'utente dall'inizio alla fine del percorso. Si supera insomma la logica che vorrebbe che ogni struttura sia programmata e valutata solo in rapporto ai propri processi interni, a favore di una riprogettazione globale del processo che corrisponde al percorso affrontato dal cittadino».
In pratica le linee di attività ospedaliera sono realizzate quindi in base a variabili organizzative e non solamente in considerazione della problematica clinica. Questa organizzazione ha permesso di migliorare negli anni molti indicatori di efficienza, con una migliore allocazione delle risorse umane ed economiche. «Non si creda che implementare un modello del genere non costi molti sforzi: per arrivare a un processo che punti alla risoluzione del problema bisogna cambiare l'organizzazione del lavoro. Per riuscirci a Firenze abbiamo fatto decine di incontri, e io stesso ho incontrato tutti i gruppi di lavoro della Asl». In pratica, cosa cambia nella "vita quotidiana" dei pazienti? Per gli esperti della nuova organizzazione ha lo scopo di facilitare lo sviluppo del percorso ospedaliero, eliminando le attese determinate dalla programmazione indipendente delle diverse attività (attesa per il posto letto in reparto, attesa per l'esame diagnostico, attesa per la consulenza, attesa per la dimissione ecc.) e la competizione fra percorsi urgenti e percorsi programmati.

L'ingegnerizzazione dei processi all'interno delle realtà sanitarie garantisce un'elevata qualità dei servizi, riducendo le criticità, i tempi morti e lo spreco di risorse. Il Lean management è incentrato sui concetti di "Muda" e "Kaizen", rispettivamente spreco e miglioramento continuo in lingua giapponese. Si sostanzia nell'identificazione dei processi, nella mappatura delle attività e nella continua ricerca ed eliminazione di sprechi allo scopo di produrre più valore con minor consumo.
Generalmente i princìpi a cui si riconduce l'approccio Lean nel ridisegnare i processi aziendali sono: definizione del valore di un dato prodotto/servizio, identificazione del flusso di valore (le attività che portano al prodotto/servizio finito), agevolazione dello scorrimento del flusso e ricerca del miglioramento continuo adottando la prospettiva finale dell'utente. In altri termini: analisi costante di sprechi da eliminare e valore aggiunto da mettere in circolo.
Marroni ritiene necessario che siano formati nuovi «diffusori» del metodo, per fissare e consolidare l'esperienza fin qui sviluppata. «Ringrazio l'Università e l'azienda ospedaliero-universitaria di Siena, i professori che gestiscono il master e tutti gli operatori che hanno già lavorato nell'ottica Lean. L'idea che l'Aou senese si lanci in questo settore dà valenza culturale e scientifica al progetto Lean». Il corso si svolgerà presso il dipartimento di Ingegneria dell'informazione e scienze matematiche dell'Università di Siena, il direttore del master in Lean Healthcare Management è Alessandro Agnetis.
«È importante - ha sottolineato l'assessore Marroni - creare un gruppo di persone che, oltre a conoscere la materia, siano anche portatori di un titolo». Il metodo Lean è diffuso soprattutto all'estero, in particolare nel mondo anglosassone, ma ora ha cominciato a diffondersi anche in Italia. «Noi abbiamo scelto di investire energie e risorse in questo progetto. Il metodo Lean è la base per dare qualità ed efficacia a tutti i nostri processi organizzativi. È una metodologia che vede la partecipazione alle soluzioni di tutti quanti ci lavorano. Dove si riesce ad applicare questo procedimento virtuoso, si ottengono risultati clamorosi dal punto di vista dell'efficienza», conclude Marroni.