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Rete Oncologica Campana: analizzata, valutata e promossa con merito

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Si è conclusa con la presentazione dei risultati del semestre di rilevazione compreso tra ottobre 2020 e marzo 2021, la prima annualità del progetto di ricerca "Valutazione del Percorso della Rete Oncologica Campana" che ha l'obiettivo di misurare l'impatto dell'applicazione del sistema a Rete nell'assistenza oncologica Campana. Il progetto è condotto dal VIMASS Lab ("Valore, Innovazione, Management e Accesso nei Sistemi Sanitari") del Dipartimento di Studi Aziendali e Quantitativi dell'Università Parthenope in collaborazione con l'Istituto Nazionale Tumori "Fondazione G. Pascale", centro coordinatore della Rete Oncologica Campana.

L'obiettivo del progetto è socialmente rilevante poiché i dati in oncologia campana precedenti all'attuazione del nuovo sistema di gestione dei pazienti oncologici erano al di sotto delle medie nazionali. Più nel dettaglio, i numeri dell'assistenza oncologica campana evidenziavano tassi di sopravvivenza inferiori rispetto alle medie nazionali e un maggiore tasso di migrazione sanitaria. L'istituzione di una rete regionale, decretata poi nel settembre 2016, si è resa necessaria per risolvere i problemi strutturali della sanità regionale nel rispondere completamente ed efficientemente alla domanda di Salute dei propri pazienti oncologici. Infatti, il modello delle reti oncologiche, promosso nella conferenza Stato – Regioni del 2014, consente di garantire equità nell'accesso a cure caratterizzate da maggiore grado di appropriatezza e qualità, permettendo, inoltre, di razionalizzare le risorse economiche, professionali e tecnologiche all'interno dei territori. La gestione multidisciplinare e la continuità ospedale-territorio sono aspetti fondamentali nel modello a rete e devono essere presenti in ogni fase di gestione dei malati oncologici, dalla prevenzione attraverso i programmi di screening, ai percorsi diagnostico-terapeutici-assistenziali fino alla riabilitazione o alla fase terminale della malattia.

"In quest'anno, nonostante la terribile pandemia, l'attività del Pascale non si è mai fermata continuando a progredire in ricerca e assistenza. Il miglioramento e l'efficientamento dell'attività oncologica campana sono dipendenti da un approccio sistemico e il COVID ha enfatizzato il ruolo essenziale dell'integrazione orizzontale e verticale" ha dichiarato Attilio Bianchi, Direttore Generale dell'Istituto Nazionale Tumori "Fondazione G. Pascale".
Dunque, i risultati generati dal progetto Val.Pe.ROC sono particolarmente significativi perché misurano il grado di implementazione della struttura a rete nell'assistenza oncologica campana ed evidenziano i miglioramenti apportati in termini di tempi, efficacia ed efficienza nella gestione dei pazienti oncologici.

La rilevazione, nella seconda fase, è stata estesa ad ulteriori strutture ospedaliere del territorio campano – Ospedale Universitario Federico II e Azienda Ospedaliera Universitaria Luigi Vanvitelli – aggiuntesi alle strutture già coinvolte nel corso della prima rilevazione, ovvero Istituto Nazionale Tumori Pascale, Ospedali Riuniti San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona, Azienda Ospedaliera San Giuseppe Moscati. Inoltre, lo studio, precedentemente focalizzato sulle patologie dei tumori a ovaio, colon e polmone, ha incluso, questa volta, anche la patologia del tumore alla prostata.

I risultati presentati nel corso di un webinar, dunque, mostrano la bontà dell'operato svolto sinora dalle istituzioni campane, in quanto la Rete Oncologica Campana è oggi pienamente operativa e funzionante, come evidenziato anche dal rapporto Agenas pubblicato ad aprile, e ciò è rispecchiato dai risultati per lo più positivi nella gestione dei pazienti, nonostante le ovvie difficoltà causate dall'impatto del COVID-19 che hanno particolarmente dilatato i tempi necessari per il primo accesso dei pazienti nella Rete Oncologica.

A tal proposito Sandro Pignata, coordinatore scientifico della Rete, ha dichiarato che "una presa in carico veloce dei pazienti oncologici, che sia anche caratterizzata da un elevato grado di qualità della cura e dalla riduzione degli sprechi, è l'obiettivo principale della Rete. Il Progetto Val.Pe.ROC ci dà l'opportunità di verificare in un lasso di tempo breve l'impatto delle rimodulazioni del percorso oncologico, offrendoci l'opportunità di porre immediati correttivi".

Nella prima rilevazione, che ha rappresentato la fase pilota del progetto, la dashboard prestazionale era costituita da 9 indicatori e l'indice complessivo di performance era pari 7,74 (in una scala da 0 a 10). Nella seconda rilevazione il numero di indicatori è quasi raddoppiato e, se confrontando gli stessi indicatori nelle diverse fasi i risultati sono migliorati (indice complessivo pari a 7,95), estendendo la performance alla dashboard prestazionale completa il valore si riduce, attestandosi in ogni caso sopra la sufficienza (6,06). Il risultato è percettibilmente condizionato dall'introduzione nella dashboard di nuovi indicatori relativi alla continuità assistenziale, in particolar modo alla partecipazione diretta dei Medici di Medicina Generale alla ROC, allo stato attuale ancora eccessivamente bassa.

Fa ben sperare, in ogni caso, il fatto che la macchina istituzionale della sanità campana sia costantemente in movimento, alla ricerca di cambiamenti che migliorino positivamente l'assistenza oncologica, come testimoniato anche dal recentissimo Decreto Dirigenziale del 23 giugno 2021, con il quale è stata approvata la revisione annuale dei Percorsi Diagnostico Terapeutici Assistenziali (PDTA).

Secondo Francesco Schiavone, responsabile scientifico del progetto, "i risultati ottenuti evidenziano il grande lavoro svolto negli 2 ultimi anni dal team di lavoro della ROC. Il nostro progetto rappresenta un'esperienza sperimentale nel campo del management sanitario in cui ricercatori di ambiti scientifici diversi hanno lavorato costantemente, intensamente e con passione per il miglioramento della rete e della qualità della cura per i pazienti oncologici campani".

L'evento si è concluso con il rinnovo dell'accordo quadro, siglato da Attilio Bianchi e Francesco Schiavone, per continuare per i prossimi 4 anni a misurare la performance della ROC ed affinare ulteriormente il cruscotto di indicatori già realizzato.


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