Sentenze

Pnrr/ Anche la sanità è in affanno: così la Corte dei conti certifica i ritardi su Adi, Cot e telemedicina

di Ettore e Federico Jorio *

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24 Esclusivo per Sanità24

Un interessante intervento della Corte dei conti, meglio del Collegio del controllo concomitante sulla gestione delle amministrazioni statali, in tema di sviluppo dei progetti del Pnrr in sanità. È quanto si è materializzato con la deliberazione n. 13 del 13 aprile scorso (relatrice, Veccia) in tema di progetti afferenti all’assistenza domiciliare e al fondamentale contributo che la telemedicina e l’intelligenza artificiale possono assicurarle, in termini prestazionali e dunque di valore aggiunto.
Il dictum
Più precisamente, l’analisi del Magistrato contabile ha riguardato l’attuazione del progetto "Casa come primo luogo di cura e telemedicina- Pnrr (M6C1-1.2)" per il quale sono state stanziate ingenti risorse europee, provenienti dal Recovery Fund, per complessivi circa quattro miliardi. Un investimento finalizzato all’adozione su larga scala di soluzioni, soprattutto diagnostiche, da perfezionarsi attraverso la telemedicina, al sostegno all'innovazione sanitaria ed all’incremento dei servizi di assistenza domiciliare. Il tutto articolato in tre sub-investimenti: l’assistenza domiciliare (1.2.1), centrali operative territoriali (1.2.2), telemedicina, quale supporto ideale per i pazienti cronici (1.2.3).
Al riguardo, il Giudice dei conti, nella sua composizione di garante online della spesa statale, con la deliberazione 13/2023 ha tirato fuori il cartellino giallo nei confronti del ministero della Salute, ritenuto inadempiente rispetto alla scaletta dell’attuazione programmata. Una censura, questa, notificata ad altri due ministeri: quello per il Sud e quello degli affari europei, delle politiche di coesione e del Pnrr.
Le sollecitazioni e non solo
In buona sostanza, il Collegio del controllo concomitante ha redarguito il destinatario addebitandogli un sensibile ritardo rispetto a quanto pianificato. Un programma ben scritto, iniziato tempestivamente ma portato avanti con lentezza. Tanto da comportare un colpevole «ritardo nell’espletamento dei dovuti accertamenti», sì da determinare «peraltro, uno slittamento anche nell’erogazione delle risorse 2023, subordinata, ai sensi del D.I 23 gennaio 2023, alla verifica del raggiungimento degli obiettivi per il 2022».
Insomma, una bella ramanzina. Una negligenza accertata e reiterata a seguito alla mancata condivisione della «lettura dei target sostenuta da Agenas» che era stata ha già stata «oggetto di specifica contestazione da parte del Collegio con la Deliberazione n. 6/2022, nella quale era stato evidenziato l’oggettivo ritardo nella attuazione dell’Intervento in esame».
Le contestazioni
Una analisi critica, quella vergata il 13 aprile scorso, che viene quindi da lontano, atteso che le eccezioni e sollecitazioni mosse al ministero della Salute trovano origine nelle raccomandazioni rappresentate, in data 19 luglio 2022, nel corpo della anzidetta deliberazione 6/2022 (relatrice, Veccia), e non in parte ossequiate.
Nella sostanza, la Corte dei conti ha, di conseguenza, scandito le inadempienze accertate per singola sub-misura:
- quanto all’Adi ha sottolineato: il mancato raggiungimento al 2022 dell’obiettivo riferito alle prestazioni in assistenza domiciliare incrementati in favore di circa trecentomila nuovi pazienti; la mancata verifica e il non conseguito consolidamento al 31 marzo 2023 (target ITA) dei dati relativi alle prestazioni di assistenza domiciliare rese a fine 2022; il mancato accertamento dell’avvenuta attivazione o adeguamento, ai sensi dell’art. 8-ter e dell’art. 8-quater del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502, e s.m.i., del sistema di autorizzazione e di accreditamento delle organizzazioni pubbliche e private per l’erogazione di cure domiciliari; il naturale conseguente rischio di ritardo nell’erogazione ai soggetti attuatori delle risorse finanziarie per il 2023;
- relativamente alle Cot ha stigmatizzato: la loro mancata implementazione nei termini e nelle modalità pianificati, anche riguardo alla interconnessione aziendale e alla dotazione di strumenti di intelligenza artificiale nonché al mancato perfezionamento dei contratti di assistenza riferibili a quest’ultima come patrimonio di ineludibile supporto alla assistenza primaria.
Le difficoltà realizzative
A ben vedere, prescindendo dal fatto che le dèfaillance riscontrate sono riconducibili alcune al 31 dicembre 2022 e altre al 31 marzo scorso, anche nella sanità si fa una gran fatica a ottemperare prontamente, ma soprattutto efficientemente, agli adempimenti dettati dal Pnrr. Un limite, questo, che si tradurrà in gap realizzativo ed erogativo particolarmente nelle regioni del Mezzogiorno. Non tanto per difetto di volontà ovvero per incapacità dei rispettivi decisori pubblici bensì per due ordini di motivi, sotto certi aspetti riscontrabili ovunque seppure in modo differenziato: una previsione fisica nella distribuzione delle strutture, introdotte con il Dm 77, decisa senza tenere conto del reale fabbisogno rilevato in termini di assistenza di prossimità con conseguente difetto evolutivo dell’assistenza domiciliare da erogare in presenza di orografie territoriali a volte impossibili; le difficoltà a effettuare prontamente una edificazione di qualità, ad assicurare una presenza omogenea di tecnologie avanzate, a efficientare la necessaria interconnessione delle strutture aziendali difficile da perfezionare in siti regionali difficili e a realizzare una estensione delle infrastrutture informatiche indispensabili per accelerare e garantire ai percorsi con un buon esito. Il tutto attraverso l’accesso indifferenziato alla telemedicina e un imponente esordio della intelligenza artificiale quale supporto alla assistenza in senso lato, partendo da quella distrettuale.
Due progetti, questi ultimi, che dovranno andare ben oltre le aspettative che ne hanno fino ad oggi nutrito l’interessamento, senza tuttavia avere avuto un libero e diffuso accesso nella pratica. Un dovere cui la politica e le istituzioni in generale dovranno assolvere, tenuto ovviamente conto della prossima regolamentazione che l’Unione Europea perfezionerà, di qui a poco, in materia di corretto ricorso all’intelligenza artificiale.

* Università della Calabria


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