Sentenze

Fecondazione, Gallo (Ass. Coscioni): Lorenzin garantisca applicazione sentenza nel pubblico

«Il ministro della Salute Beatrice Lorenzin, che nell'aggiornamento delle linee guida ha voluto omettere proprio la sentenza 96/15 della Corte che apriva l'accesso alla Pma anche alle coppie fertili portatrici di patologie genetiche, dopo questa ulteriore pronuncia di incostituzionalità (che proprio a quella sentenza si riporta oltre che alla pronuncia di incostituzionalità 151 del 2009) ora dovrà lavorare affinché tutte le strutture pubbliche siano finalmente obbligate a fornire tale servizio alle coppie che ne hanno bisogno». Lo dice Filomena Gallo, avvocato e segretario dell'Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica. «La Corte Costituzionale - ricorda - oggi per la quarta volta dichiara incostituzionale la legge 40 sulla fecondazione assistita. Questa sentenza conferma le precedenti pronunce della Corte Costituzionale in affermazione del diritto alla salute e del principio di uguaglianza delle coppie che per avere una gravidanza che giunga al termine hanno bisogno di accedere alla fecondazione medicalmente assistita con indagini cliniche diagnostiche sull'embrione, in modo da trasferire in utero solo gli embrioni sani che potranno determinare una gravidanza». «La selezione degli embrioni - ricorda alla luce della sentenza odierna - non è vietata e non è reato. Spiace rilevare che i vari Governi a Parlamenti succedutisi in 11 anni di legge 40 non abbiano mai voluto intervenire per rimuovere gli ultimi divieti dalla legge 40/04, preferendo semmai porre sempre nuovi ostacoli burocratici per bloccare anche i risultati raggiunti e costringendoci di volta in volta a ritornare nei tribunali per cancellare i divieti incostituzionali e rendere applicabili i risultati conseguiti. Sulla possibilità di destinare gli embrioni non idonei per una gravidanza alla ricerca ci sarà udienza il 22 marzo 2016 in Corte Costituzionale. Sarebbe importante se Governo e Parlamento riuscissero ad abrogare quel divieto senza aspettare al sentenza della Consulta».


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