Aziende e regioni

Asp Reggio Calabria: operazione Salus 2, così il debito è diventato una voragine

di Donata Marrazzo

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24 Esclusivo per Sanità24

Si comincia a far luce dentro il buco nero della sanità calabrese. Nell'Asp di Reggio Calabria, l'azienda sanitaria più disastrata d'Europa, con una mole di debiti superiore ai 200 milioni di euro, infiltrata dalla ndrangheta e sciolta per mafia due mesi fa, sono arrivati i militari del Nucleo di Polizia economico-finanziaria del Comando provinciale della Guardia di Finanza con l'operazione "Salus 2". Per due anni hanno analizzato i documenti contabili, valutato transazioni, eseguito riscontri, scovato fatture pagate due volte e sequestrato disponibilità finanziarie, beni mobili e immobili per un valore complessivo di 4.020.225,75 euro.

Il sistema delle doppie fatture
Colpito dalle indagini - coordinate dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria diretta da Giovanni Bombardieri - il rappresentante legale di una clinica privata di Siderno, denunciato per falso ideologico e truffa aggravata ai danni dello Stato. Nella struttura si eseguivano tac, risonanze e radiografie ai pazienti in convenzione con il Servizio sanitario nazionale. Gli accertamenti si sono concentrati in particolare su un accordo transattivo del 2015 sottoscritto tra l'ente pubblico e il fornitore privato, che ha disposto il pagamento di 7.974.219,16 euro (di cui 5.822.024,33 per sorte capitale, 2.054.056,57 per interessi di mora, 98.138,26 euro per spese legali, contributi unificati e spese di registrazione) per crediti pregressi e non ancora riscossi, a fronte dei quali lo studio radiologico esibiva fatture «asseritamente non pagate».

Assenza di controlli e riscontri
Ma è stato invece accertato che «quota parte del credito attestato nel richiamato atto transattivo del 2015 – e di cui veniva richiesto il pagamento – in realtà era già in precedenza stato ceduto a società di factoring mediante 31 contratti (tra atti pubblici e scritture private) siglati nel periodo 2005/2015; reclamato con numerosi decreti ingiuntivi presentati contro l'Asp reggina dalla clinica privata innanzi al tribunale di Reggio Calabria a partire dal 2004, ed era stato fatto oggetto di diverse sentenze di condanna al pagamento emesse tra il 2013 e il 2014 dalla stessa autorità giudiziaria». I finanzieri hanno appurato, dunque, il doppio pagamento effettuato dalla Asp a favore delle stesse fatture già liquidate alla società, per un ammontare complessivo di circa 4 milioni di euro, nella totale assenza di controlli e riscontri da parte dell'ente pubblico. False a riguardo le dichiarazioni del rappresentate legale dello studio radiologico. Do dici in tutto gli indagati fra cui il referente dell'Advisor contabile e alcuni funzionari Asp.

La denuncia di Gioffrè
Un risultato atteso per alcuni tecnici ed esperti più addentro alla questione: l'ex commissario della Asp Santo Gioffrè - ginecologo e scrittore - in carica da marzo e settembre 2015, è stato il primo a denunciare le anomalie gestionali dell'ente. Il primo a mettere le mani su documenti e rendicontazioni sospette. A partire dal caso di Villa Aurora, clinica reggina dietro cui si muoveva un'associazione per delinquere finalizzata alla commissione di reati di bancarotta fraudolenta e autoriciclaggio: più o meno le stesse dinamiche della struttura di Siderno, ovvero «fatture per 6 milioni di euro già pagate nel 2009, che io mi sono subito preoccupato di revocare perché rappresentavano un tentativo di truffa - spiega Gioffrè - E sottointendeva un sistema che negli anni ha ingrassato case di cura, laboratori, l'industria farmaceutica». Gioffrè ha chiaro il quadro: «Dalla mia ricognizione è venuto fuori subito una situazione drammatica. Mandati di pagamento che ho bloccato. Fatture doppie per due milioni di euro. E il debito è diventato una voragine. Per questo, se non si ricostruisce il bilancio dell'azienda reggina dal 2005 al 2015, incrociando dati, obblighi di pagamento, minute bancarie, la sanità calabrese non potrà mai uscire dal piano di rientro. La Asp è priva di carte contabili fino al 2013. E l'ammanco secondo me può essere quantificato in almeno 1 miliardo di euro. Il decreto Calabria non ha soluzioni e rischia di mettere una pietra tombale su tutto questo sistema».

La Asp di Reggio nella "Calabria malata" di Scura
L'allarme lo aveva lanciato anche l'ex commissario ad acta Massimo Scura, che ha raccolto la sua esperienza nella sanità calabrese in un libro denuncia: «La commistione tra interessi privati e azienda sanitaria pubblica si taglia con il coltello - scrive Scura in "Calabria Malata, Sanità, l'altra 'ndrangheta" (Pellegrini Editore) -. L'Asp di Reggio era stata sciolta per infiltrazioni mafiose già nel 2008. Aveva iniziato, per la verità, l'allora Asl 9 di Locri a essere sciolta (scorretto scippare il primato a un con- corrente) nell'aprile 2006, pochi mesi dopo l'assassinio del vicepresidente del consiglio regionale Francesco Fortugno. A un pregiudicato in galera è stato corrisposto regolarmente lo stipendio, come scoperto a metà 2018 dall'allora direttore generale Giacomino Brancati». E riferendosi alla situazione contabile aggiunge: «Il debito pregresso dell'Asp verso i creditori è sconosciuto e va fatto emergere. Tutti i tentativi per venirne a capo sono sostanzialmente falliti, per una serie di vicende spesso poco chiare e in alcuni casi drammatiche».


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