Aziende e regioni

Tumori delle donne: al Policlinico Gemelli un centro innovativo con giardino pensile

di Red.San.

S
24 Esclusivo per Sanità24

Un giardino pensile terapeutico realizzato ad hoc per immergere le pazienti nella natura in modo che ne traggano benessere psico-fisico che favorisce il buon esito delle cure. Lo ha inaugurato oggi la Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli Irccs insieme a un centro innovativo dedicato alle sperimentazioni cliniche oltre che alla cura delle malattie oncologiche delle donne. Si tratta del Centro di Farmacologia Clinica, un reparto di degenza con 4 posti letto e un day hospital che si sviluppa su una superficie di circa mq. 380 ed è attualmente sede di circa 23 trial clinici in ginecologia oncologica di fase II-III, la maggior parte sui carcinomi dell’ovaio. Al momento sono in corso di approvazione al comitato etico due studi di fase I per le pazienti affette da carcinoma ovarico ed endometriale.

Un fondamentale apporto alla creazione del centro è stato dato dal sostegno finanziario dell’Associazione “OPPO e le sue stanze” Onlus. “L’Associazione Oppo e le sue stanze – afferma la presidente Resi Madia - ha come missione di individuare ed armare con strumenti affilati, medici straordinari che combattono a mani nude. Abbiamo aderito al progetto del Centro di Farmacologia clinica femminile quando ci è stato spiegato che il nuovo reparto avrebbe curato il corpo ma anche l’anima della donna”.
“L’Unità di Farmacologia Clinica offre alle pazienti la possibilità di ricevere terapie con farmaci sperimentali, cioè ancora in fase di studio – spiega il professor Giovanni Scambia, direttore del nuovo centro -. L’obiettivo principale è personalizzare i trattamenti medici su misura del singolo paziente e sviluppare nuovi farmaci antitumorali per garantire trattamenti mirati, più efficaci e con meno effetti collaterali, sulla base delle caratteristiche genetiche e molecolari di ogni tumore senza sottovalutare le ansie e le aspettative personali. La realizzazione di una unità dedicata agli studi clinici permette di ottimizzare, facilitare e garantire un elevato standard qualitativo ai pazienti che, accettando di sottoporsi ad una terapia sperimentale, necessitano di maggiore assistenza, supporto e confort”.

Il Giardino Terapeutico pensile del Dipartimento Salute della Donna e del Bambino ospita sequenze di funzioni e di attività che entrano tra loro in relazione nel percorso terapeutico e sensoriale dei pazienti.

Numerose ricerche, condotte a livello internazionale, hanno infatti confermato l’efficacia degli scenari naturali nel ridurre l'ansia e, in particolare, l’efficacia dei giardini terapeutici progettati negli ospedali nel promuovere la salute, la relazione sociale e la generazione di ricordi piacevoli nei pazienti. «In questi luoghi, ispirati alle regole del design biofilico e del design evidence based -afferma la Simona Totaforti, direttore Centro studi Relab Studies for Urban Re-Evolution - , si punta a recuperare la consapevolezza del valore terapeutico della natura, del sole, della ventilazione naturale, valore che è scomparso dalla progettazione degli ospedali nella seconda metà del XX secolo».

All’interno del Giardino è presente un’area riparata e protetta (ma che consente comunque di avere una visuale sulla natura e un controllo dello spazio circostante) destinata alla chemioterapia. Per la prima volta in Italia, le pazienti, durante la terapia, potranno sperimentare un contatto diretto con la natura offerta dal giardino massimizzandone gli effetti benefici. Le pazienti avranno a disposizione comode sedute al riparo dal sole che consentiranno di godere di sensazioni di rifugio e privacy, saranno circondate dalle piante e saranno immerse in una sequenza naturale di stimoli sensoriali (il rumore dell’acqua, i suoni della natura, le variazioni di temperatura dell’aria, l’intensità variabile della luce, la presenza di piccoli animali come le farfalle). In questa area non sono presenti piante aromatiche per rendere lo spazio neutro dal punto di vista olfattivo, proprio perché la reazione allo stimolo olfattivo durante la chemioterapia e soggettiva e non sempre gradita.


© RIPRODUZIONE RISERVATA