Aziende e regioni

Aiop Lazio, l’assistenza migliora ma la sanità privata resta in affanno

Aumenta la qualità dell’assistenza ma la sanità del Lazio non è ancora fuori dall’emergenza. Lo sostiene Jessica Veronica Faroni, presidente di Aiop Lazio (Associazione italiana ospedalità privata che rappresenta 120 strutture in cui operano 18 mila dipendenti), che in occasione del cinquantenario della fondazione dell'Associazione, presenta oggi a Roma il Rapporto 2016 «La sanità in Italia e nel Lazio nella grande crisi finanziaria - Piano di rientro 2013-2015».

La ricerca è un aggiornamento di quella presentata e discussa con il presidente della Regione Lazione, Nicola Zingaretti, nel 2013; una fotografia di carattere finanziario di quanto sta accadendo e un'analisi dei rapporti tra la Regione Lazio e la sanità privata. Dunque come sono oggi questi rapporti? «In questo periodo abbiamo costruito molto - dice Faroni - Seppur da due punti di vista diversi, infatti, io e Zingaretti ci siamo trovati di fronte una situazione complessa». La Regione Lazio «è da ben sette anni sotto piano di rientro, in un contesto di forte crisi finanziaria che ha interessato il Paese». E la sanità privata, dal 2008 ad oggi, ha visto «un taglio del 30% del budget e dei posti letto», sottolineano da Aiop Lazio. Uno dei nodi ancora da sciogliere «è quello delle piccole case di cura: sotto i 40 letti ci sono 20 strutture che complessivamente contano 700 posti per acuti e danno lavoro a 1.100 dipendenti. La loro è una situazione particolarmente delicata».

Insomma, in questi anni sono stati erogati i servizi, «ma ora siamo in affanno». Faroni, comunque, sottolinea importanti motivi di ottimismo: «A seguito di un impegno congiunto del presidente Zingaretti e di Aiop Lazio, supportato dal ministro Beatrice Lorenzin, si è giunti all’approvazione all’interno della legge di stabilità della regolamentazione dei ricoveri dei pazienti residenti fuori regione, aspetto che rilancia la sanità laziale». Certo, «si dovrà ancora lavorare, auspicando che la parità di bilancio si raggiunga alla fine del 2016, con un consolidamento e sviluppo della nostra categoria, sia su quello settore ospedaliero, sia sul territoriale, che risulta essere più carente. Sperando, comunque - conclude Faroni - di non dover essere più vittime di drastici tagli che disincentivano l'investimento e pongono il settore in seria difficoltà, pagandone le spese sia i lavoratori che i cittadini».

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