Aziende e regioni
Al via indagine Fiaso, Sifo e Assoram per razionalizzare la logistica sanitaria
di Red. San.
Un patto per mettere ordine nel sistema di approvvigionamento e distribuzione di farmaci, apparecchiature bio-medicali e presidi sanitari. Con l’obiettivo di razionalizzare i processi interni di distribuzione ad Asl e Ospedali e di fermare gli sprechi che ogni anno costano circa 2 miliardi di euro al Ssn, tra farmaci scaduti da mandare al macero e apparecchiature mediche o diagnostiche, acquistate talvolta senza tener conto di processi di riaccorpamento o di chiusura dei reparti. È la spending review fatta in casa, che Fiaso propone insieme ai farmacisti ospedalieri della Sifo e ad Assoram, l'Associazione degli operatori commerciali e logistici, decisi a fare squadra per mettere ordine al variegato sistema di approvvigionamento e distribuzione di farmaci, apparecchiature bio-medicali e presidi sanitari vari.
Con l'accordo appena sottoscritto Fiaso, Sifo e Assoram, con il contributo della Scuola Superiore di Sant'Anna, istituiranno una “cabina di regia” che avrà il compito di rilevare le varie esperienze di logistica maturate sul territorio, per elaborare poi un modello riproducibile di gestione dei magazzini e di distribuzione, mirato al raggiungimento dei tre obiettivi di “Efficacia, Sicurezza ed Efficienza”.
Lo studio, preliminare alla predisposizione di una proposta di efficientamento del sistema, prevede, anche attraverso una serie di survey, una ricognizione sia dei modelli di logistica farmaceutica esistenti che di quelli in fase di progettazione, oltre che la rilevazione degli indirizzi regionali ai quali Aziende sanitarie ed Ospedaliere sono chiamate ad uniformarsi. Il tutto allo scopo di analizzarne punti di forza e di debolezza, anche riguardo la sicurezza e il contrasto al fenomeno dei furti, oltre che alla tracciabilità di farmaci e dispositivi medici.
Quel che è certo – rilevano i promotori dello studio – è l'emergere nel panorama nazionale di modelli gestionali di logistica molto differenziati, collocabili in tre gruppi.
Il primo è quello tradizionale di gestione tutta interna, ancora oggi il più diffuso che prevede la presenza di una farmacia e un magazzino all'interno dei singoli ospedali, con la stessa farmacia ospedaliera impegnata a tenere i contatti con i singoli fornitori e a rifornire i reparti.
Il secondo modello prevede la gestione centralizzata in un unico magazzino, nel quale una parte dell'attività può essere esternalizzata e un'altra gestita direttamente dalla struttura pubblica, che avrà poi la responsabilità di gestire e distribuire farmaci e dispositivi verso i diversi presidi ospedalieri.
Terzo modello è quello dell'outsourcing. La gestione e movimentazione di farmaci e presidi è affidata ad un operatore logistico esterno all'Azienda, mentre i rapporti con i fornitori restano a carico della centrale di committenza/acquisto o dei singoli ospedali. Modelli che saranno ora passati al setaccio dallo studio che dovrebbe concludersi in sei mesi dalla data di attivazione.
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