Aziende e regioni

In Calabria sanità allo stremo: nel 2016 certificate perdite per 98,5 milioni di euro

di Donata Marrazzo

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24 Esclusivo per Sanità24

Non sono un buco e nemmeno una voragine le perdite della sanità calabrese per il 2016. Semmai, il risultato economico di gestione del Servizio sanitario regionale, al netto delle coperture fiscali e dei risultati delle aziende in utile, è un baratro di 98.595.000 euro con il meno davanti. Così la sanità in Calabria tocca il fondo.

Dca 165/18
Conto certificato dal decreto del Commissario ad acta del 22 agosto (n 165). Prezzo di un deficit sistemico, che grava sui cittadini con altissime aliquote, al quale ha contribuito anche una improduttiva gestione commissariale. Il consuntivo del 2017 registra un disavanzo ulteriore, rilevato dal Tavolo di monitoraggio dell’attuazione del piano di rientro il 12 luglio scorso, di 101 milioni di euro. Ancora più buie le previsioni per il 2018: c’è già allerta per il primo trimestre che produce ancora debito per 105 milioni di euro. «Cosa si prospetta all’orizzonte? L’innalzamento della fiscalità regionale, per un +0,15% di Irap e +0,30 di Irpef, e il blocco del turn over per altri due anni. Chi paga il conto, ancora i calabresi?» si chiede allarmato Franco Pacenza, delegato alla Sanità della Regione Calabria. E ricorda che «il piano operativo 2016-2018, redatto dal commissario Massimo Scura e dall’allora sub commissario Andrea Urbani, prevedeva il pareggio di bilancio entro il 2018 con la definitiva fuoriuscita dal piano di rientro».

Chi ha fatto peggio
Nel 2016, quella che ha fatto peggio è la Asp di Cosenza: ha perso 40,2 milioni di euro, Crotone più di 27, Catanzaro oltre 26 milioni. Disavanzo di 2,5 milioni per l’azienda sanitaria di Vibo Valentia, di oltre 23 milioni per quella di Reggio Calabria, di 17,4 per l’azienda ospedaliera di Catanzaro, di 20,3 milioni per l’azienda universitaria Mater Domini di Catanzaro, di meno di 1 milione per l’istituto Inrca di Cosenza.

Sanità allo stremo
È il quadro di una sanità allo stremo, che spinge un paziente su sei a emigrare verso le strutture del centro nord per cure e ricoveri. Il più grande ospedale della Calabria è fuori regione: la mobilità pesa sulle casse regionali per oltre 300 milioni di euro. Il presidente della Regione Mario Oliverio si batte da tempo per il superamento della gestione commissariale che reputa un grande fallimento. «Il nuovo governo sta valutando molto seriamente il da farsi», ha dichiarato il sottosegretario alla Salute Maurizio Fugatti, durante la sua recente visita in Calabria.

Non solo perdite, gli utili dell’Ao di Cosenza e di Reggio Calabria
Ma nel decreto firmato dal commissario Massimo Scura – che accerta la disponibilità di risorse fiscali e altre coperture per il totale delle perdite di esercizio 2016 da ripianare e assegna “alle aziende sanitarie e ospedaliere l'importo complessivo di € 158.316.805,69 a titolo di contributo”, per raggiungere un pareggio che è solo finanziario e non economico - spiccano cifre con il segno +. La sanità diseguale della Calabria fa registrare anche buone performance. Sono gli utili dell’azienda ospedaliera di Cosenza: 331mila euro. E quelli dei Riuniti di Reggio Calabria (nella foto), pari a 554mila euro. È l’ospedale balzato alla cronaca per la notizia dei gessi di cartone su cui, dopo l’intervento dei Nas, ora indaga la Procura.

Produttività delle prestazioni
La produttività dei ricoveri in day hospital del Grande ospedale metropolitano di Reggio Calabria ha superato nel 2017 i 6 milioni di euro: ematologia, oncologia medica, centro trapianti di cellule staminali e terapie cellulari, day hospital multidisciplinare i reparti con il maggior numero di accessi. I ricoveri ordinari hanno prodotto circa 83 milioni euro: ortopedia più di 4 milioni, ginecologia e ostetricia più di 5, neonatologia più di 4. Oltre 17 milioni di euro il totale delle prestazioni ambulatoriali. Dodici milioni di euro di ricavi dall’attività del pronto soccorso. Assunti 22 primari, 107 operatori socio-sanitari, i primi della storia dell’azienda, nuovo personale dell’area dell’emergenza urgenza e di quella chirurgica.

Riuniti di Reggio Calabria, grande attenzione ai bilanci
«La Direzione strategica pone grande attenzione al bilancio preventivo economico annuale e triennale - spiega il direttore generale Frank Benedetto – Con investimenti mirati, finanziati con fondi regionali ma anche aziendali, come per il nuovo acceleratore lineare per la radioterapia e le attrezzature della chirurgia robotica, con fornitori selezionati con procedure di evidenza pubblica attraverso gli strumenti normativi disponibili e nuovi protocolli di legalità, con la definizione di linee guida e percorsi diagnostici che consentono di organizzare e standardizzare le attività sanitarie, una migliore ridefinizione degli spazi e l’utilizzo condiviso su base dipartimentale di alcune figure professionali, e infine con il bilanciamento, nell’ambito delle previsioni di costo del personale, tra assunzioni e uscite programmate, abbiamo registrato utili di esercizio, che nella sanità pubblica sono un miraggio, e stabilità finanziaria».


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